Un augurio di speranza
La Pasqua è vicina e io vorrei scaldarvi il cuore con un augurio di speranza.
I motivi della mia speranza sono radicati nella fedeltà a Dio, testimoniata dall’offerta di Cristo nella Croce. La cronaca quotidiana non ci abilità a sperare: ci riempie invece l’anima di desolazione e amarezza. A difesa dell’uomo amareggiato sta però la Pasqua: sta l’amore di Dio che per noi dona il Figlio: sta la potenza della risurrezione.
Che la luce di Pasqua rinfranchi le nostre forze vacillanti e ci sostenga nella fede che Dio vuole la salvezza di questo nostro tempo e non la rovina.
Dio, però, non è mai alternativa alla nostra libertà, all’assunzione dei nostri compiti storici e delle nostre responsabilità: non si è cristiani fuori dalla realtà del mondo.
E allora, come persone e come comunità non possiamo sottrarci al dovere della testimonianza, gridare con forza l’imperativo della pace, i diritti dei poveri e dei diseredati.
È comodo dire che questa è retorica e moralismo. È invece questione di fede e la fede esige di essere investita in responsabilità personali e comunitarie.
Cristo morendo sulla croce, ha demolito i muri della divisione e ha fatto di noi un popolo santo che ha Dio per Padre e ha come statuto, la legge dell’amore.
Risorgendo, Egli ha riportato la pace.
Di questo noi cristiani dobbiamo essere testimoni: “da questo conosceremo che siete miei discepoli se vi amate come io vi ho amati”.
Buona Pasqua a tutti, fratelli e sorelle cristiani. Buona Pasqua agli ammalati, agli anziani, a chi ha delle pene e delle preoccupazioni nel cuore.
Don Guglielmo Cestonaro - Parroco
gcestonaro@murialdo.org
Appuntamento con il | |
L
a riunione del mese di marzo ha visto riuniti i membri del Consiglio Pastorale e i membri del Consiglio per gli Affari Economici. E’, infatti, tempo di bilanci e don Modesto ci ha illustrato in dettaglio il bilancio consuntivo della Parrocchia e dell’ANSPI per l’anno 2005.
Come saprete, ci sono due bilanci ben distinti. All’ANSPI fanno capo quelle che potremmo definire le attività commerciali della Parrocchia e vi troviamo, ad esempio, tutte le entrate e le uscite riguardanti le gite, le feste, il bar, l’oratorio, l’oratorio estivo. Nel bilancio vero e proprio della Parrocchia troviamo, invece, le voci legate alle liturgie, alle offerte dei fedeli, alla buona stampa e soprattutto quelle sostanziose relativi agli affitti del liceo Marconi e dei cartelloni pubblicitari. Sono queste due voci che hanno permesso alla parrocchia, in questi ultimi anni, di affrontare le spese del sagrato e del rifacimento della facciata. Il contratto d’affitto della scuola è in scadenza e, dato che il liceo ha previsto il trasferimento presso una nuova sede, non sarà più rinnovato. Sono già iniziate trattative con vari Istituti interessati ad occupare questi spazi e speriamo che vadano a buon fine.
Un’altra voce consistente del bilancio della parrocchia è quella dei contributi ricevuti dalla Fondazione Vismara e Banca Intesa che hanno permesso la costruzione della nuova cappella di via Gonin. Le offerte dei fedeli elargite a questo scopo non sarebbero certo state sufficienti, ma insieme alla generosità degli sponsor, soprattutto la Fondazione Vismara, se si è potuto realizzare il progetto.
Alla riunione è seguito un momento conviviale - a base di pizza, torte salate e dolci - che è stato un po’ il commiato di questo CPP in vista dell’elezione del nuovo che si terrà, in ottobre.
Marinella Giannetti
Al di sopra di tutto la carità (Col. 3,5-17) |
PARENESI
Precetti generali di vita cristiana
[5]Mortificate dunque quella parte di voi che appartiene alla terra: fornicazione, impurità, passioni, desideri cattivi e quella avarizia insaziabile che è idolatria, [6]cose tutte che attirano l'ira di Dio su coloro che disobbediscono.
[7]Anche voi un tempo eravate così, quando la vostra vita era immersa in questi vizi. [8]Ora invece deponete anche voi tutte queste cose: ira, passione, malizia, maldicenze e parole oscene dalla vostra bocca. [9]Non mentitevi gli uni gli altri. Vi siete infatti spogliati dell'uomo vecchio con le sue azioni [10]e avete rivestito il nuovo, che si rinnova, per una piena conoscenza, ad immagine del suo Creatore.
[11]Qui non c'è più Greco o Giudeo, circoncisione o incirconcisione, barbaro o Scita, schiavo o libero, ma Cristo è tutto in tutti.
[12]Rivestitevi dunque, come amati di Dio, santi e diletti, di sentimenti di misericordia, di bontà, di umiltà, di mansuetudine, di pazienza; [13]sopportandovi a vicenda e perdonandovi scambievolmente, se qualcuno abbia di che lamentarsi nei riguardi degli altri. Come il Signore vi ha perdonato, così fate anche voi.
[14]Al di sopra di tutto poi vi sia la carità, che è il vincolo di perfezione. [15]E la pace di Cristo regni nei vostri cuori, perché ad essa siete stati chiamati in un solo corpo. E siate riconoscenti!
[16]La parola di Cristo dimori tra voi abbondantemente; ammaestratevi e ammonitevi con ogni sapienza, cantando a Dio di cuore e con gratitudine salmi, inni e cantici spirituali.
[17]E tutto quello che fate in parole ed opere, tutto si compia nel nome del Signore Gesù, rendendo per mezzo di lui grazie a Dio Padre.
