Grazie Padre Vescovo
“Vengo volentieri nella vostra parrocchia, caro P. Guglielmo.”, così incontrandomi a Venegono mi salutò il card. Dionigi Tettamanzi, con la sua cordiale affabilità.
Il 13 novembre 2005 verrà il nostro Vescovo nella nostra parrocchia per inaugurare in Via Gonin 62 la cappella in onore della Santa Gianna Beretta Molla, una struttura spaziosa e accogliente dove ogni domenica sera celebriamo l’Eucaristia. E poi il Cardinale si trasferirà in parrocchia Murialdo alle 18.00 per l’Eucaristia di ringraziamento per i 50 anni della chiesa.
50 anni fa il Card. Montini, poi Papa Paolo VI, inaugurò, il 3 dicembre 1955, la nuova chiesa che poi il Card. Martini nel 1986 volle dedicata a S. L. Murialdo. Il mio pensiero va con riconoscenza ai miei predecessori, ai tanti giuseppini, suore e laici che nell’impegno umile e silenzioso hanno operato in tutti questi anni. Senza il lavoro nascosto di tanti nostri fratelli e sorelle non avremmo avuto frutti generosi.
50 anni della Chiesa, 65 dagli inizi della presenza dei giuseppini al Lorenteggio. Un lungo cammino, tanti momenti di gioia , ma sappiamo non mancarono difficoltà e sofferenze.
Desidero sia questa la giornata del “Grazie”. Un grazie … grazie grande che diventi Grazia. Troveremo così la gioia di protenderci verso ciò che sta in avanti, nel desiderio di giungere a quel volto di chiesa che il Signore vuole oggi da noi.
Don Guglielmo - parroco
13 Novembre 2005 - Festeggiamo i 50 anni della nostra chiesa
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Ci prepariamo con una settimana speciale: tre serate di
Esercizi Spirituali parrocchiali, con la presenza di
P. Tullio Locatelli, vicario generale della congregazione dei Giuseppini.
mercoledì 09 Novembre - ore 21.00
giovedì 10 Novembre - ore 21.00
venerdì 11 Novembre - ore 21.00
Tema:
"Siete sale, siete luce …sarete miei Testimoni"
Negli stessi giorni alle ore
16.30 nella sala Papa Giovanni
incontro con le persone anziane
sabato 12 Novembre - ore 21,00 - Concerto Gospel
“Singing for You” 2005
Il titolo di questo nuovo spettacolo ha un triplice significato:
1) Singing for You = Cantando per Te, Signore... un canto di gioia!
2) Singing for You = Cantando per Te, fratello che hai bisogno!
3) Singing for You = Cantando per (e con) Voi che ci ascoltate...
battete le mani, ballate, cantate, Vi divertite e pregate con noi!
Tutti siamo invitati !!!
domenica 13 Novembre - ore 17.30 - Inaugurazione Cappella S. Gianna Beretta Molla
In via Gonin 62Ore 18.00 in Parrocchia
S. Messa di ringraziamento per i 50 anni della nostra Chiesa con la presenza del Vescovo Card. Dionigi Tettamanzi
Appuntamento con il | |
Due appuntamenti per il mese di ottobre, il 2 e il 24.
Come è ormai diventata abitudine anche questi incontri - soprattutto il primo - hanno visto la presenza di numerosi operatori parrocchiali e di quanti desideravano confrontarsi sui temi proposti. Nella riunione del 2 ottobre, abbiamo letto assieme la proposta di un piano pastorale per il 2005/2006 proposto da don Guglielmo. Partendo dal Progetto Pastorale, fatto all’inizio del suo mandato da questo Consiglio, alla luce del Piano Diocesano del nostro Cardinale, si è cercato di redigere uno strumento più snello e in linea con le esigenze di oggi.
Al termine ci siamo divisi in tre gruppi di lavoro, uno per ogni punto all’ordine del giorno:
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L’Eucaristia fa la comunità
- La pastorale della famiglia, fidanzati, giovani coppie
- Pastorale giovanile, oratorio
per riflettere su quanto letto, aiutati in ciò da una “scaletta” appositamente preparata. Il tempo a disposizione non ci ha però consentito di considerare tutti i punti in essa contenuti per cui si è reso necessario anche l’incontro del
24 ottobre.
Anche in questa occasione, dopo una breve discussione su alcuni punti di carattere generale - tra cui la venuta del Cardinale il 13 novembre - ci siamo ridivisi in gruppi.
Al termine dei lavori ogni commissione redigerà una breve relazione da sottoporre al Consiglio Pastorale.
Tali relazioni saranno alla base del lavoro del Consiglio per questo anno pastorale anche in vista del “cambio della guardia” che avverrà con le prossime elezioni per il suo rinnovo.
Marinella Giannetti
Nel timore di Cristo (Ef 5, 1-32) |
[1]Fatevi dunque imitatori di Dio, quali figli carissimi,
[2]e camminate nella carità, nel modo che anche Cristo vi ha amato e ha dato se stesso per noi, offrendosi a Dio in sacrificio di soave odore.
[3]Quanto alla fornicazione e a ogni specie di impurità o cupidigia, neppure se ne parli tra voi, come si addice a santi;
[4]lo stesso si dica per le volgarità, insulsaggini, trivialità: cose tutte sconvenienti. Si rendano invece azioni di grazie!
[5]Perché, sappiatelo bene, nessun fornicatore, o impuro, o avaro - che è roba da idolàtri - avrà parte al regno di Cristo e di Dio.
[6]Nessuno vi inganni con vani ragionamenti: per queste cose infatti piomba l'ira di Dio sopra coloro che gli resistono.
[7]Non abbiate quindi niente in comune con loro.
[8]Se un tempo eravate tenebra, ora siete luce nel Signore. Comportatevi perciò come i figli della luce;
[9]il frutto della luce consiste in ogni bontà, giustizia e verità.
[10]Cercate ciò che è gradito al Signore,
[11]e non partecipate alle opere infruttuose delle tenebre, ma piuttosto condannatele apertamente,
[12]poiché di quanto viene fatto da costoro in segreto è vergognoso perfino parlare.
[13]Tutte queste cose che vengono apertamente condannate sono rivelate dalla luce, perché tutto quello che si manifesta è luce.
[14]Per questo sta scritto:
«Svègliati, o tu che dormi,
dèstati dai morti
e Cristo ti illuminerà».
