Angelo Catapano           -        Col Murialdo incontro a MARIA   

1. ESSERE ARCIDEVOTISSIMI DI MARIA



Dal Vangelo Secondo Matteo (1,18-25)

Ecco come avvenne la nascita di Gesù Cristo: sua madre Maria, essendo promessa sposa di Giuseppe, prima che andassero a vivere insieme si trovò incinta per opera dello Spirito Santo. Giuseppe suo sposo, che era giusto e non voleva ripudiarla, decise di licenziarla in segreto. Mentre però stava pensando a queste cose, ecco che gli apparve in sogno un angelo del Signore e gli disse: «Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria, tua sposa, perché quel che è generato in lei viene dallo Spirito Santo. Essa partorirà un figlio e tu lo chiamerai Gesù: egli infatti salverà il suo popolo dai suoi peccati».

Tutto questo avvenne perché si adempisse ciò che era stato detto dal Signore per mezzo del profeta:
Ecco, la vergine concepirà e partorirà un figlio che sarà chiamato Emmanuele, che significa Dio con noi. Destatosi dal sonno, Giuseppe fece come gli aveva ordinato l’angelo del Signore e prese con sé la sua sposa, la quale, senza che egli la conoscesse, partorì un figlio, che egli chiamò Gesù.

DA “MEDIATRICE DELL’AMORE”

C’è un primo aspetto rilevante da considerare in San Leonardo Murialdo per quanto riguarda la sua dimensione mariana: l’importanza.
Dalla nascita alla morte, dal 1828 al 1900, per lui la Madonna è importantissima. C’è proprio da usare il superlativo. È la Madre celeste che segue passo passo la sua personale esistenza terrena.

Si rivela carico di significato pure il fatto che le sue spoglie mortali abbiano trovato sistemazione definitiva proprio in un santuario mariano: quello torinese di “Nostra Signora della Salute”.

Il 27 Ottobre è il giorno del suo battesimo. Al ritorno dalla parrocchia di San Dalmazzo alla sua casa in via Garibaldi a Torino è condotto in carrozza; c’è anche chi tiene alta una torcia accesa, in segno di fede e di festa, secondo l’usanza del tempo. La mamma Teresa Rho ha voluto aggiungere a Leonardo il nome “Maria” per la sua devozione alla Consolata, a cui è dedicato il santuario più amato dai torinesi ed a cui lei dona i suoi gioielli di sposa. Un nome che è tutto un programma di vita, che esprime la realtà di una presenza mariana perenne che Leonardo fin da piccolo impara a riconoscere, tra le braccia della mamma.

Il 30 marzo è il giorno della sua morte. Costretto a letto dalla malattia, esprime le sue ultime volontà. Tra queste c’è la richiesta ad alcuni confratelli di portare a termine uno studio sulla Madonna e la raccomandazione ai giovani Artigianelli di esserLe devoti. Ne dà testimonianza il cofondatore Eugenio Reffo nella sua biografia, fissando così una consegna tra le più sentite dal Murialdo.

Spesso si è riferito ai suoi estremi momenti in punto di morte un caratteristico invito che si trova fra i suoi scritti del 1895: “essere arcidevotissimo di Maria”. Non ha bisogno di commento questo richiamo che chiede di essere non soltanto devoto e nemmeno devotissimo, ma addirittura arcidevotissimo della Madonna. È un “arcisuperlativo” che non esiste in grammatica italiana, ma che sgorga dal cuore di Leonardo e giustamente viene ritenuto come testamento. La sua spiritualità, per quanto incentrata su Dio Amore ed essenzialmente cristocentrica, rimane contrassegnata in maniera evidente ed originale dalla dimensione mariana.

Un ulteriore motivo che gli fa comprendere l’importanza di Maria è il fatto che nel 1873 fonda la Congregazione intitolandola a san Giuseppe: precisamente sull'esempio di san Giuseppe allora c’è da prendere la Madonna come Sposa per sempre nella propria casa e come compagna indissolubile di vita. Ancor più che in san Giovanni è nel suo Sposo che si ritrova il modello più vicino.

DAGLI SCRITTI DEL MURIALDO

  • Essere arcidevotissimo di Maria.
  • Maria fu il ponte per cui Dio venne all’uomo, Maria dev’essere il ponte per cui l’uomo va a Dio.
  • Il Cuore di Gesù è la fonte delle grazie, Maria e Giuseppe sono i canali, i nostri cuori sono i vasi.
  • Noi tutti sentiamo che quanto più amiamo la Vergine altrettanto diviene più tenera ed affettuosa la nostra devozione verso Gesù Cristo; e che reciprocamente quanto più noi cresciamo nell’amore di Gesù, tanto più profonde mette le radici nel nostro cuore la devozione alla Vergine Santissima. E qual meraviglia può avere chi ricordi che l’una è Madre e l’altro è il figlio?
  • Ricordatevi che se Ella tutto, tutto ottiene da Dio perché è Madre di Dio, nulla, affatto nulla nega a voi perché è Madre vostra.
  • Dirle coraggiosamente: o Madre, io non voglio operar solo, lavoriamo insieme! E sempre mettersi in tutto come socia Maria, come se ogni nostro lavoro dovesse essere fatto tutto in due.
  • Noi vorremmo che tutti quanti i cristiani fossero animati da una fervida devozione verso la Madonna, e tutti avessero così una certa caparra del Paradiso.
  • Non temiamo di onorar troppo Maria.
  • Siamo figli di Maria non solo come cristiani, non solo come religiosi, ma come giuseppini.

PREGHIAMO

O Padre,
che hai scelto Maria come Madre del tuo Figlio,
fa’ che sull’esempio del suo Sposo Giuseppe
sappiamo “prenderla nella nostra casa” per sempre.
Desideriamo essere “arcidevotissimi” di Lei
per meritare il dono della presenza di Gesù in mezzo a noi.
Per intercessione di san Leonardo Murialdo,
per la mediazione materna di Maria
e per i meriti infiniti di Cristo Nostro Signore.
Amen.



2. RICONOSCERE LA SUA MEDIAZIONE



Dal Vangelo Secondo Giovanni (2,1-11

Tre giorni dopo, ci fu uno sposalizio a Cana di Galilea e c’era la madre di Gesù. Fu invitato alle nozze anche Gesù con i suoi discepoli. Nel frattempo, venuto a mancare il vino, la madre di Gesù gli disse: «Non hanno più vino». E Gesù rispose: «Che ho da fare con te, o donna? Non è ancora giunta la mia ora». La madre dice ai servi: «Fate quello che vi dirà».

Vi erano là sei giare di pietra per la purificazione dei Giudei, contenenti ciascuna due o tre barili. E Gesù disse loro: «Riempite d’acqua le giare»; e le riempirono fino all’orlo. Disse loro di nuovo: «Ora attingete e portatene al maestro di tavola». Ed essi gliene portarono. E come ebbe assaggiato l’acqua diventata vino, il maestro di tavola, che non sapeva di dove venisse (ma lo sapevano i servi che avevano attinto l’acqua), chiamò lo sposo e gli disse: «Tutti servono da principio il vino buono e, quando sono un po’ brilli, quello meno buono; tu invece hai conservato fino ad ora il vino buono». Così Gesù diede inizio ai suoi miracoli in Cana di Galilea, manifestò la sua gloria e i suoi discepoli credettero in lui.

