camminare insieme Dicembre 2007   


Avvento: prepariamoci ad accogliere Gesù

Ho letto da qualche parte tanto tempo fa, che c’era un’anziana signora che passava in pia preghiera molte ore della sua giornata.
Un giorno sentì la voce di Dio che le diceva: “oggi verrò a farti visita!”.
Orgogliosa e felice quella vecchietta cominciò a pulire, lucidare, impastare e infornare dolci. Poi indossò il vestito più bello e si mise ad aspettare l’arrivo di Dio.

Dopo un po’, qualcuno bussò alla sua porta.
La vecchietta corse ad aprire. Ma s’accorse che era solo la sua vicina di casa che le chiedeva in prestito un pizzico di sale.
La vecchietta la spinse via: “Per amor di Dio vattene, non ho proprio tempo per queste stupidaggini! Sto aspettando Dio nella mia casa! Vai via”! E sbatte la porta in faccia alla mortificata vicina.

Qualche tempo dopo, bussarono di nuovo. La vecchietta si guardò allo specchio, si rassettò e corse ad aprire. Ma chi era? Un ragazzo infagottato in una giacca troppo larga che vendeva bottoni e saponette da quattro soldi.
La vecchietta sbottò: “io sto aspettando il buon Dio. Non ho proprio tempo. Torna un’altra volta”!
E chiuse la porta sul naso del povero ragazzo.

Poco dopo bussarono nuovamente alla porta. La vecchietta aprì e si trovò davanti un vecchio cencioso. “Un pezzo di pane, gentile signora, anche vecchio… E se potesse lasciarmi riposare un momento qui sugli scalini della sua casa” implorò il povero.
“Ah, no! Lasciatemi in pace! Io sto aspettando Dio! E stia lontano dai miei scalini!”, disse la vecchietta stizzita.
Il povero se ne partì zoppicando e la vecchietta si dispose di nuovo ad aspettare Dio.

La giornata passò, ora dopo ora. Venne la sera e Dio non si era fatto vedere. La vecchietta era profondamente delusa. Alla fine decise di andare a letto.

Stranamente si addormentò subito e cominciò a sognare. Le apparve in sogno il buon Dio che le disse: “Oggi per tre volte sono venuto a visitarti, e per tre volte non mi hai ricevuto”!

Allora i giusti gli risponderanno: Signore, quando mai ti abbiamo veduto affamato, assetato, forestiero, nudo, ammalato e ti abbiamo dato da mangiare, da bere, ospitato, visitato”?
Rispondendo, il re dirà loro: In verità vi dico: ogni volta che avete fatto queste cose a uno solo di questi miei fratelli più piccoli. L’avete fatto a me”. (Matteo 25,8-40).

Don Guglielmo Cestonaro - Parroco
gcestonaro@murialdo.org








“Vieni ancora, in questo Natale Signore Gesù”.
Aiutaci a varcare la soglia del mistero:
gusteremo lo stupore di un incontro,
si riaccenderanno in noi speranza e gioia.
Buon Natale

dai vostri sacerdoti






La redazione augura a tutti i lettori

Buon Natale

e felice
Anno Nuovo!




Venerdì 14 dicembre ore 21.00 in chiesa






Siete invitati allo spettacolo Natalizio
“Segui la Stella”

offerto dalla compagnia teatrale – musicale

Associazione Archè – Milano

e
Consiglio di Zona 6

Assieme rivivremo la storia di un Dio Bambino




        

Giovedì 3 gennaio 2008 alle SS. Messe delle ore 8.30 e 18.00 ricordiamo:
7 anni della morte di don Mario Cugnasco e i 3 anni della morte di don Paolo Novero.





Rinnoviamo la nostra adesione a
Camminare Insieme

Il motto di quest’anno è: entrare in tutte le famiglie, soprattutto quelle dei caseggiati che sono sorti negli ultimi anni.

Confidiamo nella fedeltà dei lettori e saremo riconoscenti a tutti coloro che vorranno collaborare e promuovere il nostro Informatore Parrocchiale.

Potete dare la vostra adesione durante tutte le Messe festive del mese di dicembre e gennaio, in fondo alla chiesa ci sarà un incaricato/a; presso i distributori dei caseggiati; il pomeriggio in ufficio parrocchiale.


Grazie!

adesione ordinaria € 8,00
adesione sostenitrice € 10,00
adesione benemerita € 25,00.



2° Corso Fidanzati

Domenica 13 gennaio alle ore 21,00 nella Parrocchia San Leonardo Murialdo inizia il 2° corso fidanzati per quanti desiderano prepararsi al matrimonio cristiano.

Un corso per fidanzati è oggi più che mai necessario: un matrimonio non si improvvisa; una scelta così impegnativa e definitiva va meditata e preparata con cura, almeno quanto ci si impegna a preparare la casa, il corredo e la festa di nozze.





Cari amici,

voglio augurarvi buon Santo Natale
vi stringo tutti in un abbraccio virtuale.
Vogliamoci bene e confidiamo nel Signore
che lenisce ogni dolore.
Sua Madre Maria ci guidi sempre sulla retta via
e doni a tutti pace e allegria.

Giusy Cabrini



Appuntamento con il

Presentazione dei Gruppi

Approvato il verbale dell’incontro del mese scorso, don Guglielmo ha proposto una riflessione su “Comunicare è un dono”.
Comunicare nel servizio, nell’ascolto, nella condivisione: Dio lo si incontra dove le persone sono state trasformate e si sono lasciate trasformare dall’esperienza vissuta con Lui. Una domanda viene posta: dove sono i roveti ardenti, dove ci sono persone di fuoco, fuoco divorante.

Introducendo il tema dell’incontro del CPP, il parroco ha suggerito lo stile, l’atteggiamento dei rappresentanti e dei componenti dei gruppi che deve avere come sfondo il motto di San Carlo: HUMILITAS.
Persone umili e unite che testimoniano la gratuità dell’amore: espressione della Chiesa che non può più non vedere le realtà di povertà vicine e lontane. Tentano di vivere il Vangelo. Attuano la forza di attrazione delle persone ardenti che mostrano il senso profondo di comunione e collaborazione che le anima.

Franco Baccigaluppi ricordando le due direttrici del Congresso di Verona e il percorso pastorale diocesano “Famiglia comunica la tua fede”, ha poi introdotto il tema centrale all’O.d.g.: la presentazione dei gruppi e associazioni operanti in parrocchia, il servizio svolto, i momenti formativi, le difficoltà e i progetti.