[15]Vigilate dunque attentamente sulla vostra condotta, comportandovi non da stolti, ma da uomini saggi;
[16]profittando del tempo presente, perché i giorni sono cattivi.
[17]Non siate perciò inconsiderati, ma sappiate comprendere la volontà di Dio.
[18]E non ubriacatevi di vino, il quale porta alla sfrenatezza, ma siate ricolmi dello Spirito,
[19]intrattenendovi a vicenda con salmi, inni, cantici spirituali, cantando e inneggiando al Signore con tutto il vostro cuore,
[20]rendendo continuamente grazie per ogni cosa a Dio Padre, nel nome del Signore nostro Gesù Cristo.
Morale domestica
[21]Siate sottomessi gli uni agli altri nel timore di Cristo.
[22]Le mogli siano sottomesse ai mariti come al Signore;
[23]il marito infatti è capo della moglie, come anche Cristo è capo della Chiesa, lui che è il salvatore del suo corpo.
[24]E come la Chiesa sta sottomessa a Cristo, così anche le mogli siano soggette ai loro mariti in tutto.
[25]E voi, mariti, amate le vostre mogli, come Cristo ha amato la Chiesa e ha dato se stesso per lei,
[26]per renderla santa, purificandola per mezzo del lavacro dell'acqua accompagnato dalla parola,
[27]al fine di farsi comparire davanti la sua Chiesa tutta gloriosa, senza macchia né ruga o alcunchè di simile, ma santa e immacolata.
[28]Così anche i mariti hanno il dovere di amare le mogli come il proprio corpo, perché chi ama la propria moglie ama se stesso.
[29]Nessuno mai infatti ha preso in odio la propria carne; al contrario la nutre e la cura, come fa Cristo con la Chiesa,
[30]poiché siamo membra del suo corpo.
[31]Per questo l'uomo lascerà suo padre e sua madre e si unirà alla sua donna e i due formeranno una carne sola.
[32]Questo mistero è grande; lo dico in riferimento a Cristo e alla Chiesa!
La parola imitazione, con la quale inizia questo capitolo, è da intendersi non tanto come l’essere capaci di un certo comportamento, bensì nel saper corrispondere alle sollecitazioni che vengono dallo Spirito di Cristo. Occorre essere capaci di camminare nell’amore come ha fatto Cristo che come gesto supremo ha donato se stesso per la salvezza di tutti. Ne consegue che vivere nell’amore significa stare lontani dai vizi, cioè dal peccato, perché la vita del cristiano deve essere inondata di luce, riflesso della luce di Dio. E’ per questo che Paolo chiede ai cristiani di mettere a profitto il tempo e tutte le possibilità di bene, ma, per comprendere quale sia la volontà del Padre su di noi occorre lasciarsi riempire dallo Spirito.
Il versetto 21 apre ciò che viene indicata come morale domestica, nella quale sono analizzati i rapporti tra le varie componenti della famiglia. Questo versetto è quello che dà un po’ il senso a ciò che segue: il fondamento è la sottomissione gli uni agli altri, ma nel timore di Cristo. Paolo considera la vita a due come una chiesa in miniatura ed è perciò che i rapporti tra i coniugi devono essere gli stessi rapporti d’amore tra Cristo e la Chiesa. Anche l’esortazione al reciproco amore rimanda al comandamento fondamentale: ama il prossimo tuo come te stesso, e, in un rapporto di coppia, l’altro è il primo prossimo. Il significato complessivo dell’esortazione richiama decisamente un atteggiamento che deve caratterizzare la comunità cristiana in cui nessuno sta sopra l’altro, ma tutti si pongono in un legame di reciproca sottomissione con Cristo come punto di riferimento. Paolo prende spunto dall’esperienza umana della coppia per puntare più in alto, alla più potente dimensione Cristo-Chiesa.
Sono passati duemila anni da quando scriveva Paolo e sicuramente il costume sociale è cambiato; nella nostra cultura occidentale la lettura superficiale del termine sottomissione può farci storcere il naso, ma una lettura più approfondita ci invita a leggere i rapporti familiari sotto la luce del termine mistero (nel testo latino “sacramentum”, cioè segno); la relazione tra un uomo e una donna è così grande quanto quella tra Cristo e la Chiesa. I riferimenti di una coppia e delle coppie cristiane nella comunità devono essere quelli dell’amore di Cristo per la Chiesa. E’ la forza di questo amore, che non si basa solo sull’iniziativa personale dei singoli, che il rapporto di coppia può essere rivestito dal di dentro di quelle valenze positive che lo fanno divenire un legame totale e indissolubile.
Gabriella Francescutti
2 novembre 2005 - Commemoriamo i nostri Defunti Care Memorie... |
In questi giorni il cimitero è luogo di pellegrinaggio per tutti coloro che vogliono rendere omaggio ai loro cari con un fiore, con una luce, con preghiere e infiniti ricordi che continuano ad affiorare nel cuore anche dopo molti anni dal distacco terreno. Giorno per giorno, mese dopo mese, le care memorie fanno parte di ognuno di noi, ma in questa ricorrenza annuale il ricordo e la nostalgia si fanno più forti e più forte è il desiderio di essere vicini in modo particolare a tutti coloro che hanno fatto parte della nostra vita. Quando varchi la soglia di un cimitero entri in un mondo di pace, di silenzio. È qualcosa di speciale, una sensazione profonda. Lasci il rumore di tutti i giorni alle spalle e ti pervade un senso di calma e serenità. Sei lì per pregare, per ricordare, per portare un gesto concreto d’affetto a chi, in un tempo più o meno lontano, hai dovuto dare l’addio terreno. Ma, se il distacco di allora ti ha dato un grande dolore, ora quel dolore ha ceduto il passo alla speranza, anzi alla certezza, che c’è sempre unione con i nostri cari e che un giorno li rivedremo, perché così ha detto Gesù prima di giungere al sacrificio della croce: “non sia turbato il vostro cuore. Abbiate fede in Dio e abbiate fede anche in me. Nella casa del Padre mio vi sono molti posti… Io vado a prepararvi un posto, ritornerò e vi prenderò con me, perché siate anche voi dove sono io”(Gv. 14, 1-3).
Parole rivolte da Gesù ai suoi discepoli, ma anche a tutti coloro che credono in Lui. Perciò, pregando e ricordando i nostri morti sappiamo che sono lassù e che anche noi un giorno, quando il Signore vorrà, troveremo il nostro posto accanto a loro.
