camminare insieme Dicembre 2006   


“Coraggio, siate pieni di speranza”

Il parroco è sempre l’ultimo a buttar giù qualche riga e spesso un po’ in fretta, tra una telefonata e una richiesta di colloquio.

Mi sono accorto leggendo le bozze di questo numero che quasi tutti i “giornalisti parrocchiali” invitano alla gioia e alla serenità del Natale. Mi unisco con la solita semplicità.
Mi chiedo: ma chi mi legge? Ancora non so se sono i giovani o gli anziani ad essere i più assidui lettori di “Camminare Insieme”.
Auspico qualche bell’intervento su queste pagine dei giovani sempre bene accetti e capaci di provocarci.

Ho fatto mettere una scritta sulla facciata della chiesa: “siamo gente di speranza”. Una scritta senza interrogativi, come provocazione.

Caro (giovane) parrocchiano, ti scrivo: la speranza è stata seminata in te e… un giorno fiorirà. Anzi un fiore è già spuntato e se ti guardi attorno ti accorgerai che altri alberelli carichi di gemme hanno incominciato a sorridere. La speranza sta avvolgendo il mondo resistendo alle bufere portatrici di morte, bufere che sembrano e sono sempre più forti.
Ma non aver paura!
Il Santo Natale 2006 ti riporta una bellissima notizia:

Dio è sceso su questo mondo che ha perso la speranza.


E sai che nome ha preso: Emanuele! Vuol dire: Dio con noi.
Sì! Con te, con me, con colui che crede che egli è nato!

Coraggio! Resisti! Abbi fede! Anche se da nessuna persona riceverai segni di speranza, sii certo che la sua presenza è portatrice di novità… per te sarà portatrice di vita!

Coraggio! Un bambino è nato! C’è speranza nel futuro perché Dio ti dona ancora speranza. Auguri: siate pieni di speranza.
Forse qualcuno mi farà un sorrisetto. Parroco, “sognatore” o “adolescente illuso” o “fuori della vita concreta”.

...Speranza! Avrà ancora senso per chi pensa solo ai propri interessi, per chi incurante della giustizia, dell’onestà del bene comune?
...Speranza! Che effetto farà a chi si chiama cristiano solo di nome?
Siate pieni di speranza!
Che significato per quel giovane che non riesce a trovare lavoro se non accettando le offerte di colui che solo vuole sfruttarlo o per quel papà che sempre più si sente avvilito per non poter portare a casa uno stipendio sufficiente e far vivere la sua famiglia?

Siate pieni di speranza!

Saranno parole significative per la mamma che in cuor suo ha già deciso di non essere mamma, uccidendo la vita che è sbocciata nel suo grembo? O per colui che sa di dover convivere con un male incurabile?
Diranno qualcosa a te, che mi leggi? Non lo so.
E allora?
Meglio dire solo Buon Natale, dirti di andare a Messa, accendere una candela?
No! No! No!

Come parroco, vi dico ancora oggi: “coraggio, non aver paura, siate pieni di speranza, rimanete fermi nella fede!”.
Perché? Quel Bambino diventato grande, per amore morirà in croce, ma risorgendo sarà vittorioso sulla morte!
E perché la speranza, credimi (giovane), nonostante tutto ...è nel cuore di questa terra. Un abbraccio. tuo,

Don Guglielmo Cestonaro - Parroco
gcestonaro@murialdo.org





Gesù che nasce
porti a tutti
pace e serenità

Buon Natale!






Appuntamento con il

Elenco completo del IX CPP:
Alberto Gagno
Annamaria Cereda
Claudia Porreca
Concetta Ruta
Donatella Bianchini
Emanuele Colombo
Enrica Roberto
Ezio Granata
Franco Gallareto
Franco Galli
Giacomo Boracchi
Gianni Ragazzi
Giovanni Lauria
Giuseppe Giandomenico
Judith Raymond
Luca Confalonieri
Ofelia Gutierrez
Paolo Miretti
Pierpaolo Arcangioli
Renato Agliardi
Salvatore Scordo
Silvia Fontana
Sono membri di diritto
Il parroco
don Guglielmo Cestonaro
I vicari parrocchiali:
don Samuele Cortinovis
don Alberto Ferrero
don Modesto Sibona
don Silvio Tamani
Consacrati Suor Maria Carla Dadda
Presidente Azione Cattolica
Giovanna Oriani
Membro C.P. Diocesano
Franco Baccigaluppi




Foto del IX CPP

La prima riunione del IX Consiglio Pastorale Parrocchiale si è tenuta sabato 25 novembre. E' stato un momento di incontro e anche di reciproca conoscenza, in considerazione del fatto che oltre l'80% dei Consiglieri eletti sono di prima nomina. Sono stati affrontati alcuni punti di organizzazione e funzionamento del Consiglio Pastorale.

In particolare si è sottolineata la necessità che le nostre Comunità vivano appieno la triade “comunione, collaborazione, corresponsabilità”.

La partecipazione al Consiglio Pastorale deve essere vissuta come un evento ecclesiale. L’auspicato rinnovato slancio missionario delle nostre comunità devono sempre avere, comunque, come riferimento la concretezza del territorio e i problemi del vivere quotidiano.

Inoltre si è provveduto alla costituzione del nuovo Consiglio per gli Affari Economici che risulta così composto:
Don Guglielmo Cestonaro - parroco, don Modesto Sibona - economo
Eletti dal CPP: Franco Gallareto, Luca Confalonieri
Cooptati dal Parroco: Abbo Ricciardi, Lorenzo De Cartis, Eugenio Mattiello, Giuseppe Bianca.

Il gruppo al completo ha partecipato alla S. Messa delle ore 18.00 e la giornata si è conclusa con la cena comunitaria.

Franco Baccigaluppi



Il mio ARCO pongo sulle nubi
(Gn cap 6,7,8,9)

 



Genesi - Capitolo 6

Figli di Dio e figlie degli uomini

[1]Quando gli uomini cominciarono a moltiplicarsi sulla terra e nacquero loro figlie, [2]i figli di Dio videro che le figlie degli uomini erano belle e ne presero per mogli quante ne vollero.
[3]Allora il Signore disse: «Il mio spirito non resterà sempre nell'uomo, perché egli è carne e la sua vita sarà di centoventi anni».

[4]C'erano sulla terra i giganti a quei tempi - e anche dopo - quando i figli di Dio si univano alle figlie degli uomini e queste partorivano loro dei figli: sono questi gli eroi dell'antichità, uomini famosi.

IL DILUVIO

La corruzione dell'umanità

[5]Il Signore vide che la malvagità degli uomini era grande sulla terra e che ogni disegno concepito dal loro cuore non era altro che male.
[6]E il Signore si pentì di aver fatto l'uomo sulla terra e se ne addolorò in cuor suo. [7]Il Singore disse: «Sterminerò dalla terra l'uomo che ho creato: con l'uomo anche il bestiame e i rettili e gli uccelli del cielo, perché sono pentito d'averli fatti». [8]Ma Noè trovò grazia agli occhi del Signore.

[9]Questa è la storia di Noè. Noè era uomo giusto e integro tra i suoi contemporanei e camminava con Dio. [10]Noè generò tre figli: Sem, Cam, e Iafet. [11]Ma la terra era corrotta davanti a Dio e piena di violenza.

[12]Dio guardò la terra ed ecco essa era corrotta, perché ogni uomo aveva pervertito la sua condotta sulla terra.

Preparativi del diluvio

[13]Allora Dio disse a Noè: «E' venuta per me la fine di ogni uomo, perché la terra, per causa loro, è piena di violenza; ecco, io li distruggerò insieme con la terra. [14]Fatti un'arca di legno di cipresso; dividerai l'arca in scompartimenti e la spalmerai di bitume dentro e fuori.
[15]Ecco come devi farla: l'arca avrà trecento cubiti di lunghezza, cinquanta di larghezza e trenta di altezza. [16]Farai nell'arca un tetto e a un cubito più sopra la terminerai; da un lato metterai la porta dell'arca. La farai a piani: inferiore, medio e superiore.