In rapida successione sono state presentate le attività, le finalità e la composizione di 27 gruppi con indicazioni del numero di componenti e del numero dei fruitori dei servizi offerti, in questa che è stata una occasione voluta con il dichiarato scopo di conoscersi personalmente.

La difficoltà principale e più sentita che è emersa è stata la mancanza di partecipazione di forze nuove, giovani o almeno più giovani, capaci di dare un contributo sia in termini di proposte e idee sia di tempo ed energie che desiderino condividere una esperienza di impegno nell’ambito parrocchiale.
Sandra ha ricordato l’iniziativa della Colletta Alimentare cui ha invitato ad aderire e far aderire generosamente. In conclusione, il parroco ha ricordato gli esercizi spirituali e l’impegno per la visita pastorale del Cardinale nel nostro decanato.

Giuseppe Giandomenico
ggiando@libero.it





La saggezza del Signore riempirà il paese

(Is 11,1-10)

 



Isaia - Capitolo 11

Messia e tempi messianici

[1] Un germoglio spunterà dal tronco di Iesse,
un virgulto germoglierà dalle sue radici.

[2] Su di lui si poserà lo spirito del Signore,
spirito di sapienza e di intelligenza,
spirito di consiglio e di fortezza,
< spirito di conoscenza e di timore del Signore.

[3] Si compiacerà del timore del Signore.
Non giudicherà secondo le apparenze
e non prenderà decisioni per sentito dire;

[4] ma giudicherà con giustizia i miseri
e prenderà decisioni eque per gli oppressi del paese.
La sua parola sarà una verga che percuoterà il violento;
con il soffio delle sue labbra ucciderà l'empio.

[5] Fascia dei suoi lombi sarà la giustizia,
cintura dei suoi fianchi la fedeltà.

[6] Il lupo dimorerà insieme con l'agnello,
la pantera si sdraierà accanto al capretto;
il vitello e il leoncello pascoleranno insieme
e un fanciullo li guiderà.

[7] La vacca e l'orsa pascoleranno insieme;
si sdraieranno insieme i loro piccoli.
Il leone si ciberà di paglia, come il bue.

[8] Il lattante si trastullerà sulla buca dell'aspide;
il bambino metterà la mano nel covo di serpenti velenosi.

[9] Non agiranno più iniquamente né saccheggeranno
in tutto il mio santo monte,
perché la saggezza del Signore riempirà il paese
come le acque ricoprono il mare.

[10] In quel giorno
la radice di Iesse si leverà a vessillo per i popoli,
le genti la cercheranno con ansia,
la sua dimora sarà gloriosa.




Questo brano di Isaia è racchiuso entro due frasi in cui sono evidenziati il nome Iesse ed il nome radice mentre tutta la parte centrale è riferita al Virgulto di cui vengono presentate le azioni e le caratteristiche.
Nel costruire in questo modo il testo si vuole sottolineare che il Virgulto è un dono del popolo ebraico perché spunterà dal tronco e dalle radici di Iesse (Iesse era il padre di Davide) ed è contemporaneamente dono per i popoli.

I verbi, coniugati al futuro, nella tipica visione delle profezie, indicano sia avvenimenti di prossima realizzazione sia avvenimenti lontani; in questo contesto esprimono una profezia messianica. Arricchito dai doni dello spirito di Jahwhé - doni che interessano anche gli altri popoli - il Virgulto sarà protagonista di un cambiamento radicale: eserciterà in modo corretto la giustizia, difenderà i miseri e gli oppressi, non lascerà spazio al violento e all’empio.

Il brano si chiude sottolineando il fatto che i popoli lo cercheranno ed il profeta usa per “cercare” un verbo usato nella Scrittura per indicare la ricerca di Dio da parte del credente ebreo.
Questo ha un duplice significato: da una parte che la profezia ha un chiaro riferimento messianico, dall’altro che se il Virgulto viene “cercato” in modo così particolare deve avere in sé qualcosa di divino.

Nel versetto 2 l’indicazione “Spirito del Signore” sta ad indicare il carisma divino donato ai profeti. Lo Spirito del Signore donato al Virgulto è prima di tutto capacità di governo, infatti le due espressioni sapienza-intelletto indicano le caratteristiche non solo intellettive ma anche operative e pratiche di chi è chiamato a reggere un regno. Il binomio consiglio-fortezza indica le doti di un generale che è capace di vincere una battaglia. Da ultimo l’espressione conoscenza-timore indica la capacità di possedere una dimensione religiosa profondissima perché rappresentano le caratteristiche più autentiche del credente: esperienza profonda di Dio e sottomissione fedele ed amorevole all’alleanza con Jahwhé.

La pienezza di tutti questi doni attraverso di Lui riempirà il paese e porterà frutti inaspettati. La pretesa di Adamo ed Eva di conoscere il bene e il male senza Dio non ha portato loro né la conoscenza né la saggezza. Ora ciò che i nostri progenitori avrebbero voluto con la disobbedienza si riverserà sulla terra con abbondanza inaudita, grazie alla ricchezza dello Spirito del Signore che possiede il Virgulto.

Il profeta predice allora, attraverso immagini allegoriche il ripristinarsi di un mondo come era all’origine, come era nella mente di Dio.
La Chiesa da sempre ha visto adempirsi questa profezia di Isaia in Gesù. Gesù è l’uomo dello Spirito, perché senza Spirito non c’è esperienza di Dio. Gesù è l’Obbediente ed il Fedele, da questa sorgente scaturisce la capacità del discepolo di rapportarsi a Dio.
Gesù è la Parola di Dio che crea e salva. Allora noi, che accettiamo di credere in Gesù possiamo già sperimentare i tempi del Regno di Dio che è già iniziato ora e si completerà con il ritorno del Signore.

Gabriella Francescutti




    



Esercizi Spirituali con la biblista Elide Siviero

E’ stata con noi per il secondo anno consecutivo la biblista Elide Siviero per guidarci negli esercizi spirituali di Avvento.
Il tema conduttore delle tre serate è stato il “Regno”.