DA “MEDIATRICE DELL’AMORE”

C’è un aspetto particolare che caratterizza la dimensione mariana di San Leonardo Murialdo: la mediazione.

La sua devozione non nasce da fervore immotivato, o addirittura fanatico, ma da una scelta fatta e poi costantemente confermata a ragion veduta. Cresce in lui l’esigenza di fare uno studio approfondito sul compito che ha la Madonna nei riguardi dell’umanità, con lo scopo di coglierne il significato vitale e possa portare frutto nella realtà quotidiana. Da qui anche la titubanza con la quale a volte Leonardo si esprime: vuole muoversi sul sicuro, vuol procedere con i piedi di piombo. Ci tiene tanto che si diffonda la dottrina della mediazione di Maria, ma chiede che innanzitutto la si approfondisca. È quanto riferisce anche nel Testamento spirituale.

Occasione propizia per la diffusione della conoscenza di Maria quale Mediatrice è il congresso mariano che si svolge a Torino nel Settembre del 1898. Il Murialdo non se la lascia sfuggire. In questo contesto fa la sua proposta, a lungo accarezzata, manifestando ciò che gli sta a cuore: realizzare uno studio che dimostri la mediazione della Madonna, come sintetizzata dalla celebre frase di San Bernardo, in modo da essere approfondita ed ampiamente divulgata.

D’altra parte fa piacere rilevare la serietà e la prudenza che hanno caratterizzato il Murialdo. La sua proposta rifugge da ogni esagerazione e minimizzazione, si basa su una logica saggia, punta su convinzioni solide e ben sviscerate: proprio per questo appare più fondata e credibile.

Se si crede sul serio in una verità e si vuole che porti frutto, prima di annunciarla bisogna studiarla nelle sue implicanze e farla propria. Occorre innanzi tutto riconoscere la mediazione della Madonna per poterla vivere e testimoniare consapevolmente.

DAGLI SCRITTI DEL MURIALDO

  • L’altra dottrina che vorrei che la Congregazione diffondesse è quella di sant’Alfonso de’ Liguori sulla devozione a Maria. La sentenza “Dio volle che noi avessimo tutto per mezzo di Maria” è di san Bernardo, ma non è verità di fede. Nel libro “Le glorie di Maria” sant’Alfonso de’ Liguori la sostiene e la difende strenuamente.
  • Studiare e predicare le due verità:
    1. Dio ci ama tutti, individualmente, attualmente, infinitamente;
    2. Tutte le grazie ci vengono per le mani, per l’intercessione di Maria.
  • Quando diciamo che tutte le grazie ci vengono per intercessione di Maria, non vogliamo dire che Dio non potesse concedere grazie senza tale intercessione, ma diciamo – e lo dimostriamo con prove evidenti – che Dio vuole che tutte le grazie le otteniamo per la sua intercessione, volendo così, con questo singolare privilegio, glorificare ed esaltare la Madre del Figlio suo.
  • È per i meriti di Gesù Cristo che ci vengono concesse le grazie, ma i meriti di Gesù Cristo ci vengono applicati per l’intercessione di Maria, essendo tale la volontà del Signore; e perciò è Maria il canale ordinario di tutte le grazie.
  • Doppio è l’oggetto che ci proponiamo:
    1. di far conoscere una verità così onorifica per Maria e così consolante per i suoi devoti;
    2. farla maggiormente apprezzare a tutti i cristiani.

PREGHIAMO

O Dio,
che in Cristo ci hai dato l’unico Mediatore della nostra salvezza,
fa’ che riconosciamo in dipendenza da Lui il compito di Maria Mediatrice,
che hai voluto donarci come nostra Madre ed Avvocata, piena di grazia.
Per intercessione di san Leonardo Murialdo,
per la mediazione materna di Maria
e per i meriti infiniti di Cristo Nostro Signore.
Amen.



3. CERCARE LA SUA PRESENZA



Dal Vangelo Secondo Luca (1,39-45.56-58

In quei giorni Maria si mise in viaggio verso la montagna e raggiunse in fretta una città di Giuda. Entrata nella casa di Zaccaria, salutò Elisabetta. Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino le sussultò nel grembo. Elisabetta fu piena di Spirito Santo ed esclamò a gran voce: «Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo! A che debbo che la madre del mio Signore venga a me? Ecco, appena la voce del tuo saluto è giunta ai miei orecchi, il bambino ha esultato di gioia nel mio grembo. E beata colei che ha creduto nell’adempimento delle parole del Signore».

Maria rimase con lei circa tre mesi, poi tornò a casa sua. Per Elisabetta intanto si compì il tempo del parto e diede alla luce un figlio. I vicini e i parenti udirono che il Signore aveva esaltato in lei la sua misericordia, e si rallegravano con lei.


DA “MEDIATRICE DELL’AMORE”

C’è un fatto di rilievo nell’esperienza mariana vissuta da San Leonardo Murialdo: il pellegrinaggio.

Si può dire che il viaggio esteriore simboleggia quello interiore, per cui partire per raggiungere una meta equivale a progredire nell’itinerario spirituale. Avendo riconosciuto la mediazione di Maria, a livello personale ed universale, il Murialdo sa di aver ricevuto in dono, in un certo senso la sua presenza materna, la sua visita, simile a quella che un giorno Lei fece ad Elisabetta. Le sue numerose visite ai santuari mariani in effetti hanno tutto il sapore di chi, in qualche maniera, desidera andare a trovare quella speciale presenza che si è fatta sentire nella sua vita ed ha inciso indimenticabilmente. Il primo influsso è quello esercitato su di lui dalla Consolata, il santuario della sua città, punto di riferimento della devozione dei torinesi alla Madonna, venerata con il dolce appellativo che la riconosce apportatrice di aiuto e conforto. Ancora fanciullo è consacrato a Lei dalla mamma. Fin da ragazzo è a Lei che ricorre. Il giorno stesso che fonda la congregazione vi si reca per affidarle la nuova famiglia religiosa; ogni sabato, potendo, va a visitarla; ai giuseppini chiede che passando per Torino facciano altrettanto. Si impegna a farvi celebrare una Messa, prima ogni settimana e poi una volta al mese, secondo le intenzioni della Congregazione.

Tutto questo è indicativo di quanto il Murialdo sia convinto dell’importanza che può assumere anche un luogo, se lì si fa sentire più viva la presenza della Madonna.
Se da un lato occorre andare in profondità e studiare in che consiste la sua mediazione, dall’altro bisogna muoversi per andarLe incontro, per mettersi al suo ascolto e sperimentare la sua grazia.

Attento all’evoluzione della sua epoca, Leonardo accetta con grande apertura gli interventi della Madonna nella storia, riconoscendovi i segni del suo amore che si fa attuale, della sua presenza che si fa vicina e palpabile, tanto che in determinai luoghi la si può andare a trovare, come si va a far visita alle persone care. Perciò si lega con devozione ai santuari e se gli è possibile vi si reca: Savona, Loreto, La Salette, Lourdes, Parigi, Lione e Grenoble, Issoudun, Montmartre, Annecy e Nizza, Bra, Monte Berico, Pompei e così via... A buon diritto quindi nel testamento spirituale inserisce i pellegrinaggi tra i “benefici speciali” che Dio gli ha fatto. In definitiva essi rappresentano il suo impegno - come figlio e discepolo - nella “sequela” di Maria, il non poter più fare a meno di cercare la sua presenza.