Il brano contiene un’esortazione rivolta all’intera comunità, il cui scopo è quello di condurre la Chiesa ed il credente a vivere la loro appartenenza a Cristo. Paolo si serve del linguaggio battesimale usando la simbologia del deporre e riprendere una nuova veste a sottolineare la differenza nel comportamento tra il prima e il dopo dell’adesione a Cristo. Nella vita cristiana viene a stabilirsi come uno spartiacque, in cui due elementi contrastanti si verificano l’un l’altro in maniera continua, quasi una tensione che oppone il mondo della terra con i suoi vizi al mondo degli eletti di Dio con le sue virtù.
All’inizio del brano, il credente viene esortato ad allontanarsi da tutte quelle cose che appartengono alla terra, Paolo elenca questi vizi che terminano con la menzogna quasi fosse il sigillo che ne sottolinea l’aspetto di chiave negativa dei rapporti nella comunità.
Bella è l’immagine che ai versetti 9 e 10 evidenzia come l’uno, l’uomo vecchio, sia stato abbandonato come un involucro privo di significato, mentre l’altro diviene il nuovo stato del credente, che rispecchia in sé l’immagine del suo Creatore. Conseguenza di questo nuovo modo di vivere le cose è la completa rappacificazione dell’umanità in Cristo in cui tutte le differenze sono superate dalla presenza di Cristo in tutti.
Ecco quindi l’esortazione positiva alla comunità, eletta, santa, amata da Dio a rivestirsi di tutte quelle virtù che la mettono in linea con il Cristo. La tenerezza è l’espressione della radicale e condiscendente attenzione verso i fratelli; la bontà è segno dell’amore accogliente e benevolo; l’umiltà è l’atteggiamento di chi non si ritiene superiore a nessuno perché accetta se stesso come creatura; a questa virtù si associa la mansuetudine che è la capacità di mantenere l’unione e l’armonia tra tutti i membri della comunità e ciò non può essere staccato dalla pazienza, la virtù dell’attesa.
Questa nuova condizione è carica di tutto il bene che deriva da Cristo nella partecipazione, attraverso il Battesimo, alla sua morte e alla sua resurrezione. Ulteriore conferma di tutto ciò sta nella capacità di sopportarsi vicendevolmente e di perdonarsi, atteggiamenti questi che il credente sperimenta in prima persona da parte di Dio nei suoi confronti. E proprio qui sta il richiamo più grande: sopra tutte le cose la carità, segno dell’amore di Dio che è il legame perfetto di tutte le altre virtù. La piena coscienza di tutti questi doni porta alla lode e al rendimento di grazie.
Il credente è quindi chiamato ad assumersi la sua responsabilità nei confronti del dono ricevuto, a vivere all’interno della comunità questa nuova dimensione che lo fa capace di superare ogni divisione esistente, nella perfetta unità che nasce da Cristo.
Possono dirsi realizzate nell’oggi della Chiesa le parole cariche di speranza di Paolo, a proposito della risurrezione, ma anche dell’unità in cui è superata ogni differenza?
Gabriella Francescutti
2 aprile 2005 - è morto il grande Papa |
Parlerò di te, del tuo grande passo senza confine né traguardo
a consumare strade gocciate da un grande sudore
che non lavava pianto,
a sollevare polvere dov’era ormai tutto fango e dove l’orma tua,
fu solco di seme,
“e poi germogliò di bene”.
Parlerò di te e del dolore
come una luce sepolta tra le pietre,
del tuo respiro che si fa preghiera,
un canto fermo nella polifonia
della vita,
dei silenzi dove cercare sempre
voce di una grande icona,
del vivere, di un gran mistero di dolore.
Nelle tue viscere era deposto il nome,
parlerà di te il devoto e il miscredente,
l’audace e il gretto,
parlerà in ogni lingua l’umanità tutta intera.
Ma ora lascia che il pianto pianga se stesso:
è morto il nostro Papa!
Un santo uomo dipinto di immenso cielo
che si macchiò di terra nella vita per farsi nell’infinito
“racconto di Dio”.
Noi parleremo di te e del creato,
ci consoliamo perché
il cielo e la gioia eterna hai pur meritato…
Luigi Corlianò
Rendiconto economico 2005
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Il bilancio economico della Parrocchia per l’anno 2005 comprende anche tutte le voci di entrata e di spesa relative all’immobile adibito a sede del Liceo Marconi e le entrate per l’affitto dei cartelloni pubblicitari.
Negli anni precedenti con gli introiti di questa attività di natura, per così dire, “commerciale” è stata finanziata dapprima la costruzione della casa canonica con relativi uffici parrocchiali ed aule per catechismo, poi sono state coperte le spese per il rifacimento dell’Oratorio e sistemazione degli spazi adiacenti, quindi sono stati effettuati gli interventi necessari per adeguare alle norme di legge gli ambienti destinati alla scuola.
Nell’anno scorso, con le entrate straordinarie per affitti, di cui al n. 4 delle entrate, abbiamo potuto saldare le spese per il restauro della facciata, della vetrata, per la nuova bussola e per il rifacimento del sagrato della nostra chiesa. Inoltre sono state pagate interamente le spese per la costruzione ed arredamento della Cappella di Via Gonin per €. 109.700,00.
A questo consolante risultato ha contribuito, durante l’anno, il notevole incremento delle offerte e raccolte straordinarie, di cui al n. 2; fra queste assai significativa la donazione di 50.000,00 €uro fatta alla Parrocchia dalla Fondazione Vismara.
Fra le altre entrate, escludendo i rimborsi vari che provengono in massima parte dalla Provincia di Milano per le spese di luce, acqua, riscaldamento, ecc., anche durante l’anno 2005, sono notevoli le varie offerte e raccolte, feriali e festive, con le quali i parrocchiani sostengono tanta parte dei costi di tutta l’attività pastorale della Parrocchia.
Ecco pertanto, in sintesi, il prospetto delle spese.
Le voci di spesa, più che una descrizione particolareggiata, meritano forse una considerazione generale: esse sono piuttosto consistenti, e, seppure coperte in massima parte dalle offerte dei Parrocchiani, richiedono l’apporto di entrate straordinarie che, speriamo, possano continuare anche nei prossimi anni, nonostante l’ormai certo e prossimo ritiro della Provincia di Milano dai nostri ambienti con il trasferimento del Liceo Scientifico “Marconi” nei nuovi locali di via dei Narcisi.