Lunedì, per invitarci ad “Agire per il Regno”, Elide ha scelto dal Vangelo di Luca il racconto dell’amministratore infedele (Lc 16,1-13).
Con la bravura e il piglio che ormai le conosciamo ci ha preso per mano e ci ha guidato nell’interpretazione di questa parabola, una parabola “difficile” che ci lascia sempre un po’ perplessi. E’ la provocazione di Gesù che per scuoterci ci porta ad esempio le gesta di un ladro! Certo è in qualche modo da ammirare il comportamento dell’amministratore che per salvarsi agisce con rapidità e sagacia, come spesso succede “ai figli di questo mondo” che sanno usare tutti i mezzi per perseguire i propri fini. Gesù chiede che anche i credenti, “i figli della luce”, mettano la stessa intensità per perseguire il bene, perché la fede deve essere per loro una passione che smuove le montagne.

Nei detti che completano la parabola troviamo degli ammonimenti sull’uso dei beni: la ricchezza non è un male in sé, ma inganna chi la possiede facendogli credere di essere autosufficiente e, dunque, di non aver bisogno di Dio. E il termine ricchezza deve essere usato in senso lato: può essere il denaro ma anche la cultura, l’intelligenza, la salute e più in generale qualsiasi stato di benessere per il quale siamo disposti ad ogni sacrificio anteponendolo all’amore assoluto di Dio.
Ha concluso la serata l’antico gesto di adorazione dell’offerta dell’incenso da parte di tutti i presenti.

L’incontro di martedì, “Servire nel regno”, era incentrato sulla parabola del buon samaritano (Lc 10,25-37).
Nella parabola Gesù ribalta il concetto di prossimo come viene inteso correntemente: prossimo non è chi “è” vicino, ma colui che “va” vicino, il buon samaritano, appunto, quindi prossimo non come “oggetto” di amore, ma come “soggetto” dell’amore cioè colui che lo mette in pratica. Ci è stato fatto notare come il samaritano abbia prestato i primi soccorsi con quello che aveva con sé per il viaggio, (olio e vino), con pochi denari e chiedendo anche l’intervento di altri, l’albergatore. Nulla di stratosferico dunque, nulla che non sarebbe stato alla portata di tutti, ma offerto dal profondo del cuore.
Alla luce di questa considerazione, il gesto simbolico che concludeva la serata era la richiesta di scrivere su un foglio cosa sono, oggi, il nostro olio e vino, cioè quello che ciascuno di noi ha sempre con sé da offrire agli altri. Le risposte, tra quelle pescate a caso dal cesto dove erano state messe, sembravano andare tutte nella stessa direzione: disponibilità, generosità, compassione.

Mercoledì si sono conclusi gli incontri con il titolo “Vivere la Gioia del Regno” e niente di meglio, per illustrare il concetto, che le Beatitudini (Mt 5,1-12).
E’ difficile riassumere concetti così importanti per la nostra vita cristiana. Le Beatitudini sono una sorta di catechesi rivolta a chi ha già scelto Gesù. Beato vuol dire “felicità a te” e quindi non è una generica benedizione, un augurio di bene, un comando, ma è la constatazione di un bene già presente: non “dovete” essere poveri ecc., ma “potete” permettervi di essere, perché siete certi che Dio è con voi.
La gioia della vita cristiana è data dunque dalla certezza di essere amati e dal sapere che la propria vita ha un senso. Ma sappiamo viverla questa gioia e, di conseguenza, sappiamo trasmetterla?
Sono queste le domande con cui Elide ha concluso la serata invitandoci a compiere il simbolico gesto di prendere tra le pagine della Bibbia un biglietto sul quale scrivere la nostra “personale” Beatitudine.

Come le sere precedenti Elide ci ha invitato alla recita del Padre Nostro, una recita tutta particolare fatta guardandoci l’un l’altro e sorridendoci, cercando di trasmetterci reciprocamente la gioia di essere tutti fratelli.

Marinella Giannetti



P a r o l a   e   L i t u r g i a

Con la Festa di Cristo Re dell'11 novembre, viene logico spingere lo sguardo verso il nuovo cammino del 2007-2008. All'uscita del presente numero dell’Informatore ormai tutte le attività comunitarie saranno ripartite o in procinto di partire e anche la Liturgia per il nuovo anno merita una particolare attenzione.

L'anno 2007 - 2008 viene considerato anno A e pensiamo di valorizzarlo con alcuni sussidi che verranno messi a disposizione dei fedeli accanto alla “Cappella della Parola”. Come ormai tutti sanno, fin dal 1996 è l’iniziativa dell'esposizione permanente della "Sacra Scrittura" ai fedeli che, giorno per giorno, passando dalla chiesa hanno la possibilità di leggere e pregare con gli stessi testi che il Sacerdote usa per la celebrazione Eucaristica dello stesso giorno. Entrando in chiesa, è facile - dopo aver salutato Gesù, eucaristicamente presente nel Tabernacolo - volgere l’attenzione alla prima cappella di sinistra, dove, sotto lo sguardo del Cristo Pantocratore, è presentata "la Parola di Dio" attraverso i sette volumi (lezionari) che qualche mano amica gentilmente si impegna ad aggiornare.

Questi volumi, e lo stesso leggio che li sostiene, sono stati offerti in diverse circostanze dai ragazzi della Catechesi, da varie Associazioni, o da singole persone, come é ricordato all'inizio di ogni volume. La luce sempre accesa, permette una agevole lettura, mentre i lumini che ne fanno corona, testimoniano la venerazione per la Parola.

Anche il Cardinal Martini ha tanto caldeggiato questa iniziativa e qui di seguito riportiamo alcune sue riflessioni:
"incamminiamoci sempre più convintamente a celebrare e a vivere con questa sensibilità tutti i tempi liturgici, a partire da quello domenicale. Vi ritroveremo ogni volta un aiuto a superare lo smarrimento che ci assale e a vivere della grazia luminosa che ha rischiarato il sabato santo di Maria."
E il suo messaggio per la festa di apertura degli Oratori, si domandava: "dove andiamo? per rispondere andremo anzitutto a quel luogo privilegiato della memoria delle opere mirabili di Dio che la Sacra Scrittura, riscoprendo che è proprio nella lettura orante della Bibbia che tante persone trovano il coraggio, la luce e la grazia con cui accompagnare il cammino".

All’inizio dell’Avvento abbiamo trovato, accanto al Libro, dei fogli che ci aiutano ad entrare più profondamente nello spirito della Chiesa che celebra i vari tempi liturgici.

Enzo Bianchi



N a t a l e:   p e r   p e n s a r e

Mi piace riportare in questa pagina in vista del Natale alcune battute sentite qua e là o lette da qualche parte. Ci aiutano a pensare.