DAGLI SCRITTI DEL MURIALDO

  • Come dolce e soave è Maria specialmente nei santuari della sua misericordia!
  • A Loreto: Ho celebrato a mezzogiorno nella Casa della S. Famiglia; mi ha fatto assai impressione quando un pio canonico ha recitato ad alta voce “L’angelo del Signore qui annunciò a Maria”!
  • A La Salette: Sono giunto da pochi momenti dal pellegrinaggio. Ripartirò domani. Il mio cuore però è ancora lassù sulla montagna dell’apparizione. Quanto è buona e tenera Maria! Ella è veramente la Madre di misericordia e di ogni consolazione! Come mi sento felice! Lassù ho pregato per tutti, ed a lungo. Ho detto la Messa nella sua Cappella e all’altare ho appeso un piccolo cuore d’argento e vi ho scritto tutti i nostri nomi. Così ci terrà vicino e non ci dimenticherà più. Ho domandato tante cose alla Madonna, per voi e per me. Questa è la volta che mi darò a Dio davvero, e che mi farò santo. Nostra Signora de la Salette compirà anche questo miracolo. Ne fa tanti!
  • Quale spettacolo di magnificenza da quello sperone di montagna! Si apre una cinta di cime frastagliate e rocciose, e da ogni lato si è circondati da vette disboscate e da nubi bianche e leggere. Si è in mezzo a grandi spazi, vicinissimi al cielo. E quale silenzio! Come tutto si accorda col Messaggio celeste! In quella immensità e solitudine ho sentito il respiro di Dio, il passaggio e la presenza della Vergine in lacrime! Ho udito le sue parole gravide di avvertimenti, che richiamano alla preghiera, alla penitenza, al ritorno a Dio ed allo spirito cristiano.
  • A Lourdes: Finora non ho veduto coi miei occhi miracoli, quantunque siano innumerevoli quelli qui accaduti, ma questo poco mi importa: solo domando all’Immacolata Concezione che ne vediate uno voi; ed è quello di vedere finalmente fervoroso e santo chi dovrebbe essere il vostro modello.

PREGHIAMO

O Dio,
che hai ispirato a Maria la visita ad Elisabetta,
vieni a visitarci con la tua grazia.
Donaci di cercare sempre la presenza di Cristo Gesù
e quella della Madre del tuo Figlio.
Per intercessione di san Leonardo Murialdo,
per la mediazione materna di Maria
e per i meriti infiniti di Cristo Nostro Signore.
Amen.



4. SCOPRIRE IL SUO AMORE



Dal Vangelo Secondo Giovanni (19,25-30)

Stavano presso la croce di Gesù sua madre, la sorella di sua madre, Maria di Clèofa e Maria di Màgdala. Gesù allora, vedendo la madre e lì accanto a lei il discepolo che egli amava, disse alla madre: «Donna, ecco il tuo figlio!». Poi disse al discepolo: «Ecco la tua madre!». E da quel momento il discepolo la prese nella sua casa.

Dopo questo, Gesù, sapendo che ogni cosa era stata ormai compiuta, disse per adempiere la Scrittura: «Ho sete». Vi era lì un vaso pieno d’aceto; posero perciò una spugna imbevuta di aceto in cima a una canna e gliela accostarono alla bocca. E dopo aver ricevuto l’aceto, Gesù disse: «Tutto è compiuto!». E, chinato il capo, spirò.

DA “MEDIATRICE DELL’AMORE”

C’è un motivo di fondo che porta S. Leonardo Murialdo a farsi pellegrino, studioso e paladino di Maria: l’amore.

Si tratta del desiderio, da lui espresso a chiare lettere, di accrescere in se stesso ed in tanti la confidenza verso di Lei. Se è vero che la Madonna è importante, particolarmente nel suo compito di Mediatrice della grazia, nasce l’esigenza di darle il posto che Le spetta nella vita. Se tutto ciò che siamo ed abbiamo viene da Dio per suo mezzo, sarebbe un peccato dimenticare che Lei interviene con il suo amore e che è nostro dovere corrispondere.

Leonardo esorta accoratamente: “nasciamo anche noi ad una vita tutta di amore per Lei, amore che ci accompagni fino all’estremo punto del nostro vivere”. Solo l’amore di Dio è più grande di quello che Maria ha per noi, e solo Dio ha più diritto di Lei al nostro amore. Il nucleo centrale del carisma - che è la scoperta dell’amore di Dio creduto e riconosciuto nelle sue molteplici caratteristiche - s’innesta qui in maniera sorprendentemente naturale nella scoperta dell’amore di Maria. I due desideri espressi dal Murialdo nel testamento vengono a fondersi in uno solo: il secondo diventa la versione in prospettiva mariana del primo. In un brano è affermato espressamente: “Dio è Amore attuale, Amore personale, Amore vivo, infinito; per Maria idem”. L’amore della Madonna è limpida immagine di quello che ha Dio: materno e provvidente, gratuito ed immenso, attuale e personale, tenero e misericordioso. È stupendo notare questa concordanza perfetta che porta al cuore della spiritualità vissuta dal Murialdo. È una vita tutta di amore quella di Maria, per cui esattamente da Lei ciascuno può imparare ad amare. La stessa insistenza sulla sua mediazione universale non è altro che l’accentuazione del medesimo ideale: scoprire e testimoniare l’infinito amore di Dio che viene all’uomo attraverso la Madre. Vedere in Lei la Mediatrice di ogni grazia non significa altro che scoprirla con gioia e stupore Mediatrice dell’ Amore.

Dunque con le parole e con i fatti Leonardo canta la lode di Maria, apportatrice di tenerezza materna e sovrabbondante benedizione, - nuova Eva - che rinnova la terra, e la scopre splendidamente quale realmente è: strumento dell’Amore divino.