Nel rendiconto delle uscite dell’anno 2005, più ancora dell’ammontare totale delle spese, potrebbe impressionare la consistenza dell’avanzo di esercizio, (al n. 13) se questo venisse inteso come attuale disponibilità finanziaria della Parrocchia. Non abbiamo in deposito, né in cassa, né in banca, una tale somma!
Essa rappresenta soprattutto l’accresciuto valore patrimoniale degli immobili sia per gli interventi edilizi effettuati per la Cappella di Via Gonin, sia per il saldo di tutte le spese residue legate ai precedenti lavori per la bussola, il restauro della facciata e della vetrata della Chiesa, il rifacimento del sagrato, oltre all’ammontare di alcuni prestiti, ancora da restituire.
Lasciando ogni altra valutazione sulle cifre sopra riportate a quanti hanno veramente a cuore - anche sotto l’aspetto economico - le condizioni di salute della Parrocchia, ci sembra doveroso ringraziare tutti coloro che si sentono parte viva della Comunità e ne condividono la vita.
Don Modesto Sibona
A piccoli passi incontro al Signore
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Domenica pomeriggio, 29 gennaio, mentre i genitori partecipavano ad un incontro comunitario condotto da don Alberto e da alcuni animatori del battesimo, i bambini più grandicelli venivano da me accolti in una sala attigua per un momento di gioco, di dialogo, di graduale avvicinamento a “Dio Creatore e Padre di tutti”.
Poiché era la prima volta che ci si incontrava, ho rivolto particolare attenzione alla conoscenza reciproca e all'accoglienza di ciascun bambino nella sua individualità, per favorire l'instaurarsi di un clima sereno, caldo e gioioso, indispensabile per compiere i primi passi in un cammino di fede al di fuori della famiglia.
Più in particolare, la presentazione reciproca tramite il proprio nome è stata l'occasione per scoprire che "Dio ci chiama, ci conosce, ci ama da sempre".
Il messaggio è stato rafforzato dai giochi di gruppo a cui tutti i bambini hanno partecipato con piacere e coinvolgimento. L'esperienza si è conclusa con un personalissimo disegno sopra una nuvoletta di cartoncino, su cui ciascuno, ha poi scritto o ha fatto scrivere il proprio nome.
Riflettendo sull'esperienza, devo ammettere che, pur abituata ad intrattenere bambini in età prescolare, avevo qualche perplessità: non conoscevo né i genitori né i bambini e, soprattutto, loro non conoscevano me.
In realtà, come spesso accade, i bambini stessi mi hanno "rassicurato" e, con la loro fiducia, la loro capacità di affidarsi, il coinvolgimento e l'entusiasmo manifestati, hanno allontanato ogni dubbio.
I bambini chiedono ai genitori e agli educatori grande impegno e attenzione, ma, nello stesso tempo, restituiscono con la loro freschezza, spontaneità e semplicità, la capacità di sperare e di amare, sollecitando così la crescita degli adulti nella fede.
Stefania Paini
Quaresima di Fraternità 2006
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Parola di Dio - Preghiera - Digiuno - Farsi prossimo
“Realizziamo un sogno: acqua pura attraverso un
Pozzo Artesiano
per la Casa da Juventude di Caxias do Sul-
Brasile”
Carissimi,
“eccomi a voi con il materiale per il progetto del Pozzo Artesiano.
La Parrocchia e il Gruppo Missionario propongono alla comunità il sostegno alla realizzazione di un pozzo artesiano per la Casa da Juventude e l’orto che dà lavoro ad un gruppo di giovani brasiliani.
Chi lo desidera può depositare la propria offerta, frutto delle rinunce quaresimali, nella cassetta in fondo alla Chiesa; le cassettine che sono state date ai bambini e ragazzi si portano all’altare durante le SS. Messe della Domenica delle Palme.
A cura del Gruppo Missionario
Silvana, Mauro con i bambini di Bissau
Carissimi,
Vi ringrazio di cuore per il vostro continuo sostegno alla missione di Bissau. Ho ricevuto 2.560 euro per il finanziamento del progetto “Estate a Bissau 2006”: 1.000 euro da parte del Gruppo Ex Oratoriani “don Mario Bevini”; 1.000 euro da parte del Gruppo Missionario “Ettore Cunial”; 560 euro da parte di 3 famiglie della parrocchia.
Vi sono riconoscente insieme con i 600 ragazzi che saranno accolti all’Oratorio Estivo durante il mese di agosto in parrocchia a Bissau, ai quali potremo dare un bel panino che per loro sarà l’unico pasto della giornata.
Ringrazio, anche a nome dei miei confratelli di Bula, l’amico Antonio Tuscano e i suoi colleghi d’ufficio che hanno finanziato con 1.500 euro la realizzazione di un pozzo nella missione Giuseppina di Bula.
E infine, ringrazio tutti per la generosità, per l’impegno e il servizio continuo. Nella Chiesa c’è bisogno di missionari radicati nella propria parrocchia, ma proiettati verso il mondo intero. Vi auguro di continuare il vostro impegno sempre con tanto entusiasmo al servizio dei più poveri.
In questo periodo sono in Italia per esami clinici. Sono venuto per qualche giorno a Milano. Ringrazio i confratelli per l’accoglienza, gli amici che ho rivisto con vero piacere e tutta la comunità.
Grazie ancora per le offerte ricevute in questa occasione e un saluto particolare per le numerose famiglie che supportano le nostre attività con l’adozione a distanza.
Con affetto vi ricordo tutti al Signore.