Nel nostro futuro non c’è il buio della morte, ma un passaggio alla luce della vita eterna. Un dolore trasformato in gioia. Non un addio, ma un arrivederci.
Passando tra le tombe o sotto i colonnati dove ci sono i loculi, ci si sente avvolti da mille storie passate, basta leggere un nome o qualche frase incisa sul marmo per percepire il messaggio che Dio ci manda attraverso quel silenzio: “l’umano pianto cede il posto alla gioia della fede”; “eterna pace nel bacio del Signore”; “chiusi gli occhi alla luce della terra, li apre allo splendore del cielo”; “Veglia su di noi e guida i nostri passi affinché noi pure possiamo meritarci la beatitudine eterna”. ...E ancora: “lo sorressero gli angeli e lo vollero con loro in cielo”; “Siamo nel pianto con il solo conforto nel pensiero che su di essi aleggia quotidianamente la Tua anima e che un giorno saremo in Te nuovamente riuniti”. Ogni lapide racconta una vita, esprime grande fede nel Signore. Gioia, fede, splendore, luce, speranza: parole che si ripetono qua e là, che si offrono agli occhi di chi passa e che arrivano al cuore come una consolazione e una promessa divina. Piangere per una morte è umano, anche Gesù ha pianto per la morte di un amico. Avrà pianto per la morte del suo amato papà, anche Lui ha sofferto e capisce le nostre sofferenze di fronte un addio terreno, ma ci ha lasciato una profonda certezza: “Io sono la risurrezione e la vita, chi crede in me, anche se muore vivrà” (Gv. 11, 25-26).
Sono parole che scendono nella nostra anima come un balsamo e allora possiamo “visitare” i nostri morti non solo offrendo fiori e lumi, ma soprattutto offrendo un sorriso, perché è questo che loro desiderano da noi: un ricordo sereno e grato per il bene che hanno saputo darci nel cammino percorso insieme.
Preghiamo insieme per tutti quelli della nostra parrocchia che ci hanno lasciato in questo anno, preghiamo per tutti coloro che sono morti per le guerre, per le calamità naturali che hanno sconvolto interi paesi e preghiamo soprattutto, per tutti quei bambini che della vita terrena hanno vissuto solo un breve tratto. Dio li ha certamente accolti in un abbraccio pieno della sua tenerezza di Padre.
Fulvia Briasco
Taizè a Milano
Dal 19 settembre 2005 al 20 gennaio 2006, dalle 13 alle 14 (tutti i giorni, domenica esclusa),
La Basilica di S. Ambrogio ospiterà la Preghiera della Comunità di Taizé in preparazione all'Incontro Europeo dei Giovani
che si svolgerà nella nostra Città dal 28 dicembre al 1 gennaio prossimi.
La preghiera è aperta a tutti!
INCONTRO EUROPEO DEI GIOVANI
Alla fine dell’anno, decine di migliaia di giovani cristiani da tutta l’Europa si riuniranno per cinque giorni a Milano per vivere un tempo di incontro e di preghiera. Saranno accolti da famiglie e parrocchie di tutta la regione.
Come accogliere? 2 m 2 = 1 giovane
L’accoglienza nelle famiglie può essere molto semplice. I giovani dormiranno per terra e per questo porteranno sacco a pelo e materassino.
Posso partecipare?
Tutti
i milanesi sono invitati a partecipare alle preghiere nelle parrocchie e nei padiglioni della Fiera e anche ai laboratori il pomeriggio. Da lunedì a sabato, alle 13, c’è una
preghiera animata dai fratelli di Taizé nella basilica di S. Ambrogio.
La comunità di Taizé
La comunità ecumenica di Taizé, situata in Borgogna (Francia), è stata fondata nel 1940 da frère Roger. Riunisce dei fratelli di 25 Paesi che tentano di essere un
segno di riconciliazione e di pace.
Prossimi incontri di preparazione:
ven 18/11 ore 20.45 Preghiera
mar 29/11 ore 20.45 Incontro biblico
ven 16/12 ore 20.45 Preghiera
Info: segreteria parrocchiale
Accogliere Partecipare Ospitare
Dalla Catechesi presacramentale |
È iniziato il nuovo anno catechistico con i 4 corsi così suddivisi: 37 ragazzi, iscritti all’anno della fede, 56 all’anno dei discepoli, 51 all’anno della comunità, e 33 all’anno dei testimoni, per un totale di 177 ragazzi.
Domenica 9 ottobre, insieme alla festa di apertura dell’anno oratoriano, alla Messa delle ore 10.00 è stato consegnato il “Mandato” a un bel gruppo di educatori che prestano la loro opera nella catechesi presacramentale, nell’oratorio, negli scout, nella murialdina ecc.. Veramente un bel gruppo sul quale la comunità conta molto per la formazione dei giovani e per lo sviluppo delle varie attività.
Mentre il nuovo anno si è aperto, il percorso 2004/2005 si è concluso con il conferimento del Sacramento della Confermazione da parte del Vescovo Mons. Erminio De Scalzi a 41 ragazzi domenica 23 ottobre.
Tutto il piano della catechesi è stato ripulito e imbiancato gli ambienti sono più belli e accoglienti. Sarebbe bello che i genitori venissero a vedere i luoghi che accolgono i loro figlioli per gli incontri di catechesi.
È ripresa la distribuzione dei Talenti che potranno essere utilizzati da tutti i ragazzi per comprare libri, icone, giochi alla Bancarella Top. Sono graditi giochi, libri e oggetti vari in buono stato, per arricchire i regali della bancarella.
Le offerte da parte dei padrini e delle famiglie dei cresimandi sono state € 415,00 e così, in aggiunta all’importo raccolto dalle famiglie dei ragazzi della Prima Comunione, si realizzerà quello che è stato promesso: verranno acquistate delle belle torce per le varie cerimonie liturgiche.
Enzo Bianchi
4 novembre 2005: Giornata del Ricordo |
II giorno novembre 2005 l'Associazione Combattenti e Reduci Sezione "Lorenteggio", con una commovente cerimonia religiosa culminata con la deposizione di una corona d'alloro alla lapide posta sul piazzale della Chiesa, ha ricordato l'87° anniversario della Vittoria di Vittorio Veneto, i Caduti in Guerra e i Defunti della Sezione.
Il gesto ha voluto testimoniare la gratitudine e la consapevolezza del patrimonio di valori che permeano ancora le coscienze di tutti noi.