DAGLI SCRITTI DEL MURIALDO

  • Maria ci ama dell’amore più ardente, del più tenace e più perfetto amore: perché l’amore materno che Ella nutre per noi non è opera della natura, ma della grazia... Se Ella dunque tanto ci ama, riamiamola anche noi; troppo degna Ella è di tutto il nostro amore, sia per le sovrumane perfezioni che l’adornano qual Madre di Dio, che per l’immenso amore con cui Ella ci ama qual madre nostra.
  • Se è vero che Dio volle che noi avessimo tutto per Maria, Ella ci ama di amore speciale per i doni che ci ha dato con la vocazione cristiana; ci ama di amore attuale, personale ed immenso.
  • Sotto la croce il suo cuore pietoso si apriva ad accogliere come figli tutti i peccatori, e da quel giorno Ella divenne il sicuro rifugio, l’ancora di salvezza per ognuno che la invochi col nome dolcissimo di Madre. E da quel giorno, sempre rammentando il testamento di Gesù, riguardò gli uomini come spirituali suoi figli: amò gli uomini come una madre. E noi, o miei fratelli, non avremo per Lei amore di figli? Non avremo un amore tenero ed affettuoso che ci faccia lieti di lodarla?
  • Si sono vedute delle madri gettarsi tra le fiamme per strappare dalle fauci della morte i propri figli; perché può una madre dimenticare il frutto delle sue viscere, il suo unigenito? Quand’anche lo potesse – esclama Maria – io non dimenticherò mai i miei figli.
  • È la più amante e la più affettuosa delle madri. I santi ci dicono cose meravigliose di questo amore di Maria per noi. S. Alfonso dice che tutto l’amore delle madri terrene verso i loro figli, non è che una debole immagine, un’ombra dell’amore di Maria verso i suoi figli spirituali. S. Bonaventura ci dice che – come Dio ha tanto amato il mondo da dare il suo figlio unigenito – così Maria ci amò tanto che fece offerta e sacrificio del suo divin figlio per la nostra salvezza.
  • Maria non si lascerà vincere mai da noi in amore. Amiamola e ne saremo riamati. Se noi l’ameremo davvero, come riposeremo all’ombra del suo manto, con quale abbondanza scenderanno su di noi le benedizioni, i tesori del cielo di cui ella è costituita dispensatrice, come saremo benedetti in vita, come sarà preziosa la nostra morte, come saremo felici attorno al trono celeste per tutta l’eternità.

PREGHIAMO

O Dio,
che nel tuo amore infinito
hai voluto che il tuo Figlio
dall’alto della croce
ci donasse Maria come dolcissima Madre,
fa’ che scoprendo il suo amore materno
viviamo come suoi figli.
Per intercessione di san Leonardo Murialdo,
per la mediazione materna di Maria
e per i meriti infiniti di Cristo Nostro Signore.
Amen.



5. RINGRAZIARE PER I SUOI DONI



Dal Vangelo Secondo Luca (1,46-55)

Allora Maria disse:
«L’anima mia magnifica il Signore e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore, perché ha guardato l’umiltà della sua serva.
D’ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata.
Grandi cose ha fatto in me l’Onnipotente e Santo è il suo nome: di generazione in generazione la sua misericordia si stende su quelli che lo temono.
Ha spiegato la potenza del suo braccio, ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore; ha rovesciato i potenti dai troni, ha innalzato gli umili; ha ricolmato di beni gli affamati, ha rimandato a mani vuote i ricchi.
Ha soccorso Israele, suo servo, ricordandosi della sua misericordia, come aveva promesso ai nostri padri, ad Abramo e alla sua discendenza, per sempre».

DA “MEDIATRICE DELL’AMORE”

C’è un sentimento profondo che avvolge la dimensione mariana di San Leonardo Murialdo: la gratitudine.

Scoprire di avere una Madre, grazie alla quale siamo rinati e viviamo, che continuamente ci ha amato e perfino salvato in tante situazioni, che magari per anni abbiamo trascurato e non siamo stati capaci nemmeno di riconoscere, significa che abbiamo innanzitutto il dovere di esserLe grati. Il desiderio testamentario di Leonardo sulla mediazione di Maria vuole raggiungere precisamente tale obiettivo di riconoscenza, che occorre sentire ed accrescere sempre più in se stessi ed in tutti i fedeli.
D’altra parte è sperimentato che quando ci si sente amati la prima esigenza che nasce è quella di ringraziare.
Il problema, secondo il Murialdo, è che molti non si rendono conto degli innumerevoli doni che ricevono attraverso la Madonna, non ci pensano, non approfondiscono la cosa, e vivono come se Lei non ci fosse o non facesse niente per loro.
Infatti chi è incosciente non può essere riconoscente: non ha coscienza, non conosce, non sa e quindi non può capire il rapporto da vivere con la Madre. In un certo senso è come il bambino piccolo che riceve tutto dalla mamma, ma ancora non ha la capacità di relazionarsi con lei da figlio che ricambia. Sviluppare il sentimento della gratitudine diventa dunque segno di crescita e di maturità, significa passare dalla ricerca di essere amati all’impegno di amare in maniera oblativa.
La riflessione di Leonardo torna con frequenza su questo punto.

C’è in lui una forte convinzione del ruolo che Maria assume nella storia del mondo e di ciascuno; Lei interviene nel tempo e quindi passato, presente e futuro sono da ricondurre nel loro senso profondo alla sua azione di grazia. È questa una “verità consolantissima”. Il dono più caro che da Lei si riceve non sta nei fatti straordinari o miracolosi, nelle guarigioni o nell’esaudimento delle richieste materiali, ma nella crescita della vita di fede ed in grazia divina.

DAGLI SCRITTI DEL MURIALDO

  • Quale gratitudine e quale amore dobbiamo a Maria! Tutte le innumerevoli grazie che abbiamo ricevuto in tutta la vita, tutte quante, dopo Dio, le dobbiamo a Maria. Amiamola e ringraziamola.
  • Quanto sarei lieto se io potessi accrescere in me e nei miei fratelli quei due sentimenti di gratitudine e di confidenza che tanto onorano e glorificano la tua bontà o Madre e la tua potenza! Orbene io credo che tutti saremmo a te immensamente più grati, ed in te confidenti, se giungeremo ad avere una chiara cognizione ed una fermissima persuasione di quella consolante verità, proclamata dal tuo devoto S. Bernardo con quelle parole: Dio volle che tutte le grazie ci vengano per Maria.
  • Cara Madre mia, Maria, io vorrei poterti dare un qualche attestato di riconoscenza che io ti debbo per gli innumerevoli benefici che mi hai fatto in tutto il corso della mia vita… Se io giunga a conoscere che tutti quei milioni di grazie, temporali e spirituali che ho ricevuto dal Signore, mi sono stati ottenuti tutti quanti, nessuna grazia eccettuata, dalla tua intercessione, quanto non sarà la mia riconoscenza verso di te!
  • E per l’avvenire, o Madre? Anche per l’avvenire tutte le grazie che vorrò ottenere dal Signore, dovrò riceverle dalle tue mani, cioè per la tua intercessione. Ebbene, o carissima Madre mia, io ti supplico fin d’ora a volermele tutte accordare: io tutte le spero per i meriti di Gesù Cristo e per le tue preghiere, perché tale è la volontà di Dio. Quale gloria per te, o Maria; quale fiducia e qual gioia per me, o Maria. In te spero, non sarò confuso in eterno.
  • Quale consolazione l’essere stato devoto di Maria Immacolata! Questa buona Madre che la Chiesa ci fa invocare col nome di Vergine fedele, si mostra veramente tale in quegli estremi momenti. Non potete credere, diceva un suo devoto in punto di morte al sacerdote che lo assisteva, la consolazione che porta in morte il pensiero di aver servito la buona Madre Maria.
  • Da quanto tempo Dio invita, Maria prega, gli Angeli ed i Santi rimirano questa lotta di noi contro la misericordia di Dio: fino a quando Dio inviterà, Maria pregherà invano? Prevalga Dio, non prevalga l’uomo. Cessi questa resistenza passiva. Consoliamo Dio, Maria, i Santi, e salviamo noi.