[17]Ecco io manderò il diluvio, cioè le acque, sulla terra, per distruggere sotto il cielo ogni carne, in cui è alito di vita; quanto è sulla terra perirà. [18]Ma con te io stabilisco la mia alleanza. Entrerai nell'arca tu e con te i tuoi figli, tua moglie e le mogli dei tuoi figli. [19]Di quanto vive, di ogni carne, introdurrai nell'arca due di ogni specie, per conservarli in vita con te: siano maschio e femmina. [20]Degli uccelli secondo la loro specie, del bestiame secondo la propria specie e di tutti i rettili della terra secondo la loro specie, due d'ognuna verranno con te, per essere conservati in vita.
[21]Quanto a te, prenditi ogni sorta di cibo da mangiare e raccoglilo presso di te: sarà di nutrimento per te e per loro».
[22]Noè eseguì tutto; come Dio gli aveva comandato, così egli fece.

Genesi - Capitolo 7

[1]Il Signore disse a Noè: «Entra nell'arca tu con tutta la tua famiglia, perché ti ho visto giusto dinanzi a me in questa generazione.
[2]D'ogni animale mondo prendine con te sette paia, il maschio e la sua femmina; degli animali che non sono mondi un paio, il maschio e la sua femmina. [3]Anche degli uccelli mondi del cielo, sette paia, maschio e femmina, per conservarne in vita la razza su tutta la terra.
[4]Perché tra sette giorni farò piovere sulla terra per quaranta giorni e quaranta notti; sterminerò dalla terra ogni essere che ho fatto».
[5]Noè fece quanto il Signore gli aveva comandato.

[6]Noè aveva seicento anni, quando venne il diluvio, cioè le acque sulla terra. [7]Noè entrò nell'arca e con lui i suoi figli, sua moglie e le mogli dei suoi figli, per sottrarsi alle acque del diluvio.
[8]Degli animali mondi e di quelli immondi, degli uccelli e di tutti gli esseri che strisciano sul suolo [9]entrarono a due a due con Noè nell'arca, maschio e femmina, come Dio aveva comandato a Noè.

[10]Dopo sette giorni, le acque del diluvio furono sopra la terra; [11]nell'anno seicentesimo della vita di Noè, nel secondo mese, il diciassette del mese, proprio in quello stesso giorno, eruppero tutte le sorgenti del grande abisso e le cateratte del cielo si aprirono. [12]Cadde la pioggia sulla terra per quaranta giorni e quaranta notti. [13]In quello stesso giorno entrò nell'arca Noè con i figli Sem, Cam e Iafet, la moglie di Noè, le tre mogli dei suoi tre figli: [14]essi e tutti i viventi secondo la loro specie e tutto il bestiame secondo la sua specie e tutti i rettili che strisciano sulla terra secondo la loro specie, tutti i volatili secondo la loro specie, tutti gli uccelli, tutti gli esseri alati. [15]Vennero dunque a Noè nell'arca, a due a due, di ogni carne in cui è il soffio di vita. [16]Quelli che venivano, maschio e femmina d'ogni carne, entrarono come gli aveva comandato Dio: il Signore chiuse la porta dietro di lui.

L'inondazione

[17]Il diluvio durò sulla terra quaranta giorni: le acque crebbero e sollevarono l'arca che si innalzò sulla terra. [18]Le acque divennero poderose e crebbero molto sopra la terra e l'arca galleggiava sulle acque. [19]Le acque si innalzarono sempre più sopra la terra e coprirono tutti i monti più alti che sono sotto tutto il cielo. [20]Le acque superarono in altezza di quindici cubiti i monti che avevano ricoperto.

[21]Perì ogni essere vivente che si muove sulla terra, uccelli, bestiame e fiere e tutti gli esseri che brulicano sulla terra e tutti gli uomini.
[22]Ogni essere che ha un alito di vita nelle narici, cioè quanto era sulla terra asciutta morì.

[23]Così fu sterminato ogni essere che era sulla terra: con gli uomini, gli animali domestici, i rettili e gli uccelli del cielo; essi furono sterminati dalla terra e rimase solo Noè e chi stava con lui nell'arca.

[24]Le acque restarono alte sopra la terra centocinquanta giorni.

Genesi - Capitolo 8

L'abbassamento delle acque

[1]Dio si ricordò di Noè, di tutte le fiere e di tutti gli animali domestici che erano con lui nell'arca. Dio fece passare un vento sulla terra e le acque si abbassarono. [2]Le fonti dell'abisso e le cateratte del cielo furono chiuse e fu trattenuta la pioggia dal cielo; [3]le acque andarono via via ritirandosi dalla terra e calarono dopo centocinquanta giorni.
[4]Nel settimo mese, il diciasette del mese, l'arca si posò sui monti dell'Ararat. [5]Le acque andarono via via diminuendo fino al decimo mese. Nel decimo mese, il primo giorno del mese, apparvero le cime dei monti.

[6]Trascorsi quaranta giorni, Noè aprì la finestra che aveva fatta nell'arca e fece uscire un corvo per vedere se le acque si fossero ritirate.
[7]Esso uscì andando e tornando finché si prosciugarono le acque sulla terra. [8]Noè poi fece uscire una colomba, per vedere se le acque si fossero ritirate dal suolo; [9]ma la colomba, non trovando dove posare la pianta del piede, tornò a lui nell'arca, perché c'era ancora l'acqua su tutta la terra. Egli stese la mano, la prese e la fece rientrare presso di sé nell'arca. [10]Attese altri sette giorni e di nuovo fece uscire la colomba dall'arca [11]e la colomba tornò a lui sul far della sera; ecco, essa aveva nel becco un ramoscello di ulivo. Noè comprese che le acque si erano ritirate dalla terra. [12]Aspettò altri sette giorni, poi lasciò andare la colomba; essa non tornò più da lui.

[13]L'anno seicentouno della vita di Noè, il primo mese, il primo giorno del mese, le acque si erano prosciugate sulla terra; Noè tolse la copertura dell'arca ed ecco la superficie del suolo era asciutta. [14]Nel secondo mese, il ventisette del mese, tutta la terra fu asciutta.

L'uscita dall'arca

[15]Dio ordinò a Noè: [16]«Esci dall'arca tu e tua moglie, i tuoi figli e le mogli dei tuoi figli con te.
[17]Tutti gli animali d'ogni specie che hai con te, uccelli, bestiame e tutti i rettili che strisciano sulla terra, falli uscire con te, perché possano diffondersi sulla terra, siano fecondi e si moltiplichino su di essa».

[18]Noè uscì con i figli, la moglie e le mogli dei figli.
[19]Tutti i viventi e tutto il bestiame e tutti gli uccelli e tutti i rettili che strisciano sulla terra, secondo la loro specie, uscirono dall'arca.
[20]Allora Noè edificò un altare al Signore; prese ogni sorta di animali mondi e di uccelli mondi e offrì olocausti sull'altare.
[21]Il Signore ne odorò la soave fragranza e pensò: «Non maledirò più il suolo a causa dell'uomo, perché l'istinto del cuore umano è incline al male fin dalla adolescenza; né colpirò più ogni essere vivente come ho fatto.

[22]Finché durerà la terra,
seme e messe,
freddo e caldo,
estate e inverno,
giorno e notte
non cesseranno».

Genesi - Capitolo 9

Il nuovo ordine del mondo

[1]Dio benedisse Noè e i suoi figli e disse loro: «Siate fecondi e moltiplicatevi e riempite la terra. [2]Il timore e il terrore di voi sia in tutte le bestie selvatiche e in tutto il bestiame e in tutti gli uccelli del cielo. Quanto striscia sul suolo e tutti i pesci del mare sono messi in vostro potere.
[3]Quanto si muove e ha vita vi servirà di cibo: vi do tutto questo, come gia le verdi erbe. [4]Soltanto non mangerete la carne con la sua vita, cioè il suo sangue. [5]Del sangue vostro anzi, ossia della vostra vita, io domanderò conto; ne domanderò conto ad ogni essere vivente e domanderò conto della vita dell'uomo all'uomo, a ognuno di suo fratello.