Vogliamo, con l'occasione, far vivere a tutti il messaggio dei giovani dell'Associazione "Nuovo Millennio" inviato dal Presidente Laura Grazia Tacchia - che si ringrazia - al periodico della nostra Associazione.
“Quale significato dare alla gioia e al dolore e, al sorriso e al pianto. Siamo convinti, come Voi, che per un amico, un compagno, un fratello si può dare la vita, dono prezioso che va salvaguardato contro tutto e tutti e siamo pronti, nel Vostro ricordo, a lottare, come Voi, affinché l'uomo, la sua esistenza, la sua casa riescano a sopravvivere. Siamo pronti a resistere, per mantenere vivi e saldi quei valori che sono pilastri d'ogni popolo. È un impegno che prendiamo davanti a Voi, come ringraziamento per l'esempio datoci, che ancora oggi rende grandi eroi i più piccoli uomini".
Un grazie a tutti coloro che hanno sacrificato la loro giovane vita per la sicurezza collettiva e per aver tramandato ai posteri una cultura che si chiama "Patria".
Alla cerimonia religiosa hanno partecipato gli ex Combattenti e Simpatizzanti della Sezione, il Presidente della Commissione Servizi Sociali della Zona 6 Antonino Ragusa e un numeroso pubblico di fedeli.
Il Consiglio Direttivo
La nuova Cappella di via Gonin sarà inaugurata dal Card. Tettamanzi domenica 13 novembre alle ore 17.00
Mons. Paolo Mietto è tornato nella sua missione in Ecuador. Ha mandato questa bella foto con Benedetto XVI ringraziandoci per la calorosa accoglienza
Shiperia, il paese delle aquile… questo è il vero nome della terra che conosciamo come Albania.
E davvero si può provare a volare anche qui! Questa estate, insieme a Elena, Erica, che dal mese di febbraio sono in Albania dove svolgono il servizio civile internazionale, (nella foto a sinistra) e altri volontari, ho trascorso alcuni giorni insieme ai ragazzi che hanno partecipato alle attività estive organizzate dalla missione dei Giuseppini del Murialdo di Fier.
Pur se con qualche difficoltà, siamo stati ospitati dalla Marina Militare di Valona, la scuola di addestramento che d’estate rimane pressoché vuota. Qui, circa 30 tra i ragazzi che durante l’anno hanno partecipato a diversi progetti educativi o di inserimento al lavoro, hanno potuto trascorrere qualche giorno di divertimento, indipendenza e, perché no, responsabilità. Il ruolo di chi, come me, si è unito per contribuire alla buona riuscita è stato relativo.
Oltre al supporto di tipo pratico, come preparazione pasti, lavaggio cucina o bagni, lo sforzo maggiore è stato quello di instaurare un rapporto con i ragazzi che andasse oltre la superficie. Eppure, una volta superati i primi impacci, è stato bello potersi confrontare con una realtà e una cultura così diverse.
Tanta miseria, e non solo materiale, e, soprattutto, tanta voglia di fuggire! Il compito, forse più difficile di chi lavora in questo paese è proprio quello di restituire dignità e fiducia a questa popolazione in fuga da se stessa. Spero che il nostro contributo possa essere servito a far sentire meno dimenticati questi ragazzi e far capire loro che ci sono persone che hanno voglia di scoprire insieme a loro la terra delle aquile: chissà se l’anno prossimo potremo ripetere questa esperienza, che consiglierei a chi è disponibile a mettersi in gioco e a camminare per qualche metro assieme a una popolazione che deve trovare la voglia e la forza di crescere nel proprio paese.
Claudio Giannetti
Siete sale. È sempre emozionante e vissuto con grande gioia e responsabilità essere chiamati intorno all’altare per ricevere il mandato da parte della comunità.
“Voi siete il sale”. Con queste parole siamo chiamati anche quest’anno a diffondere, ciascuno attraverso il suo impegno di educatore e animatore, l’amore che la Parola di Dio ci infonde e “insaporire” tutto ciò che ci sta intorno.
Paola Siconolfi
9 ottobre: don Samuele alla S. Messa delle 10.00 con un numeroso gruppo di chierichetti a cui raccomandiamo la fedeltà.
9 ottobre: festa di apertura dell’Oratorio |
Uno splendido sole, che si è eclissato per qualche minuto, per poi tornare a irrorarci con i suoi caldi raggi, ha fatto da cornice alla festa di apertura del nostro Oratorio.
La formula, ormai collaudata, non è stata rappresentata solo da bancarelle, giochi, tombola, salamelle, castagne, o musica… ma soprattutto da persone.
Sia quelle che si sono impegnate dietro le quinte, perché tutto fosse pronto per la festa, sia quelle che hanno preso parte alle varie iniziative proposte.
Quest’anno la novità è stata la gara per le aspiranti pasticcere che hanno presentato al giudizio della giuria le loro magnifiche torte rigorosamente fatte in casa.
Festa doveva essere e grande festa è stata!
Paola Siconolfi
Visita della Comunità Nigeriana di Padova |
Domenica 16 ottobre 2005, 80 amici della comunità Nigeriana di Padova sono venuti nella nostra parrocchia, invitati da don Guglielmo per visitare la nostra opera e animare la Santa Messa.
La comunità Nigeriana tutte le domeniche si raduna nella parrocchia giuseppina San Pio X a Padova dove alle ore 12.00 viene celebrata la Santa Messa in lingua inglese.
Sono arrivati in parrocchia alle ore 11.00 giusto in tempo per animare a suon di tamburi la Messa delle ore 11.15, subito dopo hanno tenuto un applaudito “concerto” nel piazzale della chiesa (vedi foto) con canti, musica, danze africane e con una contagiosa allegria che ha coinvolto e entusiasmato i presenti.
Per noi è stato un incontro splendido che il Padre dal cielo avrà benedetto con particolare benevolenza.
È seguito il pranzo in oratorio, preparato con molta cura dal Gruppo Missionario, nel pomeriggio la visita al Duomo, ha concluso la giornata milanese dei nostri amici padovani di adozione.
Un affettuoso grazie agli amici Nigeriani e arrivederci!