PREGHIAMO

O Dio,
che attraverso Maria ci doni la tua grazia,
fa’ che sappiamo essere sempre
riconoscenti al tuo amore
e ringraziarti per ogni beneficio.
Per intercessione di san Leonardo Murialdo,
per la mediazione materna di Maria
e per i meriti infiniti di Cristo Nostro Signore.
Amen.



6. CAMMINARE SUI SUOI PASSI



Dal Vangelo Secondo Luca (1,26-38)

Nel sesto mese, l’angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nazaret, a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, chiamato Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. Entrando da lei, disse: «Ti saluto, o piena di grazia, il Signore è con te». A queste parole ella rimase turbata e si domandava che senso avesse un tale saluto. L’angelo le disse: «Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ecco concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e chiamato Figlio dell’Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine».

Allora Maria disse all’angelo: «Come è possibile? Non conosco uomo». Le rispose l’angelo: «Lo Spirito Santo scenderà su di te, su te stenderà la sua ombra la potenza dell’Altissimo. Colui che nascerà sarà dunque santo e chiamato Figlio di Dio. Vedi: anche Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia, ha concepito un figlio e questo è il sesto mese per lei, che tutti dicevano sterile: nulla è impossibile a Dio». Allora Maria disse: «Eccomi, sono la serva del Signore, avvenga di me quello che hai detto». E l’angelo partì da lei.

DA “MEDIATRICE DELL’AMORE”

C’è una esigenza vitale alla base dell’esperienza mariana di San Leonardo Murialdo: l’imitazione.

Avendo scoperto l’importanza della Madonna nel suo compito di Mediatrice d’Amore, essendosi avviato sui suoi passi con gratitudine, non ha altro desiderio che imparare da Lei, ascoltando i suoi inviti e mettendoli in pratica come figlio ubbidiente. Sa bene che l’affetto e la riconoscenza, più che a parole si dimostrano con i fatti. Come in famiglia non può dire di amare i genitori chi sistematicamente non s’impegna a fare quello che loro chiedono per il suo bene così nei riguardi della Madre celeste.

Ne va di mezzo non solo la coerenza ma la stessa autenticità della devozione. Ed è così la sua esperienza personale e la sua proposta mariana, non disgiunta da ciò che la rende equilibrata e concreta, dalla chiamata primaria del Vangelo alla conversione, dal modo giusto di intendere la figura della Madonna, vista principalmente nel suo itinerario di fede terreno e quindi come modello del cristiano.
È lei infatti l’immagine in cui la Chiesa intera si rispecchia nel suo cammino verso la patria definitiva.
Se poi è naturale che i figli assomiglino alla mamma, si nutrano di lei e crescano sul suo esempio ed insegnamento, si capisce meglio la logica che porta ad imitare la Madre celeste ed a ricopiare in sé i suoi lineamenti. In realtà se si fosse per nulla somiglianti a Lei verrebbe da chiedersi se si è davvero figli suoi. Perciò il Murialdo stimola “ad essere degni figli di Maria”, specificando che non si tratta di chiacchiere o di sterile sentimentalismo, ma di fatti concreti ed esperienza vissuta.

È l’ideale di quella vita “santa e immacolata” che ognuno è chiamato a conquistare, come dice il cantico iniziale della lettera agli Efesini. Su questa VIA, magnificamente percorsa da Maria, il cristiano trova quello che deve essere lo sviluppo del suo cammino di fede.
In particolare, osserva il Murialdo, occorre imparare da Lei tre cose:

  • l’adesione alla volontà del Dio,
  • il senso del dolore,
  • il dono di Gesù.

Quello che la Madonna insegna a Nazaret, per la massima parte della sua esistenza, è ciò che normalmente tutti hanno da mettere in pratica. Non ci sono da segnalare molti fatti straordinari, non è altro che il diuturno impegno a fare quello che Dio vuole e come Lui vuole, nelle circostanze piccole e grandi di ogni giorno. È il tipo di santità in cui bisogna crescere approfittando del tempo e delle occasioni che la vita offre. Altri santi son famosi per azioni eroiche, miracoli e sapiente dottrina; alla “scuola di Maria” s’impara semplicemente a vivere secondo la volontà divina.

Un metodo universale, adatto a tutti, perché ad alcuni è chiesto talora qualcosa di eccezionale, mentre a tutti è richiesto l’impegno ordinario, nella quotidianità, nel momento presente.

DAGLI SCRITTI DEL MURIALDO

  • Amiamo Maria di un amore tenero ed affettuoso, ma di amore che si riveli con le opere... che ci riporti anche ad imitarla nella pratica della virtù, in cui principalmente suole consister la devozione verso i santi.
  • La prima classe non onora né prega.
    La seconda classe onora e prega, ma non imita Maria Vergine; prega Maria ma solo per i beni temporali; ovvero prega e si fida su questa devozione a Maria per salvarsi, ma senza convertirsi e vivendo in peccato (Maria aiuta a convertirsi, ma non salva chi non vuole convertirsi).
    La terza classe rende un culto completo: onora, prega, imita Maria; Maria è imitabile da tutti; fu figlia, sposa, madre, amante di Dio, umile ecc. Pratichiamo così la devozione a Maria, andremo a contemplarla in cielo.
  • Diciamo con le opere: siamo figli di Maria; Maria ci dirà con le opere, in vita ed in morte: sono tua Madre.
  • Animiamoci a fare come Maria! Il motto della sua santità, della sua morale, della sua teologia: ecco la serva del Signore, sia fatto di me secondo la tua parola.
  • Ogni momento porta un dovere da compiere per far la volontà di Dio, e questo basta per la perfezione.
    Quest’istante è come un angelo che dichiara la volontà di Dio: il cuore fedele prorompe sempre il sì, come Maria Vergine a Gabriele.
  • È quello che la Madonna e S. Giuseppe praticavano a Nazaret. Di quale pane si nutriva la loro fede? Che cosa scoprivano sotto l’apparenza ordinaria degli avvenimenti della loro vita? Ciò che era visibile non era diverso da ciò che accadeva agli altri uomini, ma l’invisibile che la loro fede scopriva in essi, era nientemeno che Dio nell’atto di operare grandissime cose.
  • Consideriamo quanto Maria patì, consideriamo come Ella patì. Il vedere quanto ci farà compatire, il vedere come ci farà imitare. Ci conforterà a tollerare pazientemente le contrarietà e le traversie della vita anche noi che certamente siamo ben lungi dalla sua innocenza. Ci accenderà il desiderio di camminare sui suoi passi e di soffrire in terra rassegnati con Lei, per poi un giorno gioire con Lei gloriosi nel cielo.
  • La devozione a Maria consiste soprattutto nel ricever suo Figlio; Ella se ne ricorda e ci otterrà la grazia di riceverlo in morte.

PREGHIAMO

O Dio,
fa’ che ci mettiamo alla scuola di Maria,
che camminiamo sui suoi passi,
facendo la tua volontà,
accogliendo il Signore,
offrendo la nostra vita.
Per intercessione di san Leonardo Murialdo,
per la mediazione materna di Maria
e per i meriti infiniti di Cristo Nostro Signore.
Amen.