Don Gabriele Prandi
Anche quest’anno si è chiusa la campagna adesioni a “Camminare Insieme”. Nel corso degli anni alcuni amici tornano alla casa del Padre, altri si trasferiscono… ma si aggiunge qualche nuova famiglia e riusciamo sempre ad avere un buon numero di fedelissimi. Le adesioni per l’anno 2006 sono 770, di cui 670 famiglie della parrocchia, 100 Ex Oratoriani che aderiscono in gruppo, alcuni di essi vivono in parrocchia, altri fuori. Per tutti loro “Camminare Insieme” è un punto di collegamento con il gruppo e la parrocchia di origine. Altre copie vengono spedite alle comunità Giuseppine e agli amici. In tutto si stampano 900 copie. Il sistema funziona. I lettori sono molto generosi e riusciamo a sostenere le spese senza pesare sul bilancio parrocchiale e con una certa tranquillità. Grazie soprattutto al lavoro gratuito di tante persone che collaborano alla realizzazione: distributori, impaginatori, articolisti fissi e occasionali, redazione.
Il giornale viene stampato una parte in fotocopie, la copertina e l’inserto a colori in tipografia; poi il sabato pomeriggio, che precede l’uscita viene impaginato e pinzato da alcuni collaboratori (vedi foto).
Grazie alla copisteria Riprovelox, alla tipografia Bramani per la generosa e puntuale collaborazione.
Un caro saluto ai collaboratori e a tutti i lettori.
Concetta Ruta - conci.ruta@tiscali.it
Esperienza in Guinea Bissau
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In comunità a Bissau con don Pierangelo, Rosario e Andrew
Il 17 febbraio siamo partiti per la Guinea Bissau e, dopo aver volato sopra il grandioso spettacolo del deserto, siamo atterrati a Bissau indossando giubbotto, felpa, jeans ecc, ma ad attenderci c'era l'inverno tropicale le cui temperature pomeridiane superano i 30 gradi. A darci il benvenuto e accompagnarci per i nostri 15 giorni di permanenza, abbiamo trovato la formidabile calorosa accoglienza - che ti fa sentire a casa - tipica della Famiglia Giuseppina.
Sebbene sapessimo della povertà e dell'arretratezza di questo paese, siamo rimasti colpiti dal disordine, dalla spazzatura presente ovunque, dai mezzi di trasporto assolutamente fatiscenti, dalla totale assenza di elettricità - l'energia esistente è quella prodotta dai generatori che funzionano a gasolio, per cui ...chi può permetterselo? Un'altra cosa che ci sembra di interpretare è un certo immobilismo e rassegnazione di questa popolazione che impedisce di pensare al proprio futuro, questo probabilmente frutto di una mentalità radicata, ma anche di una situazione politica che se ne guarda bene dal rivitalizzarla. Contemporaneamente, però, emerge anche una certa dignità sulla quale poter, forse, far leva per accrescere il desiderio di migliorarsi, per tentare di far uscire i Guineani dalla mentalità della sola quotidianità.
I Giuseppini, hanno avviato 2 scuole di formazione professionale (CIFAP), una a Bula 22 anni fa e una a Bissau 10 anni fa.
Fratel Beppe Negro, direttore della comunità di Bula, è impegnato nella costruzione di una piccola falegnameria che verrà poi diretta da alcuni insegnanti del CIFAP e diventerà praticamente loro. In questo modo avranno un'attività propria che potrà coinvolgere anche gli alunni, rendendoli autosufficienti con un progetto che guarda al futuro.
Don Jorge, oltre a seguire gli scavi per i pozzi, vicino ai quali le donne coltivano un piccolo orto, e a dare una mano per la loro realizzazione, ha costituito un'associazione di apicoltori cui fanno capo un buon numero di soci che si mantiene con la produzione del miele di mango e di anacardi.
Con don Jorge
Con don Pierangelo, il chierico Rosario e il gruppo vocazionale della Parrocchia di Bandim, abbiamo visitato un lebbrosario. Qui i ragazzi della Parrocchia si sono dati da fare con scenette, canti, balli e giochi per animare e portare un sorriso ai bambini e agli adulti ricoverati. Guardandoli rivedevamo i ragazzi della nostra parrocchia quando anche loro organizzano qualche momento di festa. Ancora una volta abbiamo sentito di appartenere a questa Famiglia Murialdina.
Al CIFAP di Bissau ci sono corsi per imparare il mestiere di muratore, di tecnico amministrativo con l'uso del computer, corsi di meccanica. Con don Gabriele, parroco della parrocchia San Antonio a Bandim, collaborano alla direzione del CIFAP due laici: Beppe e sua moglie Luciana, che hanno scelto di vivere lì mettendo a disposizione dei ragazzi le loro conoscenze, aiutandoli nell'apprendimento, abituandoli al rispetto delle regole che per molti di loro sono "difficili da ricordare".
A Bula, Suor Ada, religiosa delle Suore Adoratrici del Sangue di Cristo missionaria da 26 anni, si occupa dell’aspetto sanitario che è molto carente su tutto il territorio. Visita le donne in gravidanza, tiene monitorata la crescita dei bambini, vaccina mamme e figli, cosa a cui dovrebbe provvedere lo Stato. Con le donne lotta, non senza frustrazioni, affinché prendano coscienza del loro diritto di ottenere maggior rispetto dagli uomini. Sempre a Bula abbiamo incontrato la nostra Donata, un vulcano di energie che da moltissimi anni si prodiga per queste persone. Con lei abbiamo vissuto la nostra "avventura”: in kantonga, auto-sette piace e giangada, tutti mezzi di trasporto locali - a dir poco rottami in movimento - abbiamo raggiunto il Senegal impiegando 8 ore tra andata e ritorno per coprire una distanza di neppure 200 km. Anche questo ci ha fatto capire la difficoltà che incontra tutti i giorni chi vive in Guinea Bissau.
Per concludere possiamo dire che ci è parso bello vedere come i missionari e tutti gli operatori lavorino, seppur duramente, per il bene di questa gente, aiutandola in un bisogno primario come lo studio, il lavoro, senza però dimenticare l'opera di evangelizzazione. Certamente per loro non è sempre tutto facile ma sanno attingere nuove energie nella preghiera fedele di ogni giorno recitata insieme.