Concetta Ruta
Ottobre, mese missionario
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… Siete Sale! Questa è la parola che ha accompagnato le attività del mese di ottobre, il mese durante il quale la missione viene ricordata in modo particolare e posta al centro della pastorale. In questo mese sono previste tante attività e tanti incontri: incontro del gruppo missionario con il vescovo giuseppino del Napo, Padre Paolo Mietto; programmazione delle varie attività del gruppo e realizzazione di un numero unico sulla missione; animazione della Messa delle 11.15 del 16 ottobre da parte di un gruppo della comunità Nigeriana di Padova; animazione missionaria nei gruppi per preparare il “Cambio del Pasto”: condividere, almeno una volta all’anno la realtà di chi per 365 giorni vive mangiando un pugno di riso proposto alle Messe del 23 ottobre Giornata Missionaria Mondiale.
Padre Giovanni Salustri, Missionario giuseppino in Albania, e Fratel Marco De Magistris Missionario in Guinea Bissau, hanno portato la loro testimonianza a tutte le
Messe della giornata; e poi le bancarelle per raccogliere fondi per i nostri missionari e per vendere il cajù che arriva direttamente dalla missione giuseppina di Bula e i prodotti del commercio equo e solidale. ...Tanti impegni! Ma quello che questo mese deve lasciarci è l’invito pressante del Signore: Siete Sale. Ricordiamoci che il Battesimo ha fatto di ciascuno di noi creature nuove capaci dell’amore di Dio che perdona e riconcilia che è giustizia e libertà per ogni uomo.
Chiediamo allo Spirito di renderci capaci di vivere tutto questo nelle scelte di ogni giorno, nei rapporti con quanti incontriamo, nel lavoro, in parrocchia, ovunque. Pace, forza e gioia!
Daniela Gennari
23 ottobre: Sante Cresime 2005 |
Nel pomeriggio di sabato 22 ottobre, in parrocchia ha avuto luogo il ritiro dei Cresimandi. Dopo la preghiera allo Spirito Santo, don Samuele ha nuovamente parlato dell’importanza del Sacramento: il divenire soldato di Cristo comporta la testimonianza dell’amore di Dio in famiglia, nella società, nella scuola, con gli amici. Sono seguiti alcuni momenti di riflessione attraverso un lavoro personale nel quale i ragazzi si sono seriamente impegnati.
Domenica 23 nel pomeriggio, il piazzale della chiesa, gremito di persone, accoglie l’arrivo del Vescovo, Mons. Erminio De Scalzi che amministra la Santa Cresima. I ragazzi, accompagnati dai loro padrini e madrine, dopo le foto di gruppo, si avviano in processione in chiesa, addobbata per le grandi occasioni e inizia la cerimonia religiosa.
Ai piedi dell’altare è stato collocato il fonte battesimale: i cresimandi fanno il segno della croce, attingendo l’acqua benedetta dal Vescovo che nell’omelia puntualizza e ribadisce il valore del Sacramento, la responsabilità dei padrini e l’importanza della famiglia per la crescita della fede. Con la Cresima inizia un cammino che porterà a capire quello che Dio vuole da ciascun ragazzo. Dopo l’omelia il fonte battesimale è spostato in fondo alla chiesa nella corsia centrale e collegato con una corda al vescovo
che ne sorregge il capo principale, come successore degli apostoli e fondamento dell’unità della chiesa. Alla corda si uniscono i cresimandi che chiamati per nome, rispondono “eccomi”.
Il Vescovo invoca lo Spirito Santo, perché effonda la pienezza dei suoi doni, segna nella fronte dei cresimandi con il Sacro Crisma e da il saluto della pace.
La celebrazione continua, con canti, preghiere di offerta e di ringraziamento, con l’auspicio che ogni ragazzo possa divenire testimone del Vangelo e delle sue grandi verità.
La cerimonia ha termine con la benedizione, musica e applausi.
Ogni cresimando, lascia la chiesa e si avvia con i propri cari e in vari modi a ricordare il lieto evento.
Adriana Ariozzi
DIECI LUSTRI PER UNA CHIESA |
Una scalinata che sale verso un edificio di pregio, una bella cupola, un campanile con cella campanaria e, alla sinistra, edifici a racchiudere un cortile con porticato. Non è la descrizione di una basilica romana, ma il primo progetto della nostra chiesa parrocchiale, a firma dell’Architetto Ugo Zanchetta.
Per capire come si sia potuti arrivare alla costruzione attuale, occorre ripercorrere un poco la storia.
Quando si decise di dotare la nostra comunità di una idonea e definitiva chiesa parrocchiale, dopo l’uso pionieristico della cappella di Santa Maria delle Grazie al Palazzotto Lorenteggio e di S. Carlo alla Cascina Corba, sino all’edificio provvisorio in Via Inganni dove ora c’è l’ASL, diversi furono le modifiche apportate al progetto iniziale. Si partì con l’ipotesi di cui sopra, che prevedeva una sistemazione capovolta rispetto l’attuale, ingresso dalla Via Inganni e struttura che si voleva sopraelevata, per non avere problemi con la falda acquifera di un terreno che era già stato risaia. Il cortile con porticato era necessario perché si ipotizzava un edificio adatto a collegio, secondo il carisma della Congregazione Giuseppina e gli obiettivi del tempo, periodo precedente la seconda guerra mondiale, ed in quell’epoca si ipotizzavano progetti importanti.
Tra studio e inizio dei lavori doveva passare il conflitto mondiale, il dopoguerra, la ricostruzione, le difficoltà economiche, ma anche la volontà di rinascere. Strada facendo si dovette ridimensionare molto: sparì la cupola, il campanile e le costruzioni collaterali furono modificate.
La struttura pian piano acquisì il definitivo aspetto “povero” che è giunto a noi, specchio dei tempi e della tipologia degli abitanti di allora, e forse anche di adesso. La facciata, che da progetto, doveva essere affrescata e rivestita di marmette (con una soluzione simile a quella attuata di recente, si vede che era destino), assunse un aspetto “semplice e funzionale”, come con eufemismo fu descritta.
Unica delle poche concessioni fatte alle spese, l’organo fabbricato nel 1957 dalla “Pregiata Ditta Tamburini”, costato lire 6.215.000, cifra astronomica, se si considera che con quella somma allora si poteva acquistare un appartamento di discrete dimensioni, che un ottimo stipendio era di lire 60.000 mensili, che “La Domenica del Corriere” costava 30 lire e 25 il caffè e i quotidiani. Ma li valeva tutti e li vale tuttora.