7. AFFIDARSI ALLA SUA PROTEZIONE



Dal Vangelo Secondo Matteo (6,25-34)

Perciò vi dico: per la vostra vita non affannatevi di quello che mangerete o berrete, e neanche per il vostro corpo, di quello che indosserete; la vita forse non vale più del cibo e il corpo più del vestito? Guardate gli uccelli del cielo: non seminano, né mietono, né ammassano nei granai; eppure il Padre vostro celeste li nutre. Non contate voi forse più di loro? E chi di voi, per quanto si dia da fare, può aggiungere un’ora sola alla sua vita? E perché vi affannate per il vestito? Osservate come crescono i gigli del campo: non lavorano e non filano. Eppure io vi dico che neanche Salomone, con tutta la sua gloria, vestiva come uno di loro.
Ora se Dio veste così l’erba del campo, che oggi c’è e domani verrà gettata nel forno, non farà assai più per voi, gente di poca fede? Non affannatevi dunque dicendo: Che cosa mangeremo? Che cosa berremo? Che cosa indosseremo? Di tutte queste cose si preoccupano i pagani; il Padre vostro celeste infatti sa che ne avete bisogno.
Cercate prima il regno di Dio e la sua giustizia, e tutte queste cose vi saranno date in aggiunta. Non affannatevi dunque per il domani, perché il domani avrà gia le sue inquietudini. A ciascun giorno basta la sua pena.

DA “MEDIATRICE DELL’AMORE”

C’è un’opzione fondamentale su cui si costruisce la dimensione mariana di San Leonardo Murialdo: l’affidamento.

Egli riconosce di essere stato prescelto dalla misericordia divina da sempre ed affidato alla madre celeste fin dall’infanzia. Mamma Teresa, insegnandogli i primi passi, gli insegna pure ad avanzare nella fede dando la mano alla Madonna come guida sicura.

Alla sua protezione sa di essere consacrato e ad essa attribuisce la propria crescita ed il superamento delle difficoltà. Una volta divenutone consapevole, prende l’abitudine a mettersi sempre nelle sue mani. Affida a Lei ogni cosa, ritenendo quanto mai preziosa la sua benedizione su tutto ciò che si trova ad affrontare. Primo motivo d’affidamento è la fedeltà alla chiamata di Dio, la ricerca e l’attuazione della volontà divina, la vittoria sul male e sulle tentazioni, il viaggio verso la santità. In tal modo viene da lui centrato un punto essenziale e genuinamente evangelico: non servire a due padroni e non affannarsi per la vita materiale, ma abbandonarsi alla divina provvidenza e cercare innanzi tutto il suo regno.

Sono tante le occasioni in cui il Murialdo dichiara apertamente il suo abbandono tra le braccia della Madonna. Ad esempio nel 1852 inizia il ministero sacerdotale nel nome di Maria. Sotto la protezione di Notre Dame delle vittorie pone l’anno che trascorre a Parigi nel 1865. Specie nei pellegrinaggi ai santuari mariani affida se stesso e la congregazione.

A Maria consacra poi tutto il suo apostolato, l’azione educativa e sociale, l’attività nel movimento cattolico ed operaio. Non attribuisce a sé alcun merito per il successo od i frutti che ottiene. Nelle mani della Madre pone la promozione delle Unioni Operaie Cattoliche e dell’Opera dei Congressi. Sotto la protezione della Vergine del Rosario mette l’associazione per la diffusione della buona stampa, come pure il suo vivace impegno a difesa della Chiesa ed a tutela dei minori.

È significativo l’atteggiamento che Leonardo assume in occasione della malattia che colpisce suo fratello Ernesto nell’agosto del 1890. Tutta la sua fiducia è in Maria ed a Lei affida quella guarigione che gli sta intensamente a cuore. Dato che la situazione della malattia è stazionaria, il suo pensiero ritorna alla Regina del Rosario, al cui altare di Pompei fa pregare, convinto che in quel Tempio, divenuto in breve di grande fama, la sua supplica sarà più ascoltata. In realtà non viene esaudito ed affida anche questo dolore alle sue mani materne: Lei sa perché non è stato possibile e quali sono i piani di Dio, che dalla sofferenza ricava un bene più grande.

Con le espressioni devozionali proprie del suo tempo, il Murialdo vive nella quotidianità la consacrazione alla Madre celeste. Anche il suo desiderio di approfondire e diffondere la dottrina di Maria Mediatrice, è posto nelle sue mani. Si può dire che non c’è un solo problema che trattiene per sé, davvero tutto, gioie e dolori, croci e consolazioni, la vita intera, affida completamente a Lei. Alla medesima scelta il Murialdo invita i suoi amici, a ciascuno comunica come dono e per esperienza quanto conviene consacrarsi a Maria in ogni vicenda dell’esistenza.

DAGLI SCRITTI DEL MURIALDO

  • " Signore, al cospetto del cielo e della terra, di Maria, degli Angeli e dei Santi, proclamo e giuro di darmi a Te, abbandonarmi ora e sempre nelle tue braccia, di non voler più acconsentire ad offenderti a costo della vita, di voler avere i tuoi giudizi, affetti, intenzioni, e di diffondere il tuo Regno, affidato a Te ed all’onnipotente preghiera della tua e mia Madre Maria.
  • Oggi ho comprato un voto che pare d’oro, piccolo come la nostra Congregazione, e vi ho scritto dentro:
    “O Maria Immacolata
    io ti consacro nelle tue mani la mia anima
    e la congregazione di san Giuseppe tuo sposo.
    27 Agosto 1876”.
    E così come la congregazione è già presso all’altare e sotto gli occhi della Madonna de La Salette, così sarà sotto gli occhi dell’Immacolata Concezione.
  • Il mio fratello non migliora molto... avrei intenzione di promettere alla Madonna, sotto il titolo di Pompei, di promuovere la sua devozione in Collegio se ottiene questa grazia.
  • Maria, mia tenera Madre, tu che mi hai tante volte salvato dall’inferno, tu che mi hai condotto al santo rifugio che avevo perduto, che mi hai donato tutte le grazie, vieni con me, ne va della tua gloria, io mi getto fra le tue braccia come un bambino nelle braccia di sua madre.
  • Quest’oggi voi affiderete la vostra perseveranza nelle mani di Maria, vi metterete per tutta la vita sotto la sua speciale protezione.
  • Metti la tua perseveranza sotto la sua protezione; metti nelle sue mani onnipotenti, e quanto onnipotenti altrettanto misericordiose, il grande affare della tua santificazione.
  • Metti tutto, tutto, tutto nelle mani di Maria Santissima, e tutto andrà infallibilmente bene.
  • Ricorrere alla Speranza dei disperati, alla Nostra Signora del S. Cuore, e dirle: o Madre di Dio e Madre mia, in te, Signora, ho sperato, non sarò confuso in eterno... ed i propositi metterli per garanzia nelle mani di Maria SS.ma.
  • Dio e la Madonna della Pace senza dubbio non solo ti consoleranno, ma ti aiuteranno; e ci faranno conoscere la giustissima, altissima ed amabilissima volontà di Dio.
  • Sì, sia Ella, dopo Gesù, tutta la nostra speranza: in ogni bisogno, o temporale o spirituale, alziamo gli occhi a Maria, invochiamo Maria.