Ci sarebbe molto da dire per descrivere una situazione così complessa sia socialmente sia politicamente, ma non ne siamo in grado per cui vi lasciamo questi segni di speranza che vanno sostenuti continuamente anche da tutti noi che viviamo in una situazione di privilegio.
Un rinnovato grazie a don Gabriele, don Pierangelo, don Antonio, don Jorge, fratel Beppe, fratel Francisco, i chierici Rosario, Andrew e Augustine, Suor Ada, Suor Elda, Luciana, Beppe e Donata.
Vanna Maccalli, Silvana Parati e Mauro Sciuto
Carnevale in Oratorio
Per festeggiare il carnevale ambrosiano, sabato 4 marzo nel pomeriggio è stata organizzata una simpatica festa in oratorio animata dagli adolescenti, che ha raccolto un bel gruppo di bambini e ragazzi.
Le danze, la sfilata delle maschere, la premiazione e tante chiacchiere hanno rallegrato il pomeriggio.
Carnevale 3ª età
Esercizi Spirituali
10/12 marzo - Sotto il Monte: un centinaio di giovani delle opere Giuseppine del Nord Italia hanno partecipato agli esercizi spirituali guidati da don Sandro Agazzi.
Pasqua 2006
Scuola: nuovo liceo artistico nel nostro decanato
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A preiscrizioni chiuse per l'anno 2006 - 2007, si riapre la scelta anticipando il nuovo ordinamento della Scuola Media Superiore (da 14 ai 19 anni).
La Scuola Beato Angelico di via San Gimignano 19, gestita da religiosi e religiose della Famiglia Beato Angelico, forte della doppia esperienza del vecchio Liceo Artistico e dell'Istituto d'Arte annuncia la prossima apertura del Nuovo Liceo Artistico che riassume, in due bienni più un quinto anno di approfondimento e orientamento, le prerogative delle sue precedenti scuole, con particolare attenzione alle radici cristiane della cultura europea e all'ingente e prevalente patrimonio d'arte della Chiesa italiana. Una promessa e un cammino verso le nuove professioni nell'industria turistica religiosa e d'arte, per il restauro, per la creatività della fede e della evangelizzazione visiva, per ragazzi e ragazze di talento ed entusiasmo. Possibilità di proseguimento per tutte le Facoltà Universitarie dopo l'esame di stato, conseguito in sede.
Potete visitare la sede e i laboratori ogni venerdì dalle 13,30 in poi.
Prendete contatto con la
segreteria tramite:
Tel. 02-48302854 / 57.
Fax 02-48301954
Email:
istituto_beato_angelico@jumpy.it
E le stelle apparvero in Cielo
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Pubblichiamo questo bel pensiero di Antonio con un po’ di ritardo, ma il ricordo di don Paolo è sempre vivo.
Condivido le emozioni che ho provato, questo sabato sera particolare (21 gennaio 2006), non passato con i soliti amici, magari a bere una birra. Avete mai vissuto un bivacco sotto le stelle? Perchè è da questa situazione che voglio partire. Un bivacco vissuto dopo una faticosa camminata che ci ha portati in cima, lassù, dove si possono ammirare panorami spettacolari, dove si può godere la bellezza e la maestosità della natura. E dopo tutto questo faticare, un semplice bivacco, davanti a noi il fuoco che riscalda il nostro corpo freddo per la bassa temperatura e per il vento, e incanta i nostri occhi spesso freddi per le abitudini quotidiane, per tutte quelle volte che ci adeguiamo alle circostanze, alla società, piuttosto che seguire i nostri reali bisogni. Sopra di noi un tetto fatto di tante stelle luminose: quei puntini che spesso ci fanno sognare e sperare.
Infine, intorno a noi alcuni compagni di viaggio che hanno condiviso la fatica odierna che ci ha uniti di più, ci fa apprezzare ogni loro sorriso e ci fa cogliere il bello dello stare insieme. Sabato sera, come scout abbiamo deciso di presentare il saluto a don Paolo, richiamando simbolicamente questa situazione, e così, illuminati da due faretti, sotto il tetto della chiesa, e insieme all'assemblea, ci siamo "messi in cerchio" attorno al proiettore che trasmetteva foto di momenti vissuti con don Paolo. Ma mentre cantavamo, il canto che lui tanto amava e ripeteva, "Marciavamo con l'anima in spalla...", la forza della sua presenza è stata tale che ho provato le stesse emozioni di un bivacco sotto le stelle, come se non contasse dove e con chi fossimo, ma eravamo lì: tutti compagni di viaggio.
I riflessi del proiettore pian piano diventavano danzanti come le fiamme di un fuoco di bivacco, intanto una Stella in più, don Paolo, saliva sopra di noi. Paolo, don Paolo, non ti ho conosciuto di persona, ho vissuto per anni dove, forse per il vostro stile di "fare e tacere", non si sapeva del "giuseppino Paolo Novero". Sono arrivato a Milano quando già si parlava dei "tempi di don Paolo" e sono passato più volte da Lucera, ma prima che "certo che questo Padre Paolo ne fa di cose". Il calore che i tanti amici ti hanno espresso questa sera, vedere le tue foto sempre all'opera, sentire le parole di comuni compagni di strada, mi hanno fatto sentire vicino a te, cogliere un po' di quello che hai lasciato, e ho visto che anche a Milano puoi vedere un Cielo illuminato da Stelle.
Antonio Di Vico
L’happy Hour carnevalesco del NOI CON NOI
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Come molti di voi sapranno, da un paio di anni in Oratorio si svolgono dei bellissimi e innovativi incontri tra i giovani: gli Happy Hour. Questo nome indica l’ormai radicata usanza giovanile - diffusa soprattutto nel nord Italia - di ritrovarsi dopo il lavoro o lo studio nei locali pubblici, come bar e pub, per bere un aperitivo, mangiare qualcosa di già pronto e fare quattro chiacchiere con un bel sottofondo musicale.