[6]Chi sparge il sangue dell'uomo
dall'uomo il suo sangue sarà sparso,
perché ad immagine di Dio
Egli ha fatto l'uomo.
[7]E voi, siate fecondi e moltiplicatevi,
siate numerosi sulla terra e dominatela».

[8]Dio disse a Noè e ai sui figli con lui:
[9]«Quanto a me, ecco io stabilisco la mia alleanza coni vostri discendenti dopo di voi; [10]con ogni essere vivente che è con voi, uccelli, bestiame e bestie selvatiche, con tutti gli animali che sono usciti dall'arca. [11]Io stabilisco la mia alleanza con voi: non sarà più distrutto nessun vivente dalle acque del diluvio, né più il diluvio devasterà la terra».

[12]Dio disse:

«Questo è il segno dell'alleanza,
che io pongo
tra me e voi
e tra ogni essere vivente
che è con voi
per le generazioni eterne.
[13]Il mio arco pongo sulle nubi
ed esso sarà il segno dell'alleanza
tra me e la terra.
[14]Quando radunerò
le nubi sulla terra
e apparirà l'arco sulle nubi
[15]ricorderò la mia alleanza
che è tra me e voi
e tra ogni essere che vive in ogni carne
e noi ci saranno più le acque
per il diluvio, per distruggere ogni carne.
[16]L'arco sarà sulle nubi
e io lo guarderò per ricordare l'alleanza eterna
tra Dio e ogni essere che vive in ogni carne
che è sulla terra».

[17]Disse Dio a Noè: «Questo è il segno dell'alleanza che io ho stabilito tra me e ogni carne che è sulla terra».

DAL DILUVIO AD ABRAMO

Noè e i suoi figli

[18]I figli di Noè che uscirono dall'arca furono Sem, Cam e Iafet; Cam è il padre di Canaan. [19]Questi tre sono i figli di Noè e da questi fu popolata tutta la terra.

[20]Ora Noè, coltivatore della terra, cominciò a piantare una vigna. [21]Avendo bevuto il vino, si ubriacò e giacque scoperto all'interno della sua tenda. [22]Cam, padre di Canaan, vide il padre scoperto e raccontò la cosa ai due fratelli che stavano fuori.
[23]Allora Sem e Iafet presero il mantello, se lo misero tutti e due sulle spalle e, camminando a ritroso, coprirono il padre scoperto; avendo rivolto la faccia indietro, non videro il padre scoperto.


[24]Quando Noè si fu risvegliato dall'ebbrezza, seppe quanto gli aveva fatto il figlio minore; [25]allora disse:
«Sia maledetto Canaan!
Schiavo degli schiavi
sarà per i suoi fratelli!». [26]Disse poi:

«Benedetto il Signore, Dio di Sem,
Canaan sia suo schiavo!
[27]Dio dilati Iafet
e questi dimori nelle tende di Sem,
Canaan sia suo schiavo!».

[28]Noè visse, dopo il diluvio, trecentocinquanta anni.
[29]L'intera vita di Noè fu di novecentocinquanta anni, poi morì.





Nei capitoli dal 6 al 9 del libro della Genesi troviamo il racconto del diluvio.

Nei primi due capitoli si illustra la situazione di violenza in cui si trova l’umanità e il racconto del diluvio; mentre negli ultimi due si parla dell’uscita di Noè dall’arca e dell’alleanza di Dio con la nuova umanità.
Il cap. 6 inizia presentando una situazione in cui il male si estende a macchia d’olio e tende a rovinare tutta la realtà umana, tanto che Dio si pente di aver creato l’uomo; Dio esprime così la sua angoscia di fronte al male che devasta l’intera realtà del mondo, tanto da porre fine a questo stato di cose con il diluvio.

Che senso ha il diluvio nella scrittura, qual è il suo simbolismo e come interpretarlo? Dio prende atto che la terra è totalmente rovinata, non corrisponde più a ciò che Egli ha creato. Nessuno vuole ravvedersi, non c’è alcun giusto tranne Noè che cammina con il Signore, che è cioè in sintonia con il progetto di Dio.
A questo punto ci si può chiedere come la misericordia di Dio - di cui si parla ripetutamente fin dalle prime pagine della Bibbia - possa permettere che perduri questo stato di cose senza la possibilità di un rinnovamento.

Il diluvio, di fatto, distrugge ciò che già era stato distrutto dall’uomo, Dio non può fermare il male quando questo è deciso dall’uomo ma può introdurre in esso un germe di bene. L’acqua del diluvio distruggerà tutto ma essa è anche simbolo di purificazione e di vita.
Noè, che costruisce l’arca davanti ai suoi contemporanei è il simbolo di colui che sa prendere le distanze da un comportamento che non condivide; è un comportamento assunto con rispetto, senza imporre nulla, ma anche senza lasciarsi imporre nulla, con convinzione e coraggio. Quando la terra sarà purificata e pronta a riaccogliere l’uomo Dio ordina a Noè di uscire dall’arca con il compito di ripopolare la terra in continuità con quel disegno di grazia ed armonia che Dio creatore aveva già all’origine.

Dio, però, non è solo creatore, ma anche redentore e provvidente, infatti la sua risposta al gesto di ringraziamento di Noè è quella di operare in modo tale da non consentire che, nonostante il male presente nel mondo, accada nuovamente ciò che era accaduto con il diluvio.

Questa decisione è unilaterale perché l’uomo non offre alcuna garanzia, mentre Dio sceglie di essere più vicino all’umanità, di accompagnarla con la sua presenza, stabilendo con essa un vincolo nuovo. Egli amerà l’umanità anche in ciò che non viene da lui, la amerà con le sue contraddizioni, le sue debolezze, i suoi tradimenti.

Sarà il patto di alleanza che Dio stabilisce con l’umanità e con il cosmo a regolare d’ora in avanti questi rapporti. Ci sarà un segno a sigillare questo patto: l’arcobaleno, che bene esprime il significato di questa alleanza. E’ innanzi tutto un “arco sulle nubi”, che appare dopo i grandi temporali, sullo sfondo di un cielo destinato a cambiare il suo aspetto. In secondo luogo è un arco che parte dalla terra per raggiungere il cielo, rispecchia quindi l’unità tra creato e creatore. Infine è un arco i cui colori si uniscono senza annullarsi, in piena armonia, capace di evocare il disegno di grazia di Dio su tutte le sue creature.

L’arca in mezzo al diluvio è il luogo della salvezza, vediamo in quest’arca il simbolo della Chiesa,


Gabriella Francescutti



    





 


I Magi e la Cometa: fascino e mito

Poniamo il caso di trovarci davanti alla Basilica di Sant’Eustorgio, alla fine di Corso di Porta Ticinese, nella piazza dove si trova il leggendario fonte in cui San Barnaba avrebbe battezzato i primi cristiani, dando così inizio alla locale comunità cristiana.

A guardare il campanile del milletrecento, alto 75 metri e dalle caratteristiche forme lombarde, si è colpiti per una sua particolarità che però non è quella dell’orologio, che pure è pregevole essendo il primo in Italia a movimento meccanico. La stranezza sta della sua cima che, unico caso esistente, non è sovrastata dalla Croce, ma da una stella a otto punte, la stella dei Magi che attesta la loro presenza in quel luogo.

Col passare del tempo l’immaginazione popolare ha mutato l’identificazione dell’astro in cometa, probabilmente influenzata da Giotto che la raffigurò nell’affresco della Natività realizzato nella Cappella degli Scrovegni, a Padova, ispirandosi alla cometa di Halley che aveva avuto occasione di osservare.

