camminare insieme Aprile 2008   


Non ho smesso di cercare i fratelli

Gli inviti del Signore Risorto, n abbiate paura”, “sono io”, “andate e annunciate ai fratelli”, “sarò con voi” provocano, attendono una risposta.

Sì, nella mia vita di prete non mancano di certo le consolazioni; ho infatti mille motivi per essere contento e per ringraziare il Signore della comunità in cui vivo: le S. Messe sono sempre partecipate, posso contare sui confratelli generosi e disponibili, l’organizzazione parrocchiale poggia su un laicato maturo e responsabile, non mi manca stima e affetto, il Cardinale nella sua visita pastorale ha avuto parole di incoraggiamento, fiducia e stima.

Nonostante questo però, non mi mancano motivi di preoccupazione e di pene segrete. Il mio cuore va perfino troppo di frequente a quella porzione consistente di parrocchiani che un giorno ha lasciato la “casa paterna”, socchiudendo silenziosamente la porta alle spalle, non credo sbattendola con forza.
I rapporti sono rimasti quasi sempre rispettosi e sereni: rispetto reciproco, cordialità, stima. Ogni anno con qualche sacerdote, o suora o laico, li vado a trovare tutti, nelle loro case. Loro mi restituiscono la visita in chiesa in occasione dei funerali o di matrimoni, ma nulla più.
Non so cosa provino i miei amici parroci, ma so invece purtroppo bene quello che provo io quando vedo questi posti vuoti a “tavola”.

Alle volte girando per le vie vedo volti di ragazzi, di giovani che non frequentano più la Chiesa. Vedo papà e mamme, così interessate fino a ieri ai sacramenti del Battesimo, della Prima Comunione e poi, mai agli appuntamenti della preghiera comunitaria. Allora c’è un qualcosa di struggente, molto vicino alla mestizia, che si affaccia al mio cuore. Cosa posso fare per questa gente, che un giorno ha preteso la sua parte di patrimonio e se n’è andata, affinché possa tornare alla “casa paterna”.

Cosa può fare questo povero prete che vive in una società secolarizzata perché tutti i membri della famiglia di Dio ritrovino la gioia dello stare insieme e di camminare sorretti dalla speranza verso il Regno?

Qualche giorno fa, me ne stavo in chiesa, come il padre della parabola, solo, a pensare, pregare e aspettare. Quando una ragazza tra i venti e trent’anni mi si accostò un po’ timorosa. Notavo nostalgia di ritornare.
Mi raccontò la sua storia, una storia abbastanza comune tra chi si allontana quasi senza saperlo.
L’ascoltavo desideroso di spalancare la porta, di rendere più facile il ritorno. Una frase mi colpì e che per me suonò come un’accusa amara: “sa padre, nessuno in parrocchia è venuto a cercarmi!”.

Quella ragazza non sa quanto sia difficile e faticoso per un povero prete cercare la “pecorella smarrita”.
Non mancano iniziative: anche questo mensile, il foglio di “domenica in domenica”, il foglio rosa trimestrale in tutte le famiglie, le visite alle famiglie dei sacerdoti, suore, ora sempre di più anche di laici, le occasioni forti di Avvento e Quaresima. Anche manifestazioni come le processioni Mariane, la Via Crucis parrocchiale. Quest’anno per poco abbiamo evitato un serio incidente, quando da una finestra è partita una bottiglia. E poi, quante occasioni di incontro, qualcuno dice: “troppe iniziative, parroco!”.

No, cara signorina, sono venuto tante volte a cercarti, forse non ho adoperato le parole adatte, forse in esse non c’era la luce e la verità dell’apostolo, forse mi manca quella santità che tocca il cuore, ma sono venuto, te lo garantisco. Non ho smesso di cercarti con ansia. Sappi che nella chiesa solitaria c’è sempre qualcuno che ti aspetta.

Don Guglielmo Cestonaro - Parroco
gcestonaro@murialdo.org








Dichiarazione dei redditi 2008


Il 5 per mille alle missioni Giuseppine


Non costa nulla,
ma con il tuo dono ci aiuterai
a realizzare i nostri obiettivi
nei paesi più poveri del mondo.

Codice n.
80354630586










Riflessioni,
all’incontro del gruppo
“Fraternità Eucaristica” del 13 marzo.



“Quaresima” è un tempo di grazia, un periodo speciale per noi credenti, è un dono di Dio che, se vissuta con cuore docile e umile, ci porta a una grande gioia.

È un dono di Dio in quanto il Signore ci incoraggia alla preghiera, indicandoci la strada del deserto, il luogo del silenzio. Quindi è un tempo per fare silenzio, per dare ascolto alla Sua Parola mettendoci in atteggiamento di povertà e di attesa.

Il silenzio è il luogo nel quale la Parola si deposita, entra e si fissa nel cuore per poi crescere. Ascoltando il Signore nel silenzio, riscopriamo i “sacramenti della rinascita”, la Riconciliazione e l’Euca-ristia. La Riconciliazione ci fa rinascere a vita nuova, l’Eucaristia è la comunione con Colui che è la vita del mondo.