Perché allora, si sono detti i nostri giovani dell’oratorio, non coniugare questa volontà di ritrovarsi, chiacchierare, e fare festa con la volontà di vivere l’oratorio e farne un luogo aperto a tutte le realtà giovanili?
E che secondo voi il Noi con Noi si poteva far sfuggire questa occasione di svago e condivisione quando gli è stato detto che l’Happy Hour del 4 marzo sarebbe coinciso con la festa di Carnevale 2006? Ma certo che no! E ecco che ogni componente del gruppo ha cominciato a pensare e ripensare a come travestirsi, si è deciso che ognuno si sarebbe “travestito” da se stesso per non fare troppa fatica e non traumatizzare troppo gli altri! Vi immaginate infatti che shock sarebbe stato vedere Giorgio vestito da odalisca, Loredana da velina e Mauro da damina dell’800? E invece, no, noi tutti seri e fedeli al nostro look, ci siamo presentati verso le 19.30 per la solita pizza e per i festeggiamenti successivi - non posso però esimermi dal sottolineare che una donna coraggiosa e senza ritegno, una madre di famiglia stimata Patrizia - ha trovato il coraggio di travestirsi da Pocahontas e cantare e ballare per tutta la sera. Mitica! Per non farci mancare nulla poi, anche il nostro Happy Hour aveva il suo barman di eccezione. Il nostro era Marco che dalla sua mitica postazione ha preparato buonissimi cocktail per tutti. Tra un brindisi e l’altro abbiamo dato vita a danze vorticose, canti stile alpini stonati e balli di gruppo che avrebbero fatto concorrenza ai partecipanti della trasmissione la Corrida. Una scatenata Roberta si è lanciata con il suo Roberto in brillanti duetti al karaoke: la canzone Ho in mente te è diventata un susseguirsi di mani che indicavano l’altro. ”e ho in mente te… ogni mattina uo, uo, ed ogni sera...”!
L’unica scontenta della serata è stata Loredana che non ha potuto cantare la canzone più conosciuta dagli Appennini alle Ande, quella che tutti i più grandi cantanti vorrebbero avere nel loro repertorio: la “bellissima” Voulez vous dancer dei Ricchi e Poveri. Così tra un ballo, un abbraccio la serata si concludeva, lasciando dentro di noi sempre più la consapevolezza che questi momenti di incontro tra il mondo della disabilità, della cosiddetta normalità, dei giovani, degli adulti devono e possono diventare sempre di più… ma per favore, il karaoke no! A meno che i cocktail di Marco non diventino alcolici… molto alcolici!
Giusy Laganà
AL VILLAGGIO DELLA SOLIDARIETÀ
Alla fine di Via Gonin, troviamo un passaggio a livello che, con l’attraversamento dei binari della ferrovia Milano–Mortara, porta alla Cascina Robarello, residuo di quello che un tempo era la cerchia delle aggregazioni rurali che caratterizzavano il contado milanese. Una vecchia insegna ricorda come, ancora pochi anni fa, si poteva trovare una delle ultime trattorie di campagna, punto di ristoro per gli escursionisti che si recavano lungo il tracciato del Naviglio.
Dal lato opposto della strada, a contrasto con i ricordi del passato, spiccano gli scheletri di grandi opere incompiute, residuo di quello che nei progetti delle Ferrovie doveva essere un importante nodo d’interscambio auto+ferrovia della stazione San Cristoforo di Piazza Tirana e, più oltre, l’inagibile rampa d’accesso al ponte in ferro di via Giordani.
Tra queste opere inutilizzate, troviamo una dozzina di piccoli prefabbricati e la “Tau” francescana posta sul cartello del cancello d’ingresso, che si apre sul percorso pedonale dell’Alzaia Naviglio Grande, fa intendere che ci troviamo di fronte a un’opera di fraternità.
Qui è presente la Fon-dazione “Fratelli di S. Francesco d’Assisi”, istituzione laica senza fini di lucro, emanazione dell’ordine dei Frati Minori Francescani attiva a Milano nella sede di Via Moscova 9 dal 1999. I Fratelli di S. Francesco - così si chiamano i volontari di questa associazione - hanno messo al centro della loro azione l’uomo nella sua condizione di povertà e di emarginazione garantendo l’assistenza, l’integrazione e la promozione umana, con la mano tesa a chi soffre nella solitudine, nell’abbandono e nella povertà.
A questa associazione si era rivolto il Comune di Milano in vista dell’inverno, per un intervento in favore delle persone in stato di bisogno senza fissa dimora, ad evitare che dovessero dormire all’addiaccio con i rigori dell’inverno.
Su di un terreno dato in concessione dal Comune, fu realizzato quello che è definito un “villaggetto” per l’accoglienza, dove le persone provenienti dai più diversi luoghi di emarginazione potessero trovare ospitalità e un giaciglio al caldo. Pur garantendo altrove, di giorno, un’assistenza sanitaria e di sostegno, il servizio sul posto è limitato al ricovero serale, dalle 20 alle 8 del mattino.
Le quasi 200 persone che per tutto l’inverno hanno trovato ospitalità nelle strutture, precarie ma accoglienti, provengono dalle realtà più diverse: due terzi sono stranieri, con una percentuale d’irregolari del 60%, il resto italiani, molti dei quali provenienti da Corsico, per questo ha lasciato la bocca amara qualche ostilità all’insediamento, che avrebbe manifestato l’Amministrazione di quel Comune.
L’obiettivo era quello di garantire un ricovero nel periodo invernale, a partire dalla festa di Sant’Ambrogio, pertanto al termine di questa stagione il mandato a termine cesserà. Era prevista la chiusura a fine marzo ma, visto l’andamento negativo del clima, i battenti chiuderanno per Pasqua.
Gianni Ragazzi
gianni.ragazzi@iol.it
Ci scrive don Gabriele.