Chi erano i Magi? Ci tramanda la tradizione, e il Vangelo di Matteo, che fossero potenti monarchi originari del lontano oriente, partiti in gran fretta quando apparve loro la stella annunciatrice della nascita del Messia, che li avrebbe guidati sino a Betlemme. Ancor oggi i tre personaggi, in adorazione davanti al Bambino al quale recano in dono oro, incenso e mirra - Melchiorre, vecchio dai lunghi capelli e barba, il giovane Gasparre e Baldassarre, un moro - colpiscono la fantasia dei bambini, che attendono il giorno dell’Epifania per collocare nel presepe quelle statuine dalle sfarzose vesti.

I Magi, dopo aver venerato il Redentore ed evitato di ripassare da Erode secondo l’avvertimento divino avuto in sogno, tornarono alle loro terre d’origine, dove conclusero l’esistenza. Le loro spoglie furono trovate quasi trecento anni dopo da Sant’Elena, madre dell’Imperatore Costantino, e trasferite nella chiesa di Santa Sofia a Costantinopoli. Costantino a sua volta le donò a Sant’Eustorgio il quale, quando fu eletto vescovo di Milano, le trasportò in città su un carro trainato da buoi. Tuttavia quando il carro giunse nei pressi di Porta Ticinese, sprofondò nel fango e non ci fu verso di sollevarlo per farlo proseguire. Eustorgio interpretò il fatto come segno divino e in quel luogo, siamo nel 343, fece erigere la prima basilica della nostra città - che in séguito prenderà proprio il suo nome - nella quale in una pregevole arca marmorea pose le sacre reliquie.

Ma nel 1162 il Barbarossa, dopo aver conquistato e distrutto Milano, ordinò di trasportare i resti dei Magi nel duomo di Colonia, per dare prestigio alla città tedesca, con un lungo viaggio che ha lasciato tracce nei posti di sosta con le intitolazioni di alberghi e locande, quali “ai Tre Re”, “le Tre Corone”, “alla Stella” ecc. Una parziale restituzione la si potrà avere solo nel 1906 quando l’Arcivescovo di Milano, Cardinal Ferrari, ottenne il ritorno di alcune reliquie in Sant’Eustorgio. Da allora sono oggetto della devozione dei fedeli in un’urna che, a lato, porta una lapide con scolpita la stella a otto punte, inseparabile viatico anche nel loro “ultimo viaggio”.

Talmente Milano è legata a questa presenza che è ormai diventata tradizione la processione, dal Duomo alla Basilica, che si tiene ogni anno il 6 gennaio con personaggi in costume, così come il tragitto, con percorso inverso, che ogni nuovo vescovo della città deve compiere all’inizio del suo mandato pastorale.

Siamo in vista delle Feste natalizie; conoscendo la storia di Cometa e Magi, non dimentichiamo di realizzare un presepe nelle nostre case, almeno aggiunto all’abete, meno nobile e di tradizione importata.

Gianni Ragazzi
gianni.ragazzi@iol.it


Esercizi Spirituali di Avvento

I giorni 20, 21 e 22 novembre si sono svolti i consueti esercizi spirituali parrocchiali che, ormai da due anni, aprono il periodo di Avvento.

Ad animare le serate sui temi dell’ascolto e della famiglia, seguendo le proposte del piano pastorale diocesano, è stata chiamata, con scelta estremamente felice, la biblista Elide Siviero.

Nell’immaginazione un biblista è visto come persona severa, in là con gli anni, dall’aria professorale. Niente di tutto questo: Elide è una giovane, graziosa signora piena di brio e sorridente (aggettivo che lei ama molto).

Abbiamo preso in esame alcuni brani del Vangelo che Elide ci ha spiegato passo passo, evidenziando le mille sfaccettature che possono avere i singoli vocaboli, soprattutto quando si rapportano all’originale greco, e i riferimenti con gli altri testi sacri. A volte le citazioni erano davvero molto dotte, ma Elide riusciva ad esporle con tale semplicità che invece di spaventare diventavano uno stimolo all’approfondimento.

Nella prima serata abbiamo letto Giovanni 1, 35-42 sul tema “La chiamata dei primi discepoli”.
Nel brano evangelico è messo in evidenza il passaggio dei primi discepoli dal cercare “che cosa” per arrivare a cercare “Chi” e quando si è trovato “Chi” (cioè Gesù) non è possibile tenere per sé l’esperienza ma se ne deve dare testimonianza perché questo incontro non può essere una questione privata.

E sotto questa luce va visto il “segno” della serata: dopo aver acceso la propria candela al cero pasquale quattro persone hanno preso per mano alcuni tra i presenti e li hanno accompagnati al cero dove hanno acceso anch’essi la propria candela. A loro volta hanno poi accompagnato altri a compiere lo stesso gesto e così via sino a che tutti hanno avuto in mano una candela accesa, simbolo della propria fede.

La seconda sera abbiamo riflettuto sul miracolo delle nozze di Cana (Giov. 2,1-12), l’inizio della vita pubblica di Gesù. Il brano riletto alla luce della Pasqua è l’annuncio di cosa accadrà ed è simbolo dello sposalizio di Dio con l’umanità. Impossibile racchiudere in poche righe tutte le simbologie che vi sono racchiuse, sottolineo solo la frase “non hanno più vino”.
Maria pone l’attenzione sulle persone (loro) anziché sulle cose (il vino). E da questa frase prende spunto il “segno” di questo incontro: ciascuno di noi ha scritto su foglietto quello che secondo lui “non abbiamo più” e di cui invece abbiamo bisogno. Poi, tutti questi foglietti, uno ad uno, sono stati inseriti tra le pagine del Libro Sacro. Le nostre parole/preghiere immerse nella Sua Parola.

Il tema dell’ultima sera è stata la trasfigurazione secondo Luca (9,28-36). Dalla pagina balza prepotentemente all’attenzione quella parola “Ascoltatelo”.
Qui questa parola è più un ordine che un invito e richiama quel comando del Deuteronomio (che è poi anche il Primo Comandamento) “Ascolta Israele”. Luca è l’unico tra gli evangelisti che, raccontando della Trasfigurazione, precisa che Gesù in quel momento stava pregando: Dio che prega Dio, la preghiera, quindi, non come sudditanza ma come relazione. Come simbolo della serata ciascuno di noi ha raccolto da un grande cesto una pagina strappata dal Vangelo per portare con sé le parole di Cristo.

Prima di salutarci Elide ci ha fatto un ultimo regalo: con una voce bellissima ha intonato “Su ali d’aquila” e il pensiero non ha potuto non andare a don Paolo a due anni dalla sua scomparsa ma ancora nel cuore di tutti.


Marinella Giannetti


Due Eventi Speciali …per la nostra Parrocchia

Due eventi speciali per tutta la parrocchia e per il nostro Gruppo missionario, due momenti di grazia speciale.

La sera di sabato 25 novembre, grazie alla corale che ha coinvolto anche il coro e l’orchestra di Nervino, abbiamo ricordato i nostri cari defunti in modo particolarmente intenso con le note di Haydn e della Messa da Requiem di Mozart. L’emozione che la musica e le voci del coro hanno saputo suscitare ci hanno fatto sentire fortemente vicine e presenti in un modo tutto speciale le persone amate che già hanno affrontato il passaggio alla Vita nuova. Questa forma di arte ci ha avvicinati alla bellezza di Dio, e ci ha reso un po’ più presente la realtà grande per noi cristiani della comunione dei Santi.

Un momento del concerto

Tante le famiglie e le persone ricordate, tra gli altri don Paolo Novero e soprattutto padre Ettore Cunial e suor Leonella Sgorbati, martiri dei nostri giorni, ricordati dai superiori con parole semplici e capaci di descriverli nelle scelte profonde del loro quotidiano, che li hanno guidati nel momento del dono della vita per il Regno. Alla fine del concerto sono stati raccolti 768 euro che sono stati consegnati la sera stessa a suor Jane della congregazione delle missionarie della Consolata, affinché vengano consegnati alla famiglia di Mohamed Mahamud, musulmano somalo guardia del corpo di suor Leonella, che è morto nel tentativo di salvarla.