PREGHIAMO

O Dio,
ci abbandoniamo totalmente alla tua provvidenza.
Fa’ che sappiamo affidare ogni cosa a te
e alla protezione di Maria,
madre di Cristo e nostra Protettrice.
Per intercessione di san Leonardo Murialdo,
per la mediazione materna di Maria
e per i meriti infiniti di Cristo Nostro Signore.
Amen.



8. PREGARE CON LA SUA INTERCESSIONE



Dal Vangelo Secondo Luca (18,1-8)

Disse loro una parabola sulla necessità di pregare sempre, senza stancarsi:
«C’era in una città un giudice, che non temeva Dio e non aveva riguardo per nessuno.
In quella città c’era anche una vedova, che andava da lui e gli diceva: Fammi giustizia contro il mio avversario. Per un certo tempo egli non volle; ma poi disse tra sé: Anche se non temo Dio e non ho rispetto di nessuno, poiché questa vedova è così molesta le farò giustizia, perché non venga continuamente a importunarmi ».
E il Signore soggiunse: «Avete udito ciò che dice il giudice disonesto. E Dio non farà giustizia ai suoi eletti che gridano giorno e notte verso di lui, e li farà a lungo aspettare? Vi dico che farà loro giustizia prontamente.
Ma il Figlio dell’uomo, quando verrà, troverà la fede sulla terra?».

DA “MEDIATRICE DELL’AMORE”

C’è un aspetto fondamentale in cui si esprime la dimensione mariana di San Leonardo Murialdo: la preghiera.

È naturale per Leonardo dialogare con Maria, come fa il figlio con la mamma. Non per dovere ma per amore ci si rivolge a Lei e ci s’impegna a crescere in un rapporto di “amore che ci rechi ad invocarla con la preghiera”.

Non si può non parlare con chi si vuol bene, anzi più si è amici di qualcuno più si desidera starci insieme per raccontarsi le piccole e/o grandi cose d’ogni giorno.
Non trovare mai il tempo per pregare è segno che è scarso, inconsistente o addirittura inesistente l’amore per Dio e nel nostro caso per la Madonna.
Forse un motivo per cui oggi la famiglia va spesso in crisi sta pure nel fatto che non sa salvaguardare al suo interno lo spazio necessario per la preghiera, la quale oltretutto unisce e rasserena, predispone alla pace, al perdono ed all’amore fraterno.

Ad ogni modo la vita del Murialdo si presenta principalmente come vita di preghiera, al di là della fervida attività sociale e caritativa, tanto è da lui considerata importante nell’intero arco della sua esistenza.

Il Vangelo sottolinea la “necessità di pregare sempre, senza stancarsi mai” (Lc 18,1); a volte si parla di adorazione perpetua, orazione continua. Giustamente ci si chiede come sia possibile con tanti doveri ed attività da svolgere. Un tempo si usavano le giaculatorie, brevi espressioni di lode o di supplica, da intercalare con le azioni quotidiane. Leonardo ne riempiva la giornata, sforzandosi perché non degenerassero in forme puramente meccaniche: la sua era davvero preghiera del cuore.

Un giuseppino attesta che, essendo uscito un giorno con lui, gli è stato insegnato a santificare ogni passo, mettendo l’intenzione del saluto “Ave Maria”, oppure “sia lodato Gesù Cristo” al susseguirsi dei movimenti. Altre testimonianze riferiscono che in viaggio era solito pregare due o tre volte il Rosario intero e che aveva una devozione speciale per l’invocazione “Angelus Domini”.

Dalla Francia, dove è andato per ristabilirsi in salute, scrive: “io accoppio le due cose: mezzi naturali e soprannaturali, faccio cura e faccio la novena a N.S. di Lourdes”.
Non prega però con l’attaccamento a ricevere ad ogni costo quanto desidera, ma con la volontà di fare ciò che è più gradito al Signore. Nel 1866, quando viene chiamato ad accettare la direzione degli Artigianelli - compito gravoso che svolgerà per 34 anni fino alla morte - prega intensamente per saper decifrare il piano di Dio sulla sua vita, cosciente di quanto sarà carica di conseguenze la scelta che è sul punto di fare.

DAGLI SCRITTI DEL MURIALDO

  • Dolce mio Salvatore, cara mamma mia Maria, gradite, ve ne prego, per amore dei vostri santissimi ed amabilissimi Cuori, il patto che stamattina io desidero fare con voi. Il patto consiste in ciò, che quante volte nel decorso di questo giorno io respirerò intendo fare col più grande affetto possibile tanti milioni di atti d’amore verso di Voi, quante sono le stelle del firmamento, gli atomi dell’aria, le arene del mare, le foglie degli alberi, le gocce d’acqua nel mare e nei fiumi, i pensieri degli uomini che furono, che potrebbero essere, ed anzi quanti sono i momenti di tutta l’eternità.
  • Ogni giorno, dopo Messa, chiederò con una Salve Regina il fervore di spirito, la forza d’animo e la robustezza fisica per procurare la gloria di Dio per mezzo della mortificazione interiore ed esteriore.
  • Ho terminato la novena a N.S. di Lourdes; ma veramente non ho domandato la guarigione in modo assoluto, ma il meglio a maggior gloria di Dio.
  • Come son perfette le opere che si compiono in mezzo a due Ave Maria!
  • Qual consolazione ad un esule pensare alla Madre che lo libererà con le suppliche? Qual gioia al nocchiero in tempesta vedere la stella?
  • Di tutti gli esercizi di pietà il più grato a Maria, come il più vantaggioso alle nostre anime, è la comunione; perché in essa e per essa, La Madonna ci vede uniti intimamente e quasi immedesimati in Gesù Cristo suo divin Figlio.
  • Quando ci troviamo uniti ed immedesimati, così che siamo una sola cosa con Cristo, non possiamo allora a tutta ragione dire a Maria: donna, ecco il tuo figlio?
  • Quale perpetuo ricorso, come è perpetuo il suo soccorso!
  • O Maria,
    mia protettrice e tenera madre,
    concedimi una volontà
    costante
    di morire a me stesso
    per vivere
    del tuo Figlio Gesù.
    Fa’ che io sappia
    mortificarmi senza farlo apparire,
    essere socievole e gaio senza dissiparmi,
    essere severo con me stesso,
    dolce e sensibile con gli altri.
    Fa’ che io sappia
    lavorare senza gloria alcuna per me,
    affezionarmi alle anime
    senza diminuire il mio amore per Dio;
    sappia amare, ma tutto in lui e per lui;
    sappia tenere raccolto il mio spirito
    per ascoltarlo
    e libero il cuore
    per seguirlo nel suo volere divino.
    In te confido,
    madre potente e buona,
    io sono tuo:
    proteggimi e guidami nel cammino della santità.
    Amen.

PREGHIAMO

O Dio,
tu che non abbandoni i tuoi figli
e ascolti le loro suppliche,
vieni in nostro aiuto.
Aumenta la nostra fede,
fa’ che impariamo
a meditare nel nostro cuore
e che non ci stanchiamo di pregare.
Per intercessione di san Leonardo Murialdo,
per la mediazione materna di Maria
e per i meriti infiniti di Cristo Nostro Signore.
Amen.