Anche la scelta definitiva della posizione fu tribolata: partendo dalla sistemazione di cui abbiamo detto con accesso dalla Via Inganni, la si voleva vuoi sulla Via Lorenteggio angolo Via dei Giaggioli, vuoi nello stesso luogo occupato sino al 1957 dalla vecchia chiesa parrocchiale. Oppure, in Via Odazio fronte via degli Apuli. Non furono estranei a questo travaglio motivi non propriamente ecclesiali, quali la costruzione del complesso scuola, l’attuale Liceo Marconi, e il progetto di un centro polifunzionale che non vide mai la luce, con teatro e supermercato, che si voleva realizzare all’angolo tra Via Inganni e Via Giacinti.
Una curiosità: i fondi necessari per la costruzione del nuovo edificio parrocchiale furono il frutto dell’indennizzo dovuto dallo Stato per i danni provocati dai terribili bombardamenti che, il 13 e 14 agosto 1943, provocarono grandi distruzioni e lutti (nel secondo piazzale del Cimitero di Musocco c’è ancora una costruzione con le cellette che raccolgono i resti delle numerose vittime di quei bombardamenti, tante con la dicitura “ignoto”). Tra i molti edifici distrutti c’era la Chiesa di San Calocero a Porta Genova, che la Curia decise di non ricostruire al fine di poter dirottare il relativo indennizzo sull’erigenda nostra chiesa, per fronteggiare l’urgenza della costituzione di nuove parrocchie perché “il vuoto spirituale prodotto dalla mancanza di una chiesa potrebbe abituare la popolazione a farne senza”.
Nel 1952 Fu dato il via alla costruzione del complesso scuola e ancora non erano stati tolti gli ultimi ponteggi che già fervevano i lavori per la realizzazione del futuro Tempio Parrocchiale.
Dalla chiesa provvisoria di Via Inganni furono recuperati l’altare e le quattro colonne che reggevano un baldacchino con la scritta “O RES MIRABILIS MANDUCAT DOMINUM”. Tutto questo ora non c’è più, così pure la balaustra per ricevere la comunione e i due pulpiti, con le relative porte d’accesso, che si trovavano ai lati del presbiterio, dove ora c’è il podio del coro e la statua della Madonna. Cambiamenti in gran parte dovuti alla necessità di adattarsi alle indicazioni del Concilio Vaticano II. La nostra chiesa era stata costruita in funzione del vecchio rito con l’altare che poneva il celebrante con le spalle rivolte all’assemblea, e quindi doveva uniformarsi al nuovo corso.
I lavori giunsero rapidamente al termine e il 3 dicembre del 1955, la vecchia cappella provvisoria esaurisce il suo compito. L’Arcivescovo di Milano di recente designazione Giovanni Battista Montini (futuro Papa Paolo VI) inaugura il nuovo Tempio, dedicato al Cuore Immacolato di Maria e a S. Sebastiano Martire.
Dalla vecchia sede, in processione, è trasportata la statua della Madonna Pellegrina, donata dal Cardinal Ildefonso Schuster, che ancor oggi è oggetto di devozione alla destra dell’altare.
Domenica prossima 13 novembre, festeggeremo il cinquantesimo anniversario di quell’avvenimento, ancora come allora con l’Arcivescovo di Milano, che però oggi è Monsignor Dionigi Tettamanzi.
3 dicembre 1955: la nuova chiesa è terminata
Gianni Ragazzi
L'altra uscita si è svolta allo Splash.
La giornata si è divisa in 2 tipi di attività: di mare e di terra. Per esempio, si poteva provare il windsurf, la barca a vela e la canoa per le attività in acqua e per le attività di terra la mantain bike e l'arrampicata.
Durante l’Eurojam abbiamo fatto conoscenza con molti altri scout di nazionalità diversa dalla nostra, scoprendo cosi che vivere con ragazzi di origine diversa può essere assolutamente interessante ed entusiasmante. Tutto è continuato per il meglio fino a quando, una sera, da veri scout temerari, abbiamo invitato a cena alcuni ragazzi finlandesi. Peccato che le nostre squadriglie erano composte da sole femmine e gli invitati erano 5 ragazze ed 1 ragazzo... una buona possibilità di amicizia sfumata!
Una novità è stato il "buonissimo" cibo all'inglese: per colazione uova, bacon, salsiccia e latte di soia, tutto freddo e stantio; per pranzo "squisiti" panini al formaggio e salsa piccante non ben identificata, uova e maionese, carne cruda (strana-mente assomigliante ad animale morto); per cena carne trita bella cruda.
Una delle cerimonie più significative è stata la messa celebrata dal vescovo di Londra in occasione della giornata Europea, celebrata interamente in inglese (poveri noi!). Le altre messe a cui abbiamo assistito erano in spagnolo con la lettura del Vangelo in italiano. Ogni sera ci veniva consegnato un foglietto con la frase riassuntiva del giorno: "vivere per l'avventura" e "vivere in comunione". Durante questi incontri tutti noi ci sentivamo più uniti e avevamo la certezza che non saremmo mai stati soli.
Purtroppo, l’assoluta protagonista è stata la pioggia, (normale per il clima inglese!) che ci ha accolto a braccia aperte fin dal primo giorno senza più lasciarci. Non sappiamo se per uno strano miracolo o semplicemente per fortuna, sul nostro campo si è aperto uno spiraglio tra le nubi grigie e il sole ci ha baciati per un'intera mezz'ora.
Durate il campo, qualcuno di noi, per osservare tutti i caratteristici luoghi dell' Hylands, si è recato in visita all'ospedale da campo. La ragazza ci ha raccontato che: l'ospedale è un luogo molto, freddo (come clima si intende) e il fatto che i medici ti parlassero in una lingua del tutto sconosciuta ha reso la visita all’ospedale abbastanza angosciante. Una cosa che ha reso particolarmente felici tutti gli italiani è stato il bagno in muratura, che rispetto ai buchi per terra sperimentati al campo estivo è stata l’evoluzione dello scoutismo. Molto, troppo velocemente l’ultimo giorno è arrivato e tutti i partecipanti andavano in giro con appositi contenitori per la raccolta delle lacrime e con barili di fazzoletti. Ci siamo imbarcati sull’aereo e siamo ritornati a Milano. Questa è stata un’esperienza divertente, ma soprattutto di crescita per tutte noi.
A proposito: nel 2007 ci sarà un altro jamboree …. Chissà?