Maria Grazia Costa





L'Eucaristia è il traboccare della pienezza,
andare verso l'Eucaristia è pregustare l'eternità,
è essere assunti dal Signore.

Ricevendo il corpo di Cristo
avviene anche in noi la trasfigurazione
che è spazio per l’incontro Trinitario,
è lode al Padre,
è vedere l'invisibile.
Dio è stato meraviglioso nell'offrirci
la Pasqua del Suo Figlio,
come è meraviglioso ancora oggi
offrendoci l'Eucaristia.

Colui che era morto è risorto
e questa é la realtà
che ha cambiato l'uomo
nel suo vivere quotidiano.

Ai cristiani viene proposto Gesù di Nazaret,
perché Egli diventi
la via per giungere
alla pienezza della verità e prendere possesso
della vita che non ha fine.

È con la gioia
che il cristiano manifesta il suo Dio
tutti i giorni, come nel primo giorno,
quello della Risurrezione di Gesù Cristo,
il giorno senza più sera, né mattina,
il giorno della luce perenne,
il giorno della pace eterna.

Francesco Parati





Una bella mattinata camminando e pregando insieme

Sabato 8 marzo, insieme alla Parrocchia del S. Curato d'Ars, un gruppo del Murialdo ha partecipato al Pellegrinaggio Penitenziale, recitando il Rosario e meditando i misteri risalendo le varie cappelle che portano al Sacro Monte di Varese.

Giunti al Santuario dedicato alla Madonna si è assistito alla Santa Messa concelebrata dal nostro don Guglielmo e don Antonio del S. Curato. Significative e attuali alcune riflessioni pronunciate dal Rettore del Santuario: al giorno d'oggi il mondo ha bisogno non tanto di maestri, ma di testimoni coerenti al Vangelo - parole profetiche di Papa Paolo VI, e anche come la figura di Maria sia paragonabile alla umiltà dell'acqua che tende sempre a scendere - farsi umile ancella - per poi evaporando risalire verso all'alto dei cieli e ritornare sulla terra portando a nuova vita e sollievo.

Il rientro a Milano è avvenuto nel primo pomeriggio, non senza aver ripassato con la mente e con documentazione scritta quanto di artistico e storico è stato visitato: praticamente il Sacro Monte all'epoca della sua costruzione era per il pellegrino l'equivalente di una visita a Gerusalemme e ai luoghi descritti dal Vangelo. Nonostante il freddo e la non lieve salita, tutti hanno portato a termine con serenità il pellegrinaggio orante.

Piercarlo Arduino




Anniversari di Matrimonio

Domenica 11 maggio

Invitiamo quanti si sono sposati nel 2007 e poi chi ricorda il 5° -  10° -15° - 20° - 30° - 35° - 40° - 45° - ma soprattutto il 25° - 50° - 60° di matrimonio.

Iscrivervi in ufficio parrocchiale. 




Appuntamenti del mese

Sab 5 aprile:           SS. Cresime adulti del decanato alla Parrocchia Immacolata

 

Dom 13 aprile:       Giornata Vocazionale con testimonianza di alcuni seminaristi

 

Ven 18 aprile:         1a Comunione di 48 ragazzi

 

Dom 20 aprile:       Festa di 1a Comunione

 

Lun 21 aprile:         Consiglio Pastorale parrocchiale e Affari Economici

 

Ven 25 aprile:        1a Comunione di 38 ragazzi

 

Dom 27 aprile:       Festa di 1a Comunione

 

Mar 29 aprile:        Consiglio Pastorale decanale a S. Benedetto

 

Gio 1° maggio:       inizio mese Mariano con il S. Rosario nei cortili dei caseggiati

 

Ven 9 maggio:        Veglia di preparazione alla Pentecoste preparata dal Gruppo
       Rinnovamento nello Spirito Murialdo

 

Dom 11 maggio:      Pentecoste - Festa anniversari di matrimoni

 

Gio 15 maggio:        preparazione Festa del Murialdo intervento di don Pino Fossati e
                               canti della Corale

 

Sab 17 maggio:      Giornata parrocchiale del Malato Inizio Torneo Murialdo incontro e
                              momento conviviale con i collaboratori

 

Dom 18 maggio:     Festa Patronale e
        festa per i 50 anni di sacerdozio di don Modesto  Sibona
        pomeriggio Festa Oratorio

 

Mar 20 maggio:       Incontro con ”Medici specialisti”: Assistere a domicilio



Pubblichiamo la relazione, liberamente adattata, tenuta il 26 febbraio 2008 dal nostro Parroco don Guglielmo Cestonaro nella sua funzione di Decano, al Teatro alla Creta, in presenza del Cardinale.
 

 
 

Dalla mia visita come decano alle sette comunità del Giambellino e da quella di mons. De Scalzi alla Parrocchia del Murialdo, ho potuto vedere comunità cristiane che nascono dall'amore: gente che si sente conosciuta e amata da Dio.