La sorella di suor Leonella Sgorbati Giuseppina e le suore della Consolata

Domenica 26 novembre la nostra parrocchia ha ospitato la Giornata missionaria della Provincia italiana dei Giuseppini del Murialdo.
Insieme al nostro gruppo missionario si sono incontrate un’ottantina di persone provenienti da tutta Italia, fin dalla Sicilia, in rappresentanza delle realtà del volontariato e dei gruppi che si occupano di solidarietà internazionale - circa 15 gruppi più le realtà legate all’ENGIM, l’ente nazionale giuseppini del Murialdo che gestisce in Italia 20 Centri di formazione professionale e dal 1990 sostiene i progetti di cooperazione dei Giuseppini nei Paesi in via di sviluppo.

Un momento del Convegno Missionario

L’incontro è stato molto intenso ed è stato un ritrovo tra amici, dopo il primo incontro dello scorso anno, con il desiderio di condividere le esperienze per renderle più efficaci con il sostegno di tutti.

Ecco la “fotografia” della presenza dei Giuseppini nel mondo che vogliamo condividere con chi sostiene le attività del nostro gruppo missionario con tanta attenzione e passione.
I Giuseppini sono presenti in:
America del Sud e Centrale: Ecuador (6 località), Brasile (14 località), Argentina (5 località), Cile (4 località), Colombia (2 località), Messico (4 località).
Asia: India (3 località).
Africa: Ghana (1 località), Sierra Leone (3 località), Guinea Bissau (3 località).
Europa dell’Est: Albania (2 località), Romania (2 località).

La presenza dei Giuseppini è molto variegata e il loro universo missionario è veramente molto diversificato a seconda delle varie realtà dove sono inseriti e raggiungono migliaia di persone, soprattutto ragazzi - in Sud America hanno scuole con 2800 allievi! - dai bambini della Sierra Leone ai centri diurni per i bambini di strada.

Parrocchie, seminari, centri di formazione - anche in difesa della cultura locale, case famiglia, centri di recupero dei ragazzi di strada, ospedali, centri diurni, scuole, scuole professionali, centri missionari nella foresta amazzonica, estate ragazzi, centri di aiuto alla donna, adozioni a distanza.

È stato bello scoprirsi a Milano come una piccola parte di questo universo di solidarietà, segno dell’amore di Dio attraverso il carisma del Murialdo.

Proprio la ricerca dell’impronta carismatica murialdina del volontariato ha occupato il lavoro di gruppo del pomeriggio alla luce della comparazione degli articoli fondamentali della Dichiarazione dei diritti dell’uomo e di alcuni testi della congregazione. Anche questa giornata è stata un momento di grazia per tutti noi.


Per il gruppo Missionario
Daniela Gennari



Ricordiamo don Paolo

Il prossimo mese ricorre il secondo anniversario della morte di don Paolo Novero e del suo collaboratore Mario Benincaso. Li ricorderemo mercoledì 3 gennaio 2007 nelle SS. Messe delle ore 8.30 e 18.00

Inoltre, in memoria di don Paolo celebreremo nelle prime settimane di gennaio una Santa Messa alle ore 21.00 e nella stessa serata, proietteremo alcune diapositive, fatte da don Paolo durante il suo apostolato a Milano e donate dalla sua mamma, qualche mese fa ad alcuni giovani che sono andati a Ciriè a visitare la sua tomba.

Vedremo quelle più significative per ricordare momenti belli che ritraggono la vita di quei tempi - 1991-1998 - nel nostro oratorio, catechesi, gite, ritiri, campi estivi, oratorio estivo in cui centinaia di ragazzi, giovani e famiglie possono riconoscersi.

Appena possibile daremo informazioni più precise.

Nella nostra Parrocchia il ricordo di don Paolo è sempre vivo, soprattutto nelle persone che lo hanno conosciuto negli anni della sua permanenza a Milano.

Tanti ragazzi e giovani di quei tempi non risiedono più nel nostro territorio ...a chi invece abita ancora in zona chiediamo di passare parola. Vi aspettiamo per pregare e ricordare insieme un caro amico!


Concetta Ruta
conci.ruta@tiscali.it



C r e s i m e   2 0 0 6


Domenica 29 ottobre 2006, 37 ragazzi/e della nostra parrocchia hanno ricevuto il Sacramento della Cresima dal Vescovo Mons. Erminio De Scalzi.


La funzione è stata solenne e partecipata; le letture sono state proclamate dai genitori dei ragazzi.. Dopo il Vangelo sono stati chiamati per nome i cresimandi e ognuno ha risposto “Eccomi!”. All’omelia il Vescovo ha ricordato ai ragazzi i doni dello Spirito Santo: doni che aiutano a proseguire nel cammino e nella sequela di Cristo.

La funzione è stata solenne e partecipata; le letture sono state proclamate dai genitori dei ragazzi.. Dopo il Vangelo sono stati chiamati per nome i cresimandi e ognuno ha risposto “Eccomi!”. All’omelia il Vescovo ha ricordato ai ragazzi i doni dello Spirito Santo: doni che aiutano a proseguire nel cammino e nella sequela di Cristo.

Il momento della Confermazione è stato molto coinvolgente e abbiamo vissuto con emozione le invocazioni allo Spirito Santo. A ciascuno è stata ricordata la loro missione di essere ovunque testimoni di Gesù.

La preghiera dei fedeli è stata letta da alcuni cresimandi, mentre alla processione offertoriale sono stati portati all’altare con il pane e il vino, anche la candela simbolo della luce, il sale che aiuta ad assaporare in pieno il gusto della vita, un significativo cartellone e l’offerta delle famiglie per le necessità della parrocchia.

Grande è stata la partecipazione della comunità.

Ai ragazzi facciamo i nostri migliori auguri perché possano continuare il cammino nei gruppi delle medie dell’oratorio.

Grazie a don Samuele e alle catechiste che con impegno e generosità hanno seguito i ragazzi in questo cammino.

Francesca Montanari


“Re Leone” una ludoteca di tanti colori

Wissal, Gensel, Matteo, Francesco, Robbiel, Jassem, Khaled, Natasha, Patrick, Marwa, Angelika, Rayan, Ilenia … questi alcuni dei nomi dei 55 ragazzi che tutti i sabati dall’11 novembre vengono il pomeriggio in oratorio per la Ludoteca Re Leone. La loro presenza dà colore ai nostri ambienti: il colore delle loro culture - sono marocchini, egiziani, italiani, algerini, eritrei, filippini, srilankesi, peruviani, salvadoregni - il colore dei loro genitori, il colore dei compiti che fatti insieme diventano motivo di gioia, il colore delle attività e dei giochi che danno allegria.

Anna, Lucia, Carmela, Gaetano, Mariangela, Claudio, Anna, Lillina, Mariuccia e tanti altri sono i volontari che donano il loro sabato pomeriggio a questi bambini, perché vogliono bene a loro e ai tanti bambini che hanno frequentato la Ludoteca negli anni passati. Sono loro che hanno iniziato a dare colore, anche praticamente in modo gratuito, al salone che si trova proprio sotto la zona dell’altare della nostra chiesa. Le colonne sono diventate arancione, verde, rosa, il soffitto azzurro decorato con nuvolette, sono stati sistemati nuovi armadi per tenere in ordine i tanti giochi che vengono regalati dalle famiglie.

L’obiettivo che anima la ludoteca è impegnare e divertire i ragazzi del quartiere con giochi, animazione e lavoretti vari e trasmettere ai ragazzi, per quanto possibile, l’importanza e la bellezza di giocare insieme. Un altro aspetto fondamentale della ludoteca è l’integrazione tra ragazzi di origini e culture ceti sociali diversi. Attraverso la condivisione degli spazi, dei giochi, della merenda e delle attività si vuole rendere l’altro meno estraneo o straniero, superare i pregiudizi, favorire la collaborazione, il reciproco rispetto e conoscenza.