La casa del Parco con intorno tanto di fossato
Camilla Moneta e Sara Borin
del gruppo scout Milano X
Cristiani Missionari? una confessione |
Quest'anno alla ripresa del Gruppo di Ascolto nel caseggiato abbiamo deciso su suggerimento di don Modesto di non seguire il testo solito offerto dalla Diocesi ma di seguire il nuovo “Compendio” del “Catechismo della Chiesa Cattolica” (CCC): ultimo dono del nostro santo - in questo Santo e non negli eventuali miracoli - Papa Giovanni Paolo II e primo dono del nostro attuale Papa Benedetto XVI.
Al momento sono rimasta un poco perplessa ma poi ho notato come tutto il gruppo, e io stessa, eravamo molto contenti di questa scelta; così di buona lena mi sono messa a prepararmi un po' riprendendo il CCC che avevo polveroso, nella libreria, sorpresa: edito nel 1993! A 20 anni dal Concilio! E noi lo prendiamo in mano oggi nel “2005”, ben 32 anni dopo, per la nostra Catechesi - Formazione - impegno di laici adulti! E mi sembra proprio che sia la prima volta che ciò avviene nei quasi 30 anni che frequento la Parrocchia.
E diciamo di voler essere missionari, evangelizzatori. Di cosa? O siamo solo cristiani ignoranti che presumono di poter insegnare/testimoniare agli altri?
Mi sono sentita un verme e degna solo di confessarmi, perché questo è certamente un vero peccato grave di omissione - che in genere non riteniamo materia di questo Sacramento.
Ringrazio don Modesto e il gruppo di questo impegno annuale e vi riporto un pezzetto della bellissima introduzione che fece il Card. Ruini, nel lontano 1993, all'uscita del CCC dal titolo. “Il Catechismo della Chiesa Cattolica incarnato nelle Chiese particolari” - se volete chiedetemi fotocopia - che mi ha spinto a scrivere queste righe.
“Dalla portata e natura del CCC risulta che esso non possa essere accolto, da nessuna Chiesa particolare, come un apporto autorevole sì, ma “esteriore” a sé, e dunque non intrinsecamente impegnativo e vincolante. In forma paradossale, si potrebbe dire che esso non è un “Optional” per le Chiese che lo ricevono nella comunione cattolica. Esse sono implicate nella loro ecclesialità - non solo per motivi procedurali, ma per ragioni sostanziali - in ciò che il nuovo catechismo è e dice.
Il primo atteggiamento che ne deriva è dunque quello di una grata e fedele adesione, da parte delle Chiese particolari, a quel "prezioso dono" ricevuto, che è nel contempo qualcosa di “loro”.”
Giovanna Oriani
Sono partito come volontario alle ore 20,00 del 12 ottobre 2005 con l’Associazione Unitalsi, che ringrazio di cuore per la possibilità offertami di vivere questa bellissima esperienza.
Non si può descrivere l’emozione che si prova nel vedere la fede di persone che soffrono e nonostante tutto sono pieni di speranza e che ti sorridono con riconoscenza. Mi sento davvero fortunato perché pur avendo seri problemi di salute, posso gestirmi da solo. Ringrazio la Vergine Maria per avermi dato la possibilità di stare accanto a loro come barelliere. Davanti alla grotta dove apparve la Madonna a Bernadette ho provato un'emozione così grande che non si può descrivere se non la si è vissuta.
Alberto Nidasio
Carissimi amici,
siamo lieti di comunicarvi che il nostro 2° incontro annuale si terrà domenica 20 novembre. Come sempre l’invito viene esteso a tutti gli amici che in questi anni, hanno continuato a mantenere i contatti con l’Associazione e a rispondere con generosità alle iniziative proposte.
Giorni fa, la riflessione di un giovane sacerdote mi ha fatto pensare al nostro appuntamento. Volendo illustrare la “bellezza di Dio” dice: “Dio è bello e belle sono tutte le cose da Lui create! A tutti è capitato di fermarsi estasiati davanti a certi paesaggi, scoprendo la bellezza del tramonto, del cielo, del mare e così via, ma la creatura più bella è l’uomo con il suo mondo interiore, le sue potenzialità e con il suo bagaglio di vita”.
E noi, oggi, presenti alla celebrazione della S. Messa, in comunione di preghiera e di intenti, possiamo dire: “Come è bello sentirci vicini perché anche in questo modo si esprime la bellezza di Dio”.
Speriamo che il nostro incontro possa lasciare un segno forte in ognuno di noi e ricaricarci di emozioni, di speranze e di gioia e ci faccia dire: “è stato bello rivederci e ritrovarci”. Vi aspettiamo, quindi e auspichiamo la presenza dei sacerdoti che hanno trascorso alcuni anni al Murialdo lasciando ricordi ancora vivi.
Il programma della giornata:
Ore 10.30: ritrovo sul piazzale della Chiesa
Ore 11.15: celebrazione della S. Messa
Ore 12.30: aperitivo, pranzo e… “pomeriggio insieme”.
La quota di partecipazione è di € 22,00.
Per l’adesione telefona a:
Remo Chiavon 02-4524314
Gino Fraioli 02-9688805
Concludiamo con un pensiero ai defunti. Purtroppo sono parecchi gli amici che ci hanno lasciato, ma li ricordiamo tutti con una certa nostalgia e con le nostre preghiere. Arrivederci,
Luciana Dal Ben
Cercate ogni giorno il volto dei Santi e traete conforto dai loro discorsi |
Paolina Maria Jaricot
I gruppi di dieci iniziano a incontrarsi accomunati dall’ardore missionario, e presto l’iniziativa si propaga assumendo dimensioni impensate. La Chiesa, di fatti, alcuni anni dopo la morte di Paolina, la fa diventare propria col nome di Pontificia Opera della Propagazione della Fede (OPF). La recita quotidiana di un Pater, Ave, Gloria, l’invocazione a S. Francesco Saverio, patrono delle missioni, la raccolta di un soldo settimanale e l’universalità delle intenzioni caratterizzeranno la nuova OPF.
Contemporaneamente la Madonna, a cui Paolina è particolarmente devota, le ispira il Rosario Vivente, così organizzato: nel Rosario intero vi sono quindici misteri, quindici associate dovevano dunque prendersi l’impegno di recitare ogni giorno una decina e meditarne il mistero corrispondente, in tal modo ognuno poteva sentirsi in comunione con un insieme invisibile ma reale che quotidianamente assicurava la recita completa della Corona.