“Carissimi Remo e amici ex Oratoriani, ho ricevuto la vostra generosa offerta di 1.000 euro per le attività dell’Oratorio Estivo. Vi ringrazio in anticipo a nome di tutti i bambini che accoglieremo. Un ricordo a tutto il gruppo accompagnato dalla nostra preghiera; più avanti vi manderò altre notizie”
Siamo noi che ringraziamo don Gabriele, i suoi confratelli e i suoi collaboratori per l’impegno che portano avanti nella missione. Noi cercheremo nel limite delle nostre possibilità di sostenerli.
Negli ultimi tempi sono arrivate altre
proposte:
La parrocchia per la Quaresima di Fraternità ci propone l’aiuto per la realizzazione di un pozzo artesiano per la Casa da Juventude di Caxias do Sul - Brasile.
La nostra Associazione Nazionale Ex Allievi ci chiede un contributo per la scuola speciale per disabili di Tena - Ecuador.
Sono proposte che cercheremo di sostenere con le piccole risorse che ci rimangono.
Stiamo preparando il 1° incontro annuale che si terrà molto probabilmente nel mese di giugno; nel prossimo “Camminare Insieme” saremo più precisi.
Anche questo mese non abbiamo il piacere di leggere l’articolo scritto dalla nostra Luciana. Preoccupazioni familiari non le consentono la serenità che occorre per scrivere, le facciamo tanti auguri sicuri che presto sarà ancora con noi.
A tutti voi amici Ex Oratoriani, ai vostri familiari, tantissimi auguri di una Buona Pasqua nel nome del Signore.
Raimondo Chiavon (Remo)
Presidente gruppo Ex Oratoriani
La nostra parrocchiana
Ada Lauzi, è scrittrice che si è sempre adoperata per diffondere anche il dialetto milanese, idioma che utilizza anche per le sue composizioni poetiche e per le traduzioni nella lingua di Carlo Porta di testi di ogni genere, anche poesie di Giacomo Leopardi. Pubblichiamo una sua poesia
sull'amicizia.
L’Amicizia
Sai tu cos'è la goccia di rugiada
che disseta sul nascere il germoglio,
l'acqua sorgiva, l'ombra delle foglie
quando per la calura brucia il sole?
Sai tu cos'è la fiamma benedetta
che intorno alle tue membra scioglie
il gelo, quella luce di cielo nella notte
che rischiara i tuoi passi nella notte?
Sai tu cos'è la porta spalancata,
la mano tesa incontro al tuo dolore,
quella voce gentile che risponde
alla tua di là di un filo?
Se col pensiero cerchi la risposta,
chiudi gli occhi un istante:
la fame, il freddo e l'intimo tuo duolo
più leggeri saranno, e non più solo sarai,
se accanto a te, dolce e sincero
vedrai il volto di un amico vero.
Ada Lauzi
Gli amici della filo-Sophia |
“Che cosa desidera l’anima più ardentemente della verità? Di che cosa dovrà l’uomo essere avido, a quale scopo dovrà custodire sano il palato interiore, esercitato il gusto, se non per mangiare e bere la sapienza, la giustizia, la verità, l’eternità?” questo si e ci chiede sant’Agostino nel suo Commento al Vangelo di Giovanni. Noi potremmo a nostra volta chiedergli “come fa l’uomo a dirigere la sua ricerca, a non sbagliare obiettivo e ad esser certo di ciò che trova?”. Ed egli ci risponderebbe che laddove è accesa la luce della ragione - poiché colui che ragiona correttamente approda alla verità - ha sede l’origine e il metro di giudizio della nostra ricerca
Non basta volgerci alle cose fuori di noi che sono segni, tracce della verità ma non sono la Verità. Dobbiamo, invece, rivolgerci verso noi stessi, nella nostra interiorità poiché lì abita la Verità. Lì abita Cristo. Lì ognuno di noi è rinnovato nel suo essere immagine di Dio.
Il cuore - ricordate quello che ci ha detto Pascal? - è giudice del bene e del male. Il cuore è l’immagine dell’unità di sentire e vedere, poiché unitariamente, quello che prova trasmette e vive. Il cuore dell’uomo è la sua anima. “Illuminata dalla luce di Dio l’anima matura la sua decisione - in merito alla Verità: a ciò riesce in forza della sua razionalità, in cui concepisce tale decisione, stabile nell’eternità di Dio. Là scorge qualcosa che sente di dover temere e lodare, amare e desiderare con tutto l’affetto. Non lo possiede ancora, non se ne è ancora appropriata; ne è solo attanagliata da una specie di fulgore, ma non è ancora robusta da rimanere fissa a contemplarlo.
La mente invoca la luce di Dio e la verità di Dio. Quando l’anima si è snervata nelle tribolazioni, stancata nelle angosce, ripiegata nelle tentazioni, la mente che comprende dall’alto la verità, la solleva e le dice: (dalle Esposizioni sui Salmi).
In questo percorso interiore, che la nostra anima, pur peregrina e tormentata, desidera compiere, chi ci può guidare? Solo il “Maestro interiore” ci risponde Agostino, l’unico Vero Maestro che dimora nel nostro cuore. L’unico Rabbì:
il Cristo. Nel Nuovo Testamento di Matteo cap. 23, 8-10 leggiamo che Gesù ha detto: “Non fatevi chiamare maestro, poiché voi siete tutti fratelli e uno solo è il vostro Maestro … e non fatevi chiamare capo, perché uno solo è il vostro Capo, il Messia”.
Il Figlio dell’Uomo è il mediatore, è Colui che ci permette, dice Agostino, di protenderci non distendendoci ma tendendoci al Padre e alla Sua chiamata.
La filosofia è ricerca della verità, è continua ricerca di se stessi. “Conosci te stesso” ammoniva Socrate, ricerchiamo continuamente noi stessi, poiché ricercando la Verità che dimora in noi, lì si incontra Dio, ci suggerisce Agostino.