In questa prospettiva dallo scorso anno si offre anche uno spazio per il sostegno nei compiti del fine settimana. Da alcune famiglie infatti è venuta la richiesta di un aiuto in questo senso determinato per alcuni dalla poca comprensione e appropriazione della lingua italiana, per altri da una necessità di socializzazione e di impegno per il sabato pomeriggio.
Non ci si aspettava una risposta così ampia, tanto da dover chiudere le iscrizioni. Ci sono problemi di spazio, ma è bello averli: significa che ci sono tanti ragazzi insieme. Si è sempre alla ricerca di persone volonterose, giovani, mamme, papà, nonni e nonne che diano una mano, anche solo un sabato al mese. Lo “spazio compiti” è aperto tutti i sabati dalle 15.00 alle 16.30, mentre la ludoteca da dopo i compiti fino alle 18.00. Ringraziamo di cuore quanti danno del loro tempo, delle loro energie, delle loro abilità per colorare questo sogno.

Don Samuele Cortinovis
samuelec@murialdo.org



Catechista al Murialdo: il perché di una scelta


Quando qualche anno fa mi venne proposto di fare catechismo ai bambini che cominciavano il cammino di iniziazione cristiana, credo che don Alberto avesse già intuito che, pur tra mille titubanze, avrei risposto di sì.

Arrivavo da un momento di grande gioia, datami anche dalla mia seconda maternità, in cui pensavo davvero che il buon Dio fosse stato molto generoso con me. "Se lui mi ha dato tanto, è giusto che io faccia un po' per lui!" mi dicevo. In un certo senso posso dire che penso di avere accettato per un senso di gratitudine verso il nostro”Lui”.

Quando poi ho realizzato che era un impegno da incasellare nei vari incarichi di madre, professionista responsabile di una struttura redazionale, moglie - perché c'è pure un marito, anche quando da mamme tendiamo a dimenticarlo, figlia - perché ho genitori anziani gelosi che mi prenda cura di altri che non siano loro e i loro nipoti, amica - perché credo molto nell'amicizia e ci vuole tempo per coltivare gli amici - mi sono chiesta: però forse, buon Dio, avrei potuto dimostrarti la mia amicizia anche in altro modo, o fra qualche anno, coi figli più grandi. Tanto tu sei lì che mi aspetti!

Infatti, puntuali, sono arrivati anche i momenti in cui ho detto: il prossimo anno mollo! I momenti “no” coincidevano con le mie crisi personali, con la tristezza di vedere alcune famiglie dei ragazzi disinteressate di fronte ai miei tentativi di coinvolgimento, con lo stress della quotidianità che ti uccide... Ma passavano i mesi, correvo come una pazza dall'ufficio per arrivare in tempo alle 17 sul sagrato, ma il buon Dio, per dimostrarmi che era proprio mio amico, mi ha messo sul cammino una compagna di catechismo, con la quale dividere l'ora coi ragazzi, in modo che, se fossi stata impossibilitata da problemi familiari o di lavoro, ci potessimo alternare.

E così ho finito per avere un motivo in più di gioia e un secondo motivo per continuare in questo percorso: il senso di comunità che si sente al Murialdo. Già, perché anche quando, all'inizio, temevo pure di essere inadeguata rispetto all'incarico, mi sono subito sentita parte di un gruppo. Un gruppo con le altre catechiste, che mi hanno fatto capire che per tutti c'è stata la prima volta e il mio contributo era comunque importante; un gruppo con il "team preti" della parrocchia - come li chiamo io - che hanno ben visto da subito l'idea di sfruttare le mie capacità creative utilizzandole in questo servizio; un grande gruppo, infine, con i ragazzi che stiamo accompagnando in questo cammino di crescita cristiana. Perché loro fanno la differenza; quando tu ti impegni, lo vedono e ti premiano, anche solo con un sorriso che vale più di mille parole di riconoscenza.

Insomma, ho trovato una comunità che ti accoglie. Già perché in questa realtà di periferia nella quale è allocata la nostra Parrocchia, tutti possono avere un ruolo, la persona si sente accolta e valorizzata.

Ed ecco che oggi, dopo quattro anni, sento ancora quella gioia che mi ha spinto ad accettare e che mi ha fatto scoprire che nel dare agli altri, c'è la straordinaria gioia di ricevere cinque volte di più. Grazie, mio Dio papà!

Veronica Di Lisio

(Nelle foto: Il gruppo dell’Anno dei Testimoni e alcuni momenti dei laboratori creativi tenuti nel ritiro di ottobre.)


Oratorio: che Gruppi!

Con la celebrazione della cresima di domenica 29 ottobre si è dato inizio ufficiale al nuovo gruppo di ragazzi che finito il percorso dell’iniziazione cristiana invece di tagliare la corda hanno scelto di continuare la loro crescita nella fede nei gruppi dell’oratorio.

Sono un gruppo numeroso di 18 ragazzi di II media che con il loro entusiasmo e la loro esuberanza si ritrovano il venerdì sera. Alle loro molteplici energie sarà affidato il servizio di portare gli auguri di Natale alle persone anziane e malate della parrocchia.

Il gruppo successivo è il gruppo di III media e di I superiore che si ritrova il giovedì sera. Anche qui 19 ragazzi a cui è stata fatta la proposta del cammino diocesano in vista della Professione di fede durante il quale si riflette e si fa proprio il credo cristiano. La prima tappa di questo cammino è stata la consegna del Padre Nostro. Ci siamo ritrovati insieme agli altri ragazzi delle parrocchie vicine del decanato all’oratorio del don Orione il 27 novembre. Eravamo una cinquantina di ragazzi.

Divisi in gruppi abbiamo analizzato le varie affermazioni della preghiera che Gesù ci ha insegnato, preparando così il momento della veglia. È stato bello pregare il Padre nostro in diverse lingue, ci ha dato il senso della chiesa diffusa in tutto il mondo e delle nostre comunità ormai multiculturali.

C’è poi il gruppo di 17 ragazzi di II, III e IV superiore che si ritrova il martedì dopo cena. È un gruppo molto dinamico per la diversità di età e le attività di quest’anno hanno come slogan il passo evangelico “Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date”.



Il gruppo adolescenti con i loro animatori, “Sui passi del Murialdo” a Montecchio Maggiore 25 e 26 novembre 2006.


Questi due gruppi hanno vissuto l’esperienza di “Sui passi del Murialdo”. Come ogni anno è ormai tradizione che nel terzo fine settimana di novembre gli adolescenti dei gruppi dell’oratorio si ritrovano con tanti altri adolescenti delle opere Giuseppine del nord Italia per un meeeting che ha come tema la conoscenza di S. Leonardo Murialdo. Quest’anno l’incontro si è svolto a Montecchio Maggiore (Vi) e la comunità di Rivoli, che ha preparato questo evento, ci ha aiutato a riflettere e a fare nostro il carisma spirituale del Murialdo. Ogni gruppo - eravamo circa centonovanta adolescenti con una quarantina di animatori - aveva il compito di analizzare e di visualizzare come fosse una pagina di internet una frase del Murialdo. Secondo compito è stato quello di rendere attuali queste frasi con dei progetti concreti da attuare nelle diverse comunità.

Per finire il quadro dei gruppi dell’oratorio di formazione cristiana ci sono ancora il gruppo dei diciannovenni e ventenni che si ritrova il giovedì sera e il gruppo degli educatori. Gli educatori sono 15 giovani che seguono in modo ammirevole i diversi gruppi, si ritrovano per momenti di formazione e di coordinamento delle attività proposte a ogni gruppo.

Per loro e per tutti i giovani vengono proposte due serate mensili di incontro: il secondo giovedì del mese in chiesa la Preghiera di Taizè, il terzo giovedì del mese una lettura continua della Parola di Dio.

Questa carrellata di gruppi ci aiuta a conoscere un po’ di più la realtà del nostro oratorio, a guardarla con occhio benevolo e a ricordarci di lei nella preghiera di tutti e di tutta la comunità.