Nella semplicità della sua vita intrisa di preghiera e contemplazione e nella fedeltà alla Chiesa, Paolina comprende in maniera sempre più profonda la necessità del dono sacrificale di sé per la Chiesa Missionaria, per portare Cristo a tutti i non cristiani, vicini e lontani. Nulla desidera di più se non donare senza risparmio la sua vita per la “grande causa” del Regno di Dio.
Negli ultimi anni della sua esistenza, spinta dal desiderio di aprire sempre più il suo cuore alle necessità degli ultimi e dei poveri, Paolina decide di investire anche il suo patrimonio per aprire una fabbrica che potesse impiegare alcuni poveri. In questa onorevole impresa, purtroppo, sperimenta il tradimento e l’inganno delle persone che si offrono per aiutarla, mostrandosi sincere e oneste ma che in realtà dilapidano il suo patrimonio.
Paolina perde ogni suo avere, il Comune la iscrive nella lista dei poveri. Completamente isolata da tutti si trova la più povera dei poveri, destinata a percorrere l’ultimo tratto del suo calvario.
Muore il 9 gennaio del 1862. Nel gelido mattino invernale, la sua povera cassa di legno è accompagnata da un umile sacerdote e da un silenzioso corteo di operai e poveri.
Alcuni decenni dopo la sua morte, nel 1910, si apre il “processo” in vista della beatificazione di Paolina.
Nel 1963 Papa Giovanni XXIII firma il decreto che proclama l’eroicità delle virtù della serva di Dio Paolina Maria Jaricot.
Oggi la Missione universale “ad gentes” che riguarda l’evangelizzazione dei non cristiani (più di cinque miliardi) diviene l’assillo per chi ha conosciuto il carisma della giovane fondatrice della Propagazione della Fede, affinchè tutti si salvino e la Chiesa col Vangelo giunga ai confini del mondo. La preghiera quotidiana con l’invocazione a S. Francesco Saverio e S. Teresa di Gesù Bambino per la Missione Universale, il sacrificio quotidiano e l’offerta di ogni situazione di vita a Dio per la Salvezza delle anime, la Testimonianza Cristiana con uno stile di vita coerente con il Vangelo, la conoscenza delle Missioni, l’amore al Papa e la quota annuale per la Missione Universale caratterizzano ancor oggi i sostenitori e gli amanti di questa grandiosa Opera che continua a vivere secondo il tracciato aperto da questa giovane lionese: Paolina Maria Jaricot.
A cura di Paola Quaglia
Gli amici della filo-Sophia |
Bibbia, filosofia e fede
Prima di affrontare nel dettaglio la Patristica greca e latina, è necessario aprire un’importante parentesi sul contesto storico e sulle problematiche che la Chiesa dei primi secoli si è trovata a dover affrontare. Partiamo dalla più evidente delle questioni, ossia la selezione del materiale che raccontava di Gesù e la canonizzazione dei Testi Sacri del Nuovo Testamento riconosciuti dalla Chiesa: i Quattro Vangeli e gli Atti, un corpus di lettere di San Paolo, Sette lettere di apostoli e l’Apocalisse di San Giovanni.
Abbiamo testimonianza di questo in una lettera di Atanasio del 367. Un secondo problema era l’accettazione da parte del cristiano del Vecchio Testamento. Gesù dice chiaramente in più punti dei Vangeli che l’Antico Testamento è veritiero, che parla di Lui annunciandolo e che deve essere ritenuto parte del messaggio di Dio. Coloro che si dettero l’appellativo di gnostici, ad esempio, dichiareranno di non credere nel Vecchio Testamento e sosterranno addirittura che esso è opera di un Dio diverso ed inferiore rispetto al Dio amorevole del Nuovo Testamento. In ultimo, vi fu l’esigenza di difendere i cristiani dalle accuse mosse da ebrei, pagani ed eretici, così da arrivare alla figura del Cristiano dandole una sua identità specifica: una delle accuse più comuni e terribili era quella che intendeva l’Eucarestia come un atto di cannibalismo.
Questo lavoro durò alcuni secoli all’interno dei quali possiamo individuare tre fasi: i Padri Apostolici, i Padri Apologisti e la vera patristica. I primi sono vissuti nel I secolo d.C. ed erano legati allo spirito degli apostoli. Costoro non affrontarono temi filosofici, ma si dedicarono alla morale e all’ascetica. I secondi sono vissuti nel II secolo d.C. e hanno avuto come obiettivo la strenua difesa del Cristianesimo anche attraverso la sistematicità filosofica. La patristica si è sviluppata dal III secolo d.C. al Medioevo e coloro che ne sono stati i fautori, hanno rinnovato il pensiero di Platone e di Aristotele (due filosofi greci del V secolo a.C. di cui forse tratteremo più avanti nel tempo) riconducendolo a quello cristiano.
“I Padri della Chiesa, sono, quindi, tutti quegli uomini che hanno contribuito in maniera determinante a costituire l’edificio dottrinale del Cristianesimo, che la Chiesa ha accolto e sancito”. I problemi teologici affrontati furono principalmente questi quattro: a) la Trinità, b) l’Incarnazione c) il rapporto fra libertà e Grazia e d) il rapporto fra fede e ragione. Oggetto dell’analisi di questi articoli saranno solo gli ultimi due, ma soprattutto l’ultimo.
Iniziamo il nostro viaggio incontrando un personaggio unico, un precursore del pensiero patristico: Filone di Alessandria. Il merito storico di questo filosofo ebreo fu quello di trovare la chiave per leggere la Bibbia utilizzando i criteri della filosofia greca, e di arricchire quest’ultima con concetti propri della Rivelazione. Tutto ciò in una maniera tale da rendere possibile la nascita di una filosofia mosaica. Quale fu il suo metodo?
L’allegoresi, parola difficile che sta ad indicare una possibile duplice lettura del testo biblico: 1) i fatti della Bibbia hanno un significato letterale, ossia quello che c’è scritto nella Bibbia è il racconto che parte dalla Creazione e giunge al Nuovo Testamento; 2) solo se ispirati o in disposizione d’animo corretta, la Bibbia può essere compresa nel significato riposto, quello per cui i personaggi e gli eventi sono simboli di verità morali, spirituali e metafisiche. Quest’u-ltimo sarà il tipo di lettura adottato dalla maggior parte dei Padri della Chiesa.
Valentina Caleca
Domenica 16 ottobre 2005: foto di gruppo con gli amici Nigeriani