Dicembre: il mese del Bambin Gesù, il mese dei bambini. È giusto lasciare loro la parola. Ad ascoltare i bambini non si sbaglia mai. I piccoli non conoscono la censura: parlano franco, e chiaro. Non dicono quello che vogliono, ma dicono quello che siamo. Sentiamoli!

I bambini non sono giocattoli per gli adulti;
ogni bimbo che nasce è Natale che si ripete: "Chi accoglie uno di questi piccoli, accoglie me". (Mc 9,37);
"non capiremo mai abbastanza quanto bene è capace di fare un semplice sorriso”. (Madre Teresa di Calcutta);
“Non siamo genitori perchè abbiamo generato figli, ma perchè educhiamo i figli che abbiamo generato". (Martin Luther King);
"Sarebbe meglio fare una carezza in meno ai bambini e una carezza in più agli adolescenti, soprattutto quando non se la meritano". (don Antonio Mazzi).

E anche per ridere

"Pierino, se continui a fare i capricci, dirò a Gesù Bambino di non portarti niente quando passa",
"Oh, mamma, non farmi questo scherzo proprio l'ultimo anno in cui ci credo!".

"Mio padre o urla o sta zitto, mia madre si rifà su di me. Io me la rifaccio sul gatto, ma da due mesi il gatto non si trova più e io sono rimasta sola" (Carlotta, 11 anni).

Il dottore visita il nonno: "Dunque, voi stanotte avete avuto i brividi..." - "Sì, dottore!" - "E vi battevano i denti?" - "No, dottore, quelli erano sul comodino".

"Ricordi, caro? Prima di sposarci dicevi che sarei stata la regina della casa..." - "Hai ragione, cara, ma poi la monarchia è caduta e ora c'è la repubblica".

a cura di G.C.



Sabato 10 novembre: una serata speciale - presentazione del libro
“la gioia di dare”
vita di don Paolo Novero

Pubblico numeroso delle grandi occasioni per un appuntamento assolutamente imperdibile.

La sala giochi dell’oratorio Murialdo gremita e in festa ha accolto le 140/150 persone accorse per la presentazione di un libro tanto caro a molti della nostra parrocchia, tra cui amici che non vedevamo da tempo, perché hanno cambiato domicilio. Dalla partecipazione attenta ed emozionata, si evinceva che il ricordo di don Paolo è ancora molto vivo nella nostra comunità e nelle persone che lo hanno conosciuto.

Maria Flora Mangano, autrice del libro, nel suo interevento ha ripercorso insieme con noi il cammino durato quasi 3 anni, partito subito dopo la morte di Paolo con un gruppo di nostri giovani: Claudio, Riccardo, Emiliano, Elena ed Erica. Un libro scritto a più mani da rappresentanti di Ciriè, Viterbo, Milano, Montecatini e Lucera, le comunità di don Paolo, insieme al contributo dei suoi familiari, di alcuni confratelli giuseppini, testi scritti di don Paolo e alcune lettere.

Grazie da tutti noi a Maria Flora, che con impegno e cuore è riuscita a mettere insieme e uniformare tutti i contributi.

Enzo, Giusy, Annamaria, Paolo e Giacomo, che hanno arricchito con il loro ricordo il capitolo dedicato all’esperienza milanese di don Paolo, hanno spiegato nel corso del loro intervento cosa li ha spinti a prendere carta e penna e a ricordare il prete e l’amico.

E infine, mentre sullo schermo gigante si proiettavano foto delle missioni Giuseppine della Guinea Bissau, a cui saranno devoluti gli utili del libro, don Mariolino Parati, superiore della provincia africana, ha ricordato il legame di Paolo con la missione, che ha vissuto in famiglia con la forte testimonianza dello zio don Mario Canova, “l’uomo del Rio”, missionario giuseppino e pioniere della missione giuseppina del Napo.

Sono state vendute ad oggi 265 copie del libro e per chi fosse interessato può rivolgersi in parrocchia.

Concetta Ruta
conci.ruta@tiscali.it



Nei quartieri, la convivenza

Fa riflettere la fotografia scattata da Tuca Vieira, ed esposta su iniziativa della Biennale di Venezia alla Tate Modem di Londra, nel contesto di una rassegna che aveva per oggetto le “Global Cities”, sulle contraddizioni e i fenomeni di convivenza nelle megalopoli.

Sembra di vedere due immagini accostate, in una sorta di testimonianza in parallelo, come s’usa fare in certe interviste televisive. Invece, é un unico fotogramma e rappresenta uno scorcio d’un quartiere nella città di San Paolo, in Brasile.

Da una parte un avveniristico complesso abitativo, con campi da tennis, piscine olimpioniche a più corsie, un prestigioso giardino condominiale e, addirittura, vasche per il relax sui balconi. Stridente accostamento tra l’ostentazione di ricchezza, e spreco di spazi, con l’esasperata concentrazione di povertà tipica delle bidonville.

Un muro, nemmeno molto elevato, divide il mondo del benessere dalla favela con le sue costruzioni precarie, tra le quali s’intravedono automobili non sempre utilitarie, in ulteriore contrasto. Separazione tra due mondi, che però rimangono uniti nella comune volontà di voler stare isolati, nella paura uno dell’altro.

Anche da noi si convive nel malessere reciproco: quello dei residenti per lo stato d’insicurezza, conseguente l’aumento della cosiddetta micro criminalità (ma che “micro” non è), dell’accattonaggio, delle molestie ai semafori. E quello di quella parte degli immigrati che non è malavitosa, ma teme di essere accomunata alle frange illegali e di dover così subire le ritorsioni dei residenti, di essere rispedita a quei Paesi di origine che ha lasciato nel miraggio del benessere, di una vita migliore.

Nella nostra Milano, tali situazioni sono ormai diffuse (per la prima volta, nel 2007, le richieste di residenza degli stranieri hanno superato quelle degli italiani, 7.321 contro 7.014); convivono, a poche decine di metri dai condomìni, gli insediamenti abusivi col degrado ai massimi livelli per l’assenza di servizi igienici, degli allacciamenti alle utenze, di qualsivoglia regola.
Qualcosa è stato fatto per la riqualificazione dei campi autorizzati, come in Via Triboniano a fianco del Cimitero Maggiore, ma siamo ben lungi anche da una situazione di quasi normalità.

Arriviamo tra gli ultimi ad affrontare il problema della convivenza, facciamo almeno tesoro degli errori degli altri, non creando ghetti che sono fonte d’emarginazione, sempre produttrice di devianze e criminalità. Se gli arrivi riguardano forze lavoratrici, cerchiamo di valutarne gli aspetti positivi, secondo la prospettiva del “bicchiere mezzo pieno”.