E così scrive: “Esiliati dalla gioia immutabile, non ne siamo tuttavia separati e gettati lontano al punto di rinunciare alla ricerca dell’eternità, della verità e della beatitudine anche in queste cose mutevoli e effimere (che ci circondano). Infatti non desideriamo né morire, né sbagliare, né essere inquieti. Per questo Dio ci ha mandato delle apparizioni adatte alla nostra peregrinazione per ricordarci che ciò che cerchiamo non è qui, ma che da qui si deve ritornare al principio dal quale veniamo” (dal De Trinitate) .
Valentina Caleca
Musical “Passione di Cristo” |
Venerdì 7 aprile ore 21.00
presso la nostra Chiesa parrocchiale - musical sulla
Passione di Cristo
E' un musical?... Non in senso stretto, per intenderci. Tuttavia del musical ha tutta la potenza della musica che segna ogni scena caratterizzando ambienti e personaggi, suscitando emozioni ed empatia profonde. È una forma di teatro musicale: gli interpreti, cantando dal vivo e recitando in modo semplice, ma efficace, rendono immediata l'umanità autentica dei personaggi che conquista lo spettatore in un coinvolgimento personale.
A p p u n t a m e n t i d e l M e s e |
MARTEDÌ 4 APRILE:
ore 20.45
-
Catechesi dell’Arcivescovo
VENERDÌ 7 APRILE:
ore 21.00
-
in Chiesa - Sacra Rappresentazione della
Passione del Signore
compagnia
Archè di Bollate
DOMENICA DELLE PALME - 9 aprile
ore 9.30 processione delle Palme a partire dal cortile delle suore di Via
Cascina Corba. Segue S. Messa - ore 15.00 Prime Confessioni
LUNEDÌ SANTO - 10 aprile - SS. 40 ore
ore 15.30 - 19.30 - Adorazione silenziosa
MARTEDÌ SANTO - 11 aprile - SS. 40 ore
ore 15.30 - 19.30 Adorazione silenziosa
ore 21.00
Confessioni Comunitarie
MERCOLEDÌ SANTO - 12 aprile - SS. 40 ore
ore 15.30 - 19.30 - Adorazione silenziosa
GIOVEDÌ SANTO - 13 aprile
Pomeriggio: sacerdoti disponibili per le confessioni
ore 17.00 - Messa in
Coena domini
per bambini e anziani
ore 21.00 - Messa in
Coena Domini
per tutti. Segue adorazione animata dai giovani.
VENERDÌ SANTO - 14 aprile - giornata di digiuno
Durante il giorno: sacerdoti disponibili per le confessioni
ore 15.30 solenne Via Crucis - ore 21.00 Celebrazione della Croce
SABATO SANTO - 15 aprile –
durante il giorno: sacerdoti disponibili per le confessioni - ore
22.00
Solenne Veglia Pasquale
DOMENICA DI PASQUA - 16 aprile
S. Messe ore 8.00 - 10.00 - 11.15 - 18.00 - 19.00 nella cappella di Via Gonin
LUNEDÌ DELL’ANGELO -17 aprile
- Messe 8.30 - 10.00 - 18.00
PELLEGRINAGGIO IN TERRASANTA |
La nostra Parrocchia in collaborazione con i Padri Francescani custodi della
Terra Santa
organizza dal 3 - 1O agosto 2006
un Pellegrinaggio nella terra di Gesù
1° giorno - trasferimento in Terrasanta - Monte Carmelo - Nazareth
2° giorno - Nazareth - Monte Tabor - Cana di Galilea
3° giorno - Fiume Giordano e Santuari del lago
4° giorno - Valle del Giordano - Gerico - mar morto -
Qumran - Gerusalemme - Betlemme
5° giorno - Betlemme - Campo dei Pastori - Ein Karem
6° giorno - Santuari del Monte degli Olivi e del Monte Sion
7° giorno - Gerusalemme
8° giorno - Tel aviv - Verona
La quota di partecipazione: Euro 1.000 comprende:
viaggio aereo con volo diretto da Verona, incluse tasse aeroportuali;
sistemazione in alberghi 3 stelle o Casanova, camere a due letti con bagno o
doccia e servizi privati;
trattamento pensione completa come da programma (escluse bevande a tavola);
visite ed escursioni in autopullman con guida locale parlante italiano, ingressi
inclusi, come da programma;
assicurazione sanitaria e bagaglio Elvia Assistance;
borsa da viaggio e materiale illustrativo acconto di prenotazione
Euro
260
La quota non comprende
mance, bevande, extra personali in genere e quanto non indicato in programma;
supplemento camera singola
Prenotarsi entro il 15 aprile in ufficio parrocchiale
Festa Anniversari di Matrimonio
|
“Chi ama dice grazie”
Domenica 7 maggio 2006 alle ore 11.15
la comunità festeggia gli Anniversari di matrimonio.
È la domenica del
“Grazie”
per quanti celebrano il
1° - 5° - 10° -15° - 20° - 30° - 35° - 40° - 45° -
ma soprattutto
il 25° - 50° - 60° del loro Sì.
La Comunità desidera esservi vicini per condividere con voi, gioie e speranze,
fatiche e dolori.
Vi affidiamo al Signore e preghiamo per voi perché il buon Dio vi dia forza e
gioia di vivere e amare.
È d’obbligo dare la propria adesione presso l’ufficio parrocchiale entro il mese
di aprile.
Padre nostro che nei cieli stai,
sia santificato il nome tuo
ora più che mai.
La tua volontà sia fatta
su questa pazza terra.
Dacci ogni giorno il pane
e provvedi a chi ha molta fame.
Senza far la guerra,
facci amare, chi non amiamo.
Soccorrici nella tentazione, liberaci dal male,
nel dolore aiutaci a tacere,
così avremo nel cuore, la tua pace.
Amen
Giusy Cabrini
San Giuseppe
Patrono della Congregazione dei
Giuseppini del Murialdo:
l’altare a lui dedicato nella nostra Chiesa