Don Samuele Cortinovis
samuelec@murialdo.org



Il Crocifisso


L’infinito amore di Gesù Cristo per noi ci fa pensare che una persona ci ha talmente amati e ha avuto una fede talmente grande da sacrificare la sua vita per noi, per meglio farci comprendere che la nuova esperienza salvifica non sarà più basata sulla razza e sul territorio, bensì sulla fedeltà e sull’amore.
Amore verso Dio e verso il prossimo.
La Croce non rappresenta la morte, bensì la vittoria e la salvezza attraverso il sacrificio. Gesù chiama ognuno di noi a prendere la propria croce e a seguirlo senza esibizioni, ma con umiltà e naturalezza, quella che contraddistingue un bambino da un adulto, perché “un grande uomo è quello che nella sua maturità racchiude un cuore da bambino”. Gesù, attraverso la sua passione e morte sulla Croce, ci ha lasciato un esempio che a noi spetta non rendere vano.

Antonio Muscio


Una bella esperienza

È da due anni che don Alberto mi ha chiesto, e io ho accettato, di essere Ministro Straordinario della Comunione. Davanti a questo dono ho sempre la sensazione di essere indegna, non all’altezza.

Portare Gesù a chi non può muoversi dalla sua casa e vedere come Lui riesce a trasformare il dolore, la sofferenza in gioia è per me motivo di profonda consapevolezza di appartenere al disegno di Dio.

Ricordo in particolare Santo, un caro vecchietto, da parecchi anni infermo solo e senza parenti, che mi incoraggiava dicendomi: “guardi, fuori, gli uccellini, gli alberi, il cielo… come può andare male!” era grande lezione di vita.

E ancora Agnese, una signora sofferente ma sempre con il sorriso sulle labbra e nel cuore perché sapeva che dentro di lei dimorava Gesù e il suo modo di ringraziarmi era: “... ora so che non sono sola”. A volte penso di non essere io di aiuto a loro, ma loro di aiuto a me, quando la mia fede vacilla, quando il mio passo vaga smarrito, quando non mi rendo conto di portare un raggio di luce nelle loro vite attraverso il Corpo di Cristo.


Paola Siconolfi



Fotografie

4 novembre 2006: L’Associazione Combattenti e Reduci - Sezione “Lorenteggio” e simpatizzanti, hanno commemorato i caduti di tutte le guerre con la deposizione di una corona di alloro alla lapide posta sul piazzale della chiesa e la S. Messa presieduta da don Silvio.



Ma è il Natale di chi?

In questi giorni tutto ci annuncia che il Natale è prossimo: le vetrine si impreziosiscono, le strade sono tutte uno sfavillio di luci, la televisione si riempie di pubblicità natalizia.
Tutto ci ricorda il Natale, anche l’arrivo della tredicesima che ci rende un po’ euforici, si pensa ai doni e nasce in noi il desiderio di far felice chi ci è caro.
Tutto questo è lodevole e non può che farci piacere; ma una domanda è d’obbligo: cosa significa Natale?
Tutti sanno che la parola è sinonimo di nascita. Ma nascita di chi?
Per quanto possa sembrare strano, se usciamo dal nostro ambiente quasi nessuno ci pensa, ci sono bambini che semplicemente non lo sanno, nessuno gliel’ha detto, né in famiglia né a scuola.

Già, la scuola! Chi, come me, ha qualche anno ricorderà di certo come la maestra e l’insegnante di religione ci raccontassero cosa avvenne laggiù in quel lontano giorno; spesso in classe si allestiva il presepio e si parlava della vita di Gesù. Tutto contribuiva a farci vivere un periodo di intensa emozione, anche, naturalmente, per l’attesa dei doni.
Ma ora non più.
In alcune scuole ai bambini non si parla nemmeno del Natale bensì della festa di fine autunno. Nessuno si azzardi poi a pronunciare il nome di Gesù: potrebbe turbare il piccolo Alì. E per metterlo a suo agio c’è pure chi propone di togliere il crocifisso dalla parete dell’aula.

Questa è la lezione della scuola. Quella della famiglia invece è, in molti casi, la totale indifferenza. Nessuna meraviglia dunque se il Natale assomiglia sempre più a una ricorrenza pagana. Sulle strade cittadine si sperperano milioni di kilowatt in luminarie.

Le vetrine, la televisione, i supermercati, in un’orgia di allettanti tentazioni, fanno a gara per suggerire come spendere la tredicesima e la festa è intesa solo come una grande abbuffata.
Nella coscienza collettiva, ormai, il vero significato è rimosso.

A questo punto il pensiero corre al libro di Rosa AlberoniLa cacciata di Cristo”, pubblicato qualche mese fa. Il titolo è provocatorio, tanto che pensavo, quando uscì, che avrebbe richiamato l’attenzione e fatto discutere, purtroppo invece è passato quasi inosservato. Ed è un peccato, l’autrice scrive la storia dei ricorrenti tentativi negli ultimi tre secoli di scristianizzare la nostra civiltà; ripercorre le varie correnti di pensiero, a partire dal XVIII secolo, per arrivare alle grandi ideologie materialistiche del secolo appena trascorso.
È un libro di facile lettura che spiega tante cose e ci fa capire come oggi il pericolo maggiore non sia tanto una dichiarata ostilità alla religione, ma piuttosto, in nome del laicismo, di volerla estromettere dalla società, negandole anche il merito di aver posto le radici di questa civiltà che qualcuno sembra tanto ansioso di seppellire.


Claudio Gallotti
(Ex Oratoriano)



I malati al centro della comunità

Sabato 11 novembre i Ministri Straordinari della Comunione e il gruppo “Amici dei Malati” si sono trovati in sala Papa Giovanni con don Alberto per la consueta riunione di inizio anno, per programmare anche alcune iniziative per gli ammalati seguiti dalla Parrocchia.

Dopo una riflessione, don Alberto ha chiesto notizie degli ammalati che seguiamo e ognuno di noi ha esposto la propria esperienza.

È un gruppo di persone bellissimo e affiatato che si occupa puntualmente e gratuitamente con tanto impegno degli ammalati, dei sofferenti e delle persone sole della parrocchia.

Due volte all’anno ci incontriamo tutti insieme e da questi incontri si ricevono consigli, conferme e si mantiene viva la voglia di continuare. La forza la si attinge anche dagli ammalati stessi che si affezionano e che con riconoscenza ti ringraziano per quel poco che fai. Ma sarebbe tantissimo se ogni persona potesse offrire un poco del suo tempo per questa nobile attenzione all’altro.


Loredana Bonaventura



S. Natale del Signore: dono Eucaristico

Tutta la Chiesa cattolica cristiana festeggia con gioia il Santo Natale di Gesù, celebrando solennemente l’Eucaristia. Sembra un po’ strano il celebrare la nascita di un bambino ricordando la sua morte. Per qualsiasi altro bambino che viene al mondo non avremmo questo presentimento, anzi, la grande gioia ci aiuterebbe a capire il senso di una vita che comincia, e per volontà di Dio incomincia il suo pellegrinaggio terreno sino a quando Lui stesso, Dio, lo vorrà.

Ma per Gesù è giustissimo celebrare la sua nascita celebrando l’Eucaristia, perché è il “dono-mistero” della morte e risurrezione di Cristo che ci dà la sua nascita. Contemplando il Bambino nel presepio, noi contempliamo l’amore di Dio che, attraverso il Figlio, si dona a noi: il Santo Natale del Signore ci invita alla meditazione del Verbo Incarnato, Gesù, l’Emmanuele che viene tra noi, dono di grazia per il mondo intero, affinché tutto il creato possa esclamare con gioia: Dio! – Mio Dio!

Quanto amore e quanto sangue… dalla culla al calvario, quanto amore e quanto sangue! Signore, aiutaci a comprendere come la tua nascita sia tutta orientata verso il dono totale di “Sé”, un dono che sarà compiuto quando Gesù avrà dato la sua vita sulla croce, per noi, e per il mondo intero. Donandoci il suo amore infinito.