In questo periodo natalizio, che dovrebbe indurci a essere migliori, un’analisi del problema, in questa prospettiva, potrebbe essere la strenna da portare nel campo delle buone azioni.

Gianni Ragazzi
gianni.ragazzi@iol.it


PROFESSIONE DI FEDE

Domenica 11 novembre nella chiesa parrocchiale di San Vito alcuni ragazzi dei gruppi dopo cresima di prima e seconda superiore del nostro decanato Giambellino si sono trovati per vivere davanti alla comunità cristiana un’altra tappa del loro cammino verso una fede sempre più matura: la professione di fede.

La Professione di fede è infatti per un 14enne l’espressione del desiderio di essere credente, desiderio che si manifesta nei modi propri di un ragazzo, che afferma la sua volontà di farsi accompagnare in un cammino di fede che crescerà, che dovrà trovare altri modi per dire i suoi “sì”, che chiederà altre scelte per essere vissuto.

A questo cammino va applicata la logica del seme, che è dentro la terra e che cresce, tante volte all’insaputa del contadino. Così si rivela il cammino di fede di un 14enne, un cammino che è sicuro perché sostenuto dallo Spirito Santo e frutto della Grazia del Signore.

Con questa tappa i nostri ragazzi hanno voluto rendere pubblico il loro desiderio di mettersi in gioco davanti al Signore e davanti alla comunità, affidando la propria vita presente e futura al Signore. Non è certo un punto di arrivo, ma assume la valenza di una promessa, cioè della volontà di continuare a crescere nella fede. Un cammino che, ci auguriamo, sfocerà nelle scelte definitive della vita.

Don Samuele Cortinovis
samuelec@murialdo.org


17 - 18 novembre 2007 - Ritiro decanale
Del gruppo di terza media

Ore 14: partenza! Direzione: Buccinigo d’Erba al ritiro decanale e cosi, dopo un un’ora circa di viaggio, eccoci arrivati: Michela, Anna, Marta, Nancy, Luca, Francesco, Andrea, Mattia, Irene e il sottoscritto, iniziarono questa nuova avventura che aveva come tema centrale il Padre Nostro. Sì, la preghiera, che tutti sappiamo, piccoli e grandi, che diciamo a casa, a scuola, in chiesa.

Ma poiché la preghiera non è altro che l’elevazione del cuore e una dolce conversazione fra il creato e il creatore, si è cercato di andare oltre la ripetizione del Padre Nostro a memoria senza soffermarsi in ciò che diciamo, ma si è cercato di sentire e vivere ogni parola.
Dunque abbiamo ascoltato i sacerdoti e, anche se con fatica, abbiamo partecipato alle attività proposte, soffrendo il freddo all’aperto, tagliando, incollando, scrivendo, ecc. ci siamo divertiti anche con i giochi, cercando di indovinare canzoni famose per tutti, tranne che per noi.
E se non ci sono stati tanti momenti di gioco libero, siamo riusciti ugualmente a creare momenti di condivisione, sostegno e allegria.

Dopo la Messa nel pomeriggio della domenica siamo tornati a Milano, con altri ricordi nello zaino infinito della memoria, ma di certo con qualcosa in più, soprattutto con il desiderio e la convinzione di dire il padre nostro con fede e fiducia.

Miguel Torres Izaguirre



Una nuova tappa nel cammino  delle giovani coppie

L’incontro del 18 novembre ci ha riservato una piacevole sorpresa. Abbiamo visitato il monastero Benedettino di via Bellotti, che ospita un gruppo di sorelle che vivono la consacrazione in clausura, e incontrato una piccola donna, Suor Maria Teresa.

Con una commozione velata dalla grinta di una fede che si manifesta tutta attraverso la tenacia delle sue parole ci ha lasciato un messaggio unico e straordinario: la gioia.
Quanti volti può avere la gioia? Beh tanti, uno fra tutti il sorriso.
Eppure Suor Maria Teresa esordisce dicendo che la gioia non si manifesta attraverso i muscoli del viso, ma riguarda il nostro cuore, la nostra intelligenza.

Gioia è avere la consapevolezza di essere al posto giusto. Camminare lungo il solco dell’eternità tracciato da Dio, accettando con forza il progetto che Dio ha pensato per ciascuno di noi. La gioia di essere ogni giorno, in ogni istante della mia vita fra le braccia di Dio.

Madre Maria Teresa ha sentito la voce e accettato quel disegno, proprio lei che pensava di dover essere madre di 12 figli, per i quali aveva già scelto i nomi con cura, tutti rigorosamente biblici. E noi, giovani coppie, come lei, abbiamo sentito la voce di Dio che ci ha chiamati a vivere in due l’amore consacrati dal vincolo del matrimonio.

Noi abbiamo fra le mani la gioia di sapere di essere al posto giusto, una gioia che va costruita e custodita, mai dimenticata, nonostante le crisi e i momenti difficili. Le crisi sono strumenti di crescita, indebolite e superate dalla capacità di far memoria delle gioie passate. Verso la fine dell’incontro è venuta tra noi suor Elena Fiori e la Priora con il volto pieno di gioia. Ci siamo fermati alla preghiera del vespro, cantato “divinamente” da tante gioiose monache. Faremo memoria di questo incontro e di questa gioia!

Giovanna e Anna



SUI   PASSI   DEL   MURIALDO

Cari ragazzi siete venuti a Torino, nella mia città Natale, da tante mie opere sparse per l’Italia. Siete venuti sui miei passi e per voi ho organizzato degli incontri speciali con i responsabili di associazioni e di organizzazioni che si occupano di carità per conoscere come i cristiani vivono anche oggi il loro impegno del sociale” San Leonardo Murialdo.
Così si concludevano le lettere che ci mandavano in “missione” divisi in gruppi nella città di Torino per ascoltare attentamente e arricchirci di nuove esperienze. Dal nostro oratorio siamo partiti in 12 e ci siamo uniti a altri 140 adolescenti degli altri oratori dei Giuseppini del Murialdo.

L’edizione di quest’anno di questo ritiro aveva per obiettivo avvicinare i ragazzi al mondo del sociale per provare a pensare come è possibile ancora oggi “sporcarsi le mani” per gli altri, soprattutto i più poveri e bisognosi, e così incarnare il Vangelo della carità.