9. CONTEMPLARE CON I SUOI OCCHI



Dagli Atti Degli Apostoli (1,12-14; 2,1-4)

Allora ritornarono a Gerusalemme dal monte detto degli Ulivi, che è vicino a Gerusalemme quanto il cammino permesso in un sabato. Entrati in città salirono al piano superiore dove abitavano. C’erano Pietro e Giovanni, Giacomo e Andrea, Filippo e Tommaso, Bartolomeo e Matteo, Giacomo di Alfeo e Simone lo Zelòta e Giuda di Giacomo. Tutti questi erano assidui e concordi nella preghiera, insieme con alcune donne e con Maria, la madre di Gesù e con i fratelli di lui.

Mentre il giorno di Pentecoste stava per finire, si trovavano tutti insieme nello stesso luogo. Venne all’improvviso dal cielo un rombo, come di vento che si abbatte gagliardo, e riempì tutta la casa dove si trovavano. Apparvero loro lingue come di fuoco che si dividevano e si posarono su ciascuno di loro; ed essi furono tutti pieni di Spirito Santo e cominciarono a parlare in altre lingue come lo Spirito dava loro il potere d’esprimersi.

DA “MEDIATRICE DELL’AMORE”

Un discorso a parte merita il Rosario, che da secoli risulta la tipica espressione della pietà mariana.

Occorre comprenderne il valore profondo. San Leonardo Murialdo in diverse pagine cerca in tutti i modi di spiegarne la ricchezza, consapevole che tanti non lo capiscono e non ne valutano l’importanza. Si tratta di abituarsi a considerare non ciò che è opinabile o secondario, ma quelli che sono i misteri i principali della fede - dai gaudiosi ai dolorosi e ai gloriosi - e cioè l’incarnazione, la passione e la risurrezione di Cristo. Sta qui il kerigma apostolico, il primo annuncio cristiano, che alle origini si soffermava solo su questi punti fondamentali, lasciando alla catechesi seguente l’approfondimento della vita pubblica di Gesù con i discorsi ed i miracoli.
Si può dire pure che si tratta di quei fatti che devono avere una rispondenza nella pratica quotidiana del cristiano: che gettano luce sulla sua esperienza, la quale è costituita ogni giorno di gioia e di dolore, come anche di speranza per la gloria futura.
Insomma nei misteri del rosario è racchiusa proprio “la sostanza” del Vangelo.
Tant’è vero poi che lo stesso ripetere la prima parte dell’ Ave Maria è come ripercorrere il medesimo itinerario proposto dall’evangelista Luca, a cominciare dall’annunciazione. Ritorna qui l’attrattiva dei trent’anni di Nazaret, con l’ideale della santa Famiglia, in cui ha da rispecchiarsi ogni casa e l’intera Chiesa, con quell’invidiabile semplicità ed armonia vissuta tra Gesù, Maria e Giuseppe.

Preghiera ecclesiale, la seconda parte dell’Ave Maria fa riconoscere la nostra miseria e confidare in Lei, senza temere di annoiarla nel chiederle continuamente di pregare per noi, sapendo quanto è importante l’affidamento del momento presente e degli ultimi istanti della vita. La ripetizione d’altronde è tipica della preghiera contemplativa, e tale è da intendere il rosario. Non ci sono parole da cercare o pensieri da moltiplicare. Si tratta di contemplare Dio e di rivedere la nostra vita con gli occhi di Maria. C’è solo da abbandonarsi all’azione della grazia e sentirsi in compagnia, almeno per un po’ di tempo, con il Signore e con la Mamma, con san Giuseppe, come si sta in famiglia, senza lasciarsi travolgere dalle preoccupazioni, raccontandosi magari come va e raccomandando i desideri che più stanno a cuore.

Anche nella preghiera a volte si pecca di estetismo e di formalità, e ci si lascia facilmente condizionare dalle modalità. Il rosario si presenta come un modello semplice, popolare ed universale, adatto a tutti e per ogni circostanza. Anche oggi, davanti all’indifferenza religiosa, all’urgenza di una nuova evangelizzazione, alla mancanza della pace, c’è bisogno di riscoprire la forza e la necessità del Rosario.

DAGLI SCRITTI DEL MURIALDO

  • Chi potrebbe ancora dubitare delle virtù di questa bella preghiera? Il santo Rosario, oltre la sua origine celeste, ha pure con sé un merito altissimo, se si considera nella sua sostanza... Che si può fare di meglio che riandare con la mente ai misteri della nostra santa redenzione, che intercalarli con tante invocazioni a chi è nostra Madre?
  • Ripetendole le parole con cui fu salutata prima dall’Angelo, poi da Santa Elisabetta, diciamole quel carissimo saluto: Dio ti salvi, o Maria, saluto che Gesù stesso le avrà detto migliaia di volte mentre le stava a fianco, mentre si dipartiva da lei per eseguire gli ordini, mentre ritornava per portarle quanto gli aveva chiesto.
  • A questo saluto così bello, così caro, così santo, aggiungiamo quelle parole che la Chiesa fa seguire:
    Santa Maria,
    Madre di Dio,
    prega per noi,
    adesso e nell’ora della nostra morte.
  • Non bisogna conoscere che cosa sia l’eternità per stancarci di chiederla dieci, cento, mille volte. Non bisogna conoscere quel tremendo conflitto che ci toccherà sostenere in quel punto per dire: basta. Non è forse così che fanno i ragazzini quando vogliono ottenere qualche favore dai loro parenti? Forse che si accontentano di chiederlo una volta sola?
  • Il Rosario è come il breviario dei servitori di Maria. Il solo libro del cieco e del povero. Il libro della madre cristiana che culla il bambino, salutando la divina madre che è nei cieli. Il libro del pellegrino, il libro della vecchiaia, il libro dei malati, che in esso trovano aiuto e conforto nelle loro necessità.
  • Sia dunque nostro impegno di recitarlo bene, con attenzione, con affetto e con grande speranza, e non mancherà di muovere il cuore santissimo di Maria Vergine nostra buona madre, la quale come allora soccorse la cristianità afflitta dalla persecuzione dell’islamismo, così ora si muoverà a pietà della Chiesa travagliata dal flagello ben più tremendo dell’incredulità e della miscredenza.
  • Colui che osserva e mette in pratica i comandamenti, questi è quegli che mi ama, dice Gesù nel Vangelo.
    Se volete dunque essere grati al Signore, fate quanto egli ci comanda. Egli vuole che lo preghiate di cuore e sovente, e voi quando dite le orazioni del mattino e della sera, quando ascoltate la Messa, pregate sempre di cuore, non pensando altro che a Dio, e non pregate solo con la bocca, ma pensate quello che dite al Signore e ditelo veramente con il cuore, desiderando di aver quello che gli domandate.
    Il Signore vuole che siate devoti di Maria sua madre e madre anche vostra; non lasciate dunque mai passare giorno senza pregare questa Signora, che come madre nostra non sa negare a noi le grazie che le chiediamo, e come Madre di Dio ottiene da Dio quanto vuole.

PREGHIAMO

O Dio,
che rinnovi la Chiesa
con la grazia dello Spirito Santo,
fa’ che sappiamo
contemplare l’opera del tuo amore
e guardare alla vita con occhi nuovi.
Per intercessione di san Leonardo Murialdo,
per la mediazione materna di Maria
e per i meriti infiniti di Cristo Nostro Signore.
Amen.
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