Ed è grazie al sacrificio della Santa Messa che noi possiamo celebrare il Santo Natale, non come semplice avvenimento accaduto più di 2000 anni fa, ma come un ricordo di una realtà presente.
“Dio con noi”.
Ecco perché l’Emmanuele è una grazia che si fa Dono per noi, affinché possiamo viverla intensamente attraverso il dono dell’Eucaristia. Cibo di vita eterna.

“Un Figlio ci è stato dato… un Bambino è nato per noi”!

“Dio ha tanto amato il mondo da inviare il suo Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui abbia la vita eterna”, Gv 3, 16-17.


Luigi Corlianò






Carissimi amici,

l’incontro del 12 novembre del Gruppo ex oratoriali si è svolto in un clima di grande serenità e con soddisfazione da parte di tutti i partecipanti. È bello mantenere vivo il sentimento di amicizia che ci ha sempre uniti.

Don Silvio Tamani, nostro assistente, nella Santa Messa durante l’omelia ha ricordato che “l’Ex” degli Oratoriani, è legato al tempo che è passato, non al cuore segnato da un’esperienza di vita sulla scia di San Leonardo Murialdo, sul suo carisma che l’Ex oratoriano mantiene vivo nelle sue scelte quotidiane. È così che l’ex oratoriano si sente parte della “Famiglia del Murialdo” e oggi è qui per riconfermare questa volontà e per ricordare gli educatori che nell’oratorio hanno trasmesso questo grande valore che ancora oggi, con profonda amicizia lo tengono unito e solidale con i tanti amici di un tempo”.

Al termine del pranzo condiviso con la comunità dei Padri Giuseppini, è stata proposta una lotteria benefica che ha avuto un risultato strabiliante; la generosità di tutti i presenti ha fatto sì che si possa realizzare un progetto in memoria di Mariella e Luciana Dal Ben e continuare il sostegno di William, il ragazzo da noi adottato. Ogni iniziativa proposta e ogni richiesta di solidarietà ha avuto ampio consenso da parte di tutti.

Si riportano le parole e l’esortazione di don Mario Bevini: “Ricordiamo gli anni passati, vissuti nella calda amicizia nella relazione sempre viva, moltiplicare il vostro entusiasmo, il vostro carisma di collaborazione di costruttori di feconde associazioni, di una Chiesa genuinamente cristiana”. Queste parole riassumono lo spirito e gli intenti dell’As-sociazione che rimane quindi aperta a ogni e qualsiasi proposta o suggerimento. Con l’occasione l’Associazione sollecita e auspica l’adesione di nuovi amici; ci affidiamo al Signore con fiducia e speranza.

Siamo vicini al Santo Natale, la festa dell’Amore. Ci auguriamo che Gesù che nasce sia sempre un segno di pace, di amore e di speranza per creare un mondo migliore. Buon Natale a tutti!

Associazione Ex Oratoriani

N.B. Alleghiamo il bollettino di c/c per la quota associativa che è di euro 25,00. La vostra generosità ci permette di mantenere gli impegni presi. Grazie.


Gli amici della filo-sophia

“Non devi aver rispetto per gli altri uomini più che per te stesso, né agir male quando nessuno lo sappia più che quando lo sappiano; ma devi avere per te stesso il massimo rispetto e imporre alla tua anima questa legge: non fare ciò che non si deve fare” (Democrito frammento 264). “Il bene non sta nel non compiere ingiustizie, ma nel non volerle” (framm. 62); “una vita cattiva ed insipiente non è un viver male, ma un lungo morire” (framm. 160); “Colui che fa ingiustizia è più infelice di chi la soffre” (framm. 45).

E ancora “fama e giustizia senza mente non sono beni utili” (framm. 77) o, come direbbe San Tommaso, “ratio est hominis natura – la ragione è la natura dell’uomo”. Come scrive Fassò, per l’Aquinate “il criterio grazie al quale l’uomo distingue il bene dal male e che gli è di guida e regola nelle sue azioni, è la sua ragione”. Pare strano ritrovare in due filosofi così lontani per epoca e per pensiero, un’idea etica così somigliante ed identicamente poggiata sulla ragione dell’uomo. Lontani nel tempo, poiché Democrito visse nel V secolo a.C., lontani nel pensiero poiché Democrito fu il padre del materialismo.
Il materialismo è quella corrente filosofica che nega l’esistenza sia del trascendente, sia di un ordine nell’universo che risponda ad una finalità insita nell’essere di ogni cosa; ossia nega che ogni cosa ed ogni uomo esista perché è stato voluto e perché ha uno scopo da realizzare.

Tommaso decifra nell’universo una legge che sovrasta quella che l’uomo può conoscere, quella lex divina di cui possiamo dire solo per rivelazione ed il cui piano provvidenziale è legge eterna, nota solo a Dio. Eppure, poiché l’uomo in qualche modo partecipa della natura di Dio, partecipa anche di questa legge eterna nella misura, razionale, di una legge naturale.
Qual è il nucleo, il fulcro, di questa legge naturale?
Il seguente: “si deve fare il bene e si deve evitare il male”. Straordinario vedere come l’impronta di Dio nell’uomo lo porti a trovare attraverso la sua vera natura l’unica legge etica possibile, anche cinque secoli prima della venuta di Cristo; e come dia la possibilità all’uomo stesso, nel XIII secolo d.C., sempre grazie all’uso della sua ragione, di comprendere la propria figliolanza. Figliolanza che ci deriva in qualità di esseri creati da un Dio che è Padre, attraverso il riconoscimento di una disposizione naturale che ci fa comprendere i princìpi che guidano le azioni buone.
“San Tommaso”, come ben scrive Fassò, “vede la legge naturale principalmente come la forma entro la quale l’uomo deve volere perché la sua volontà, e la conseguente azione, siano conformi alla legge naturale e perciò morali; e questa forma è quella della razionalità: la legge naturale riguarda ciò a cui l’uomo è portato dalla natura ed è proprio dell’uomo l’essere portato ad agire secondo la ragione”.

Valentina Caleca




Lettere






Carissima comunità padri Giuseppini, carissimi parrocchiani della Parrocchia San Leonardo Murialdo di Milano, carissimi amici di don Gabriele,






domenica 12 novembre scorso ha visto il nostro annuale appuntamento con voi in occasione del mercatino natalizio. Con grande gioia e soddisfazione vi informiamo che è stata raggiunta la cifra di 600 euro.

Vi ringraziamo moltissimo per la generosità e la simpatia che ci avete dimostrato ancora una volta.

Il frutto della vendita di oggetti africani e di altri oggetti eseguiti da noi, verrà consegnata a don Gabriele per i ragazzi della Parrocchia S. Antonio di Bandim a Bissau.

Un ringraziamento all’Associazione Ex Oratoriani per l’accoglienza durante il pranzo.

A tutti, anche se con un certo anticipo, infiniti auguri di pace, di gioia, di serenità e salute per il Santo Natale ed il prossimo Anno Nuovo.

Obrigado - obrigado - obrigado - grazie - grazie – grazie

Nerina e Attilio Prandi e Tiziana




La Stella di Natale







Stella che in quella
notte illuminasti il giaciglio
ove una Madre Santa poneva il Divin Figlio

Stella che al buon pastore indicasti la via
e passo dopo passo conducesti al Messia
Stella che ai santi Magi scongiurasti l'inganno
spegnendo la tua luce sull'infame tiranno.
O stella, questa notte come in quella d'allora,
rifletti la tua luce, e sosta, sosta ancora
in quelle strade buie ove regna il dolore,
ove un bambino piange, ove un soldato muore,
il tuo chiaror diffondi benigna sino in fondo,
illumina e riscalda questo povero mondo,
con un raggio d'amore in ogni oscura stanza,
perché nel nostro cuore non muoia la speranza.

Ada Lauzi





Attesa



Dopo la pioggia, la goccia sul ramo
dondolava senza posa.
Quando un frullio d’ali, la fece scivolare al suolo.
Così è un cuore che senza amore cerca disperato
un ramo per non morire di dolore.

Giusy Cabrini




Fotografie

12 novembre: incontro Associazione Ex Oratoriani