Il mattino della domenica è stato organizzato un incontro con don Ciotti, il fondatore del gruppo Abele, che ha interpretato - dal 1965 ad oggi - l’essere cittadini a partire dalla strada.
Una strada che in questi anni ha parlato loro non solo di droghe, ma dei tanti volti, nessuno escluso, di chi fa più fatica: aids, alcoolismo, immigrazione, carcere, prostituzione, volti di gente senza fissa dimora e di giovani disadattati, malattia mentale, solitudini diverse. Rispondere a queste realtà con servizi di accoglienza (comunità residenziali, centri diurni, dormitori, servizi a bassa soglia e lavoro di strada) e domandarsi il perché di queste ingiustizie con investimenti culturali diversi (riviste, casa editrice, proposte di formazione, prevenzione e di supporto educativo) è da sempre il loro metodo e la proposta del loro “fare”: per promuovere quella pratica della cittadinanza attiva che trasforma la solidarietà in corresponsabilità degli uni per gli altri. Denuncia e proposta, dunque, per un presente più giusto e un futuro migliore.

Il ritiro si concludeva con questo invito: “adesso tocca a te cambiare il mondo, anche tu se vuoi … sulle orme del Murialdo”.

Don Samuele Cortinovis
samuelec@murialdo.org



Ritiro  di  Avvento

“Gesù Re dell’universo, cuore del mondo, presente nell’Eucaristia”.

Metterci in silenzio davanti al Signore Re dell’universo, per lasciarci ricreare nell’amore e dall’Amore di Dio. Questo è stato il messaggio del ritiro spirituale parrocchiale, che abbiamo vissuto domenica 18 novembre, presso le Suore di via Cascina Corba, che ci hanno accolto con calore. Con l’aiuto e la guida sapiente di don Alberto, abbiamo trascorso 3 ore di adorazione, preghiera, meditazione, celebrazione eucaristica.

Abbiamo meditato sulla regalità di Cristo, che non viene come un Re potente e dominatore, ma come amore che si dona. La regalità di Cristo è l’Amore di Dio che viene incontro all’amore dell’uomo, per divinizzarlo. Sono state 3 ore belle, intense e gustate che ci aiutano ad introdurci nel tempo forte dell’Avvento, tempo di speranza e di attesa, quanto basta per farci capire che Gesù non viene solo a Natale, ma viene ogni giorno nel nostro vivere quotidiano e che è sempre presente vivo e vero nell’Eucaristia. Tutto questo ci può aiutare a dare un nuovo inizio alla nostra vita, riuscire ogni giorno a seguire Gesù cercarlo e amarlo. Per tutto questo dico: “Grazie Dio, tu sei il mio Dio, di te ha sete l’anima mia, poiché la tua grazia vale più della vita”. (Sal 63).

Maria Grazia Manetta





Ricordiamo Roberto
Uomo saggio, Uomo discreto, Uomo giusto

Venerdì 16 novembre 2007 è tornato alla Casa del Padre il nostro carissimo Roberto Ripamonti.

Mi hanno chiesto di ricordarlo con delle parole, ma più che parole vorrei utilizzare immagini. Sì immagini che mi sono rimaste nella mente e che ora affiorano da sole.

Roberto l’uomo saggio: sempre con una battuta pronta, sagace, intuitiva. Negli anni 80 accompagnava nella crescita i giovani che facevano parte della squadra dell’Oratorio, la Murialdina. Quei giovani li sentiva un po’ suoi figli, proprio nello spirito di San Leonardo Murialdo: desiderava che non si perdessero nelle difficoltà della vita e nelle crisi spirituali, quelle che attraversano tutte le persone!
Così, anche per mezzo di una squadra di calcio e dei loro responsabili, quei giovani potevano vivere i valori cristiani.

Roberto l’uomo discreto: presente nelle iniziative della Parrocchia, nelle feste Patronali, nelle cene con i collaboratori parrocchiali, al fianco dei sacerdoti della Comunità, nelle riunioni del Consiglio Pastorale.
Presente sì, ma con equilibrio, ragionevolezza, praticità, moderazione, educazione. Nella sua semplicità sosteneva e costruiva, dialogava e ascoltava, tesseva e ricuciva per amore alla Verità. Non tutti se ne sono accorti, ma questo faceva parte della sua massima discrezione.

Roberto l’uomo “giusto”: molto attaccato alla sua famiglia, a suo figlio Marino, a sua moglie Fulvia, alla nuora, ai nipoti ... ma con altrettanta disponibilità era presente per gli altri. Tutto questo era la logica conseguenza dell’amore per il Signore.
Anche la malattia che l’ha provato duramente è stata accolta con cristiana rassegnazione. I momenti difficili non sono mancati ma alla fine si è forgiato “l’uomo giusto”, quello che si rispecchia in San Giuseppe, obbediente e silenzioso fino a pronunciare: “Così sia, come vuoi tu, mio Signore e mio Dio”.
Grazie, Roberto. Grazie!

Rosa Mattiello

 
Otto per mille per il sostegno del Clero

Attraverso la corresponsabilità dei laici formati dalla Parola del Vangelo è possibile realizzare nel quotidiano il mistero della "Chiesa-comunione", indicato dal Concilio Vaticano II. Da questa consapevolezza di appartenenza e di condivisione sorge anche l'interesse da parte dei fedeli di sovvenire alle necessità della Chiesa attraverso le due forme di sostegno economico dell'otto per mille destinato alle opere di carità e delle offerte destinate al sostentamento del clero.

La partecipazione alle offerte per il sostentamento del clero è segno di maturità in una comunità cristiana, in quanto manifesta una concreta forma di condivisione alle esigenze della Chiesa in un ambito che supera i limiti territoriali della Parrocchia. Infatti, attraverso queste offerte destinate ai sacerdoti, possono essere aiutati nella nostra diocesi non solo i parroci di piccole comunità, mediante il principio dell'equa ripartizione delle risorse, ma anche tutti i 39.000 sacerdoti diocesani, compresi 600 missionari all'estero e circa 3 mila preti anziani o malati che, dopo una vita di servizio, contano ora sull'aiuto dei fedeli.

Si confida pertanto nella sensibilità della nostra comunità parrocchiale, che già ha dato prova di grande generosità in occasione di altre prospettate esigenze, affinché sia realizzata anche questa forma di fattiva partecipazione al sostentamento del clero e che è, tra l'altro, in parte detraibile dall'IRPEF. Negli espositori situati in Chiesa sono disponibili i pieghevoli contenenti le varie modalità per effettuare le offerte. Si ringrazia dell'attenzione prestata a questo invito.

Giuseppe Bianca


A 140 anni della fondazione
ricordiamo
le nostre radici cristiane

L’Azione Cattolica dei tempi moderni riconosce nel giovane Mario Fani e in Giovanni Acquaderni gli iniziatori dell’Associazione, fondata con i primi circoli della Società della Gioventù Cattolica nell’estate 1867, e riconosciuta da parte della Santa Sede nella primavera 1868. Alla quale si aggiunsero poi l'Unione Donne cui erano affidati i fanciulli, la Gioventù Femminile dagli Angioletti alle Effettive e l'Unione Uomini fino al rinnovamento unitario postconciliare.

Mario Fani - Profilo biografico

1845: nasce a Viterbo da una nobile famiglia locale. Studia a Roma dai benedettini di San Paolo fuori le mura.
1867: da tempo ha maturato l'idea di una associazione fra i giovani cattolici; il 23 giugno si incontra con Acquaderni per fissare il programma della Società della Gioventù Cattolica.
1868: fonda a Viterbo uno dei primi circoli: il "Santa Rosa". Molto attivo, è protagonista della diffusione della nuova associazione.
1869: muore a 24 anni di una broncopolmonite contratta tentando di salvare una persona che stava per annegare nel mare di Livorno. Le sue ultime parole sono di rimpianto per non aver potuto fare tanto per la Santa Chiesa.

"Amate la vostra gloriosa e sempre viva società della Gioventù di Azione Cattolica.
È antica non vecchia; ha percorso un secolo di magnifica attività; sia pronta a percorrerne un altro con non minore vivacità di spirito e fecondità di opere. Tocca a noi "rilanciarla", come si dice: con nuove forme, nuovi metodi, nuove iniziative, ma con l'animo di sempre, improntato alla formula d'inesauribile significato della preghiera, dell'azione, del sacrificio" (Paolo VI, 17 agosto 1967).

Giovanni Acquaderni - Profilo biografico

1839: nasce a Castel San Pietro, in Emilia. Laureatosi in legge, si dedica al giornalismo. È attivo animatore del laicato cattolico bolognese.
1867: d'intesa con Mario Fani, lancia un appello alla gioventù cattolica d'Italia perché si associ in una Società.
1868: il papa Pio IX approva la costituzione della Società della Gioventù Cattolica. Acquaderni è eletto primo presidente della Società, che stabilisce il Consiglio Superiore a Bologna. Per anni è al vertice del laicato organizzato. Contribuisce tra l'altro a promuovere l'opera dei Congressi Cattolici.
1880: lascia la presidenza della Gioventù Cattolica. Rimane ugualmente protagonista del Movimento Cattolico. È tra i fondatori de "L'Avvenire d'Italia".
1922: muore a Bologna.

"L'abbandono dell'idea e della vita cristiana porta con sé l'egoismo: è questa una verità che non ha bisogno di prove, o che, se ne avesse, troverebbe prove ogni giorno nella vita comune. Gesù Cristo ha portato in terra l'amore, ed egli non vuole altro se non che gli uomini ne abbiano infiammato il cuore; la Chiesa ha mantenuto e mantiene questo sacro fuoco. “Vedete come i cristiani si amano”, era l'osservazione prima e più vera che facevano gli antichi gentili sui convertiti: vedete come si amano i cattolici, deve essere l'osservazione dei nuovi pagani sulla nostra condotta.

Non parlo di quella carità verso Dio, che è il principio e il termine della vita cristiana: conseguenza necessaria, e prova di essa è la carità verso i fratelli, e ciascuno ne è certamente persuaso: se non amiamo il prossimo che vediamo, come ameremo Iddio che non vediamo?... parlo dell'esercizio di questa carità verso il prossimo". (Giovanni Acquaderni, da Ricordi ai suoi amici).

A cura di Giovanna Oriani




INCONTRO   con   don Mario Parati


Il 16 novembre un gruppo di famiglie della parrocchia che hanno aderito all’adozione a distanza, si è incontrato con don Mariolino Parati, Superiore per l'Africa per la congregazione dei Giuseppini del Murialdo.
Don Mariolino ci ha parlato della situazione in Guinea Bissau, Sierra Leone e Ghana. In modo esauriente ha toccato un po' tutte le tre realtà, la situazione politica, economica e sociale e altro. Gli aiuti concreti che diamo a questi paesi sono indispensabili perché permettono di attuare tutta una serie di progetti.

In Guinea Bissau, negli ultimi decenni è stato possibile realizzare circa 400 pozzi per l’acqua, alcuni Istituti professionali, “scuolette”, piccole cooperative, oratori, un ambulatorio con assistenza infermieristica e anche medica.

In Sierra Leone, tre opere con case famiglia per amputati, un piccolo ospedale.

In Ghana un fiorente seminario ricco di tante vocazioni locali.

Don Mariolino ha spiegato che in Guinea Bissau la mortalità infantile è altissima - 330 bambini su 1000 muoiono prima dei 5-8 anni di età - e questo è uno dei motivi per i quali molte famiglie che sostengono le adozioni si vedono cambiare il bambino/a affidato.
Un’altro motivo è lo spostamento delle famiglie in altri villaggi.

I Giuseppini sono molto attenti nella scelta dei bimbi da aiutare con l'adozione, scelta che tiene conto anche delle loro famiglie. E se per noi é relativamente facile sostenerli inviando la quota, laggiù gestire le adozioni comporta tutta una serie di problemi e attenzione. L'impegno comunque è vigile e costante.

È stato fatto molto ma c’è ancora tanto da fare. Dice ancora don Mariolino: “è molto importante sostenere questi nostri fratelli tenendo conto dei ritmi di vita ai quali sono abituati, attuare progetti innovativi su vasta scala è inutile, dopo poco tempo vengono abbandonati perché manca la tecnologia.
Le iniziative sono finalizzate anche a mettere la popolazione in condizione di autogestirsi, almeno per le cose più semplici.
Un dato rilevante e molto positivo è l'alto numero di vocazioni e la richiesta di moltissime persone di ricevere il battesimo. Ciò comporta notevoli spese per lo studio e la preparazione dei chierici e per l'insegnamento del catechismo: libri, materiale didattico, ecc.
”.

Desidero spendere due parole a sostegno dei nostri missionari giuseppini: continuiamo a sostenerli con adozioni a distanza o con offerte libere, perché rendiamo possibile che venga fatto di più di quanto è stato già fatto in oltre 20 anni di presenza dei giuseppini in Africa, per aiutare questi nostri fratelli ad avere una loro autonomia e serenità di vita. Tutto ciò che doneremo insieme, in tanti, ci verrà sicuramente restituito in gioia, serenità e benedizioni. Diamoci da fare, siamo le tante gocce ma che fanno il mare!

A cura di Ginetta Zanin






Carissimi amici,
Gioioso e festoso è stato l’incontro annuale degli Ex Oratoriali di domenica 11 novembre! La partecipazione numerosa ha reso la giornata bellissima. La Messa è stata concelebrata dal nostro don Mariolino Parati, superiore per L’Africa “giuseppina” e dal nostro assistente spirituale don Silvio.
La S. Messa è stata animata dai canti della nostra Corale che ancora una volta ha dato prova di bravura. Dopo ci siamo portati in sala Paolo VI per il pranzo. Durante il pranzo ci è pervenuta la brutta notizia della morte di un giovane tifoso; siamo rimasti colpiti da questa assurda morte. Non voglio commentare ma solo invitare a riflettere.

La giornata è continuata con la tradizionale lotteria che ci ha dato la possibilità di raccogliere fondi per le missioni. Al termine ci siamo lasciati con l’impegno di ritrovarci l’anno prossimo.

Abbiamo ricevuto un fax del nostro don Pasquale Durastante che ci invita a continuare sempre con tanto entusiasmo e prende spunto dal libro di Susanna Tamaro “Vai dove ti porta il cuore”, dove si evidenzia l’infanzia e la vecchiaia “l’infanzia e la vecchiaia si assomigliano, in entrambi i casi, per motivi diversi, non si è ancora o non si è più partecipi alla vita attiva e questo permette di vivere con una sensibilità senza schemi, aperta”. E conclude: “Vi assicuro che per noi che vogliamo vivere di fede secondo lo stile di Cristo se ci innamoriamo di Cristo,saremo sempre con Lui, Cristo è lo stesso ieri, oggi e sempre”. Grazie, don Pasquale.

Concludo con uno scritto della nostra indimenticabile Luciana Dal Ben, scritto nel Natale 2005, ultimo suo Santo Natale. “...E siamo alle porte del Natale la festa dell’amore. Presto nella città, nelle case, ovunque si accenderanno le luci per il grande evento, ferveranno i preparativi in una atmosfera gioiosa e finalmente suoneranno le campane per annunciare la nascita del Bambinello.
Ancora una volta interpretiamo luci e suoni con il cuore aperto e disponibile. Auguriamoci che il loro richiamo giunga a tutti come segno di pace, di amore e di speranza per un mondo migliore
”.

Buon Natale e Pace nei cuori.

Un particolare ringraziamento ai padri Giuseppini per la loro attenzione e sensibilità nei nostri confronti.

Remo Chiavon



a tu per tu
… con altre religioni

Trattando così ampiamente della relazione tra filosofia e religione, come tutti coloro che amano la filosofia mi sono persa nelle sue profondità; tuttavia, riemergendone, mi è parso opportuno ridestare la mia attenzione su tutte le religioni esistenti e su alcuni loro aspetti o elementi con i quali tutti i giorni conviviamo senza comprenderli o riconoscerli.

Parte così questo viaggio che compio assieme a voi e del quale il primo porto d’approdo è l’Islam. Nello specifico vorrei, anche se brevemente, esplorare quel mese speciale che ogni musulmano vive e che quest’anno è appena terminato: il Ramadan.

E’ il mese del digiuno e della preghiera a cui tutti i musulmani sono chiamati fatta eccezione per i bambini, i malati e gli anziani, nel caso in cui la loro salute non glielo permetta. Quest’anno il periodo del Ramadan è avvenuto tra il 23 Settembre e il 22 Ottobre. Dico quest’anno, poiché la data di questo periodo non è fissa, ma varia a seconda del calendario lunare che gli islamici seguono per ogni loro festività sacra, il calendario hijiri.

Il Rama-dan rappresenta uno dei cinque pilastri della fede musulmana. Gli altri sono la professione di fede, la preghiera rituale cinque volte al giorno, l’offerta dell’elemosina rituale e il pellegrinaggio alla Mecca che, da chi ne ha la possibilità, deve essere compiuto almeno una volta nella vita.

In cosa consiste il Rama-dan? E’ un periodo di penitenza, come per i cristiani potrebbe esserlo la Quaresima, durante il quale non si possono assumere né cibi né bevande, non si può fumare, non si possono avere rapporti coniugali, non si possono ingerire sostanze per vie orali (ad esempio i medicinali). Tutto questo è vietato dall’alba al tramonto. O meglio dal periodo della preghiera mattutina, quella del Fajr (alba) [a volte per cautela da un quarto d’ora prima] a quello del maghrib (tramonto).

Uno dei massimi esperti di islamologia a livello internazionale, Samir Khalil Samir, ha scritto in proposito: “Elemento essenziale del Ramadan come anche della preghiera, è il fatto di essere un atto collettivo: tutti si ritrovano insieme, nello stesso istante, a compiere gli stessi gesti. Tutti faticano e digiunano durante il giorno e poi, al tramonto, tutti si precipitano sull’acqua per bere. E’ un fatto sociale di grande rilevanza che coinvolge talvolta anche i cittadini non musulmani”.




(*) Tratto da Cento domande sull’Islam.

Valentina Caleca





È nato Gesù Bambino!








È nato Gesù il Salvatore onnipotente
e ha messo in festa tutta la gente.
Risplende per noi un astro divino,
perché oggi è nato Gesù Bambino.
Porta la pace in cielo e in terra,
ci dona il suo amore, e non la guerra.
Fa nascere nel cuore,
un amore profondo,
che mette in festa tutto il mondo.
O fedeli andiamo in chiesa di buon mattino,
a lodare e pregare Gesù Bambino.

Luigi Corlianò



Fotografie

10 novembre 2007
presentazione libro
"La gioia di dare"
Vita di don Paolo Novero









Dal 1 al 4 novembre si sono svolti a Loreto gli esercizi spirituali della Famiglia del Murialdo.
Anche alcuni giovani della nostra Parrocchia hanno partecipato a questo momento di grazia che aveva come argomento di riflessione la gioia evangelica.
Molto bello il clima di preghiera e di "famiglia".