Sono stato contento, edificato anzitutto, dai preti che ho incontrato e dallo zelo vissuto anche in situazioni di forte disagio, come in alcune comunità più segnate da sacche di povertà dovute spesso a disoccupazione, edilizia fatiscente, case in stato di abbandono, abusivismo e inserimenti di immigrati e Rom senza alcun rispetto per la presenza e le esigenze di anziani soli.

Mi soffermo ora su qualche problema: anzitutto su quello dell'evangelizzazione come scelta primaria. Secondo le Sue parole, caro Cardinale: scopo della visita pastorale è ancora la missione. Mi pare che lei intenda coinvolgere come protagonisti tutti i battezzati che diventano insieme destinatari e soggetti della missione. Non tanto "una missione al popolo" ma "missione del popolo", cioè il popolo di Dio che si pone in stato di missione.

Siamo convinti che la Chiesa sia essenzialmente missionaria, che essa esiste per annunciare e testimoniare il Vangelo dell'amore di Dio a tutti gli uomini. Un altro suo scopo della visita: sostenere con alcuni orientamenti il cammino di ciascun decanato sulla strada di una più decisa pastorale di insieme. C'è ancora qualche resistenza alla pastorale di insieme. Preti e laici coltiviamo ancora una cultura del nostro orticello. Siamo convinti della necessità di una pastorale di insieme, però abbiamo bisogno di discernimento comunitario, soprattutto per proporre cammini di fede e di comunione per gruppi, in modo da favorire la conoscenza effettiva della dottrina sociale cristiana.

Il terzo punto da Lei offerto è la testimonianza evangelica nella concretezza del territorio in cui le nostre comunità parrocchiali sono inserite. Abbiamo capito che agire in una città attraverso parrocchie ermeticamente chiuse e indipendenti, comporta uno spreco di energie e il rischio di non intercettare quelle realtà che non si riflettono nelle singole comunità (es. scuole, case di cura, istituzioni, etc...). Queste realtà rischiano di essere trascurate perché le parrocchie non le inseriscono dentro le loro attività pastorali.

Anche se la struttura parrocchiale è e rimarrà il cuore della Chiesa. Associazioni e movimenti sono nati lì. Se non ci fosse stata la base-parrocchia, non avrebbero avuto un punto su cui appoggiarsi.

Ho invitato a questo incontro, oltre ai consigli pastorali e degli affari economici, anche alcuni catechisti e i rappresentanti della realtà giovanile. I catechisti sono una delle ricchezze più belle e una delle sicurezze più grandi che abbiamo nel nostro Decanato. La formazione cristiana passa in buona parte attraverso la testimonianza e il servizio dei catechisti. E' necessaria una riflessione seria su questo servizio. I catechisti non possono essere lasciati soli, necessitano di un progetto di formazione che li accompagni nel servizio che stanno facendo. Oggi dobbiamo uscire da una logica riduttiva: i sacramenti vanno visti come passi di un cammino che continua, altrimenti perdono il loro significato. In tutte le parrocchie esistono dei gruppi di lettura continuata della Bibbia, lectio divina, ci sono gruppi di ascolto o altre forme di accostamento alla Parola di Dio. Ci interroghiamo: che cosa facciamo perché le persone ascoltino e leggano con continuità la Parola del Signore? E cosa possiamo fare per sollecitare la lettura e per sostenerla?

Concludo. Sappiamo, caro Padre Vescovo, che non è venuto a raccogliere consolazioni, ma a condividere con noi fatiche e speranze.

Sappia che il Suo servizio episcopale è un prezioso punto di riferimento per tutta la nostra chiesa. Per questo le diciamo un grazie grande e faremo tesoro delle sue riflessioni e ci impegneremo a rendere sempre più visibile il segno della carità e della gratuità dell'amore.

(A cura della Redazione)


Non ritornerà a me senza effetto

(Is 55,6-11)

 



Isaia - Capitolo 55

Invito finale

[6]Cercate il Signore, mentre si fa trovare,
invocatelo, mentre è vicino.
[7]L'empio abbandoni la sua via
e l'uomo iniquo i suoi pensieri;
ritorni al Signore che avrà misericordia di lui
e al nostro Dio che largamente perdona.
[8]Perché i miei pensieri non sono i vostri pensieri,
le vostre vie non sono le mie vie - oracolo del Signore.
[9]Quanto il cielo sovrasta la terra,
tanto le mie vie sovrastano le vostre vie,
i miei pensieri sovrastano i vostri pensieri.
[10]Come infatti la pioggia e la neve
scendono dal cielo e non vi ritornano
senza avere irrigato la terra,
senza averla fecondata e fatta germogliare,
perché dia il seme al seminatore
e pane da mangiare,
[11]così sarà della parola
uscita dalla mia bocca:
non ritornerà a me senza effetto,
senza aver operato ciò che desidero
e senza aver compiuto ciò per cui l'ho mandata.




Questo testo, collocato dal Deuteroisaia a conclusione della sua opera, rappresenta una delle più alte riflessioni teologiche dell’Antico Testamento sulla Parola di Dio. Il versetto 6, che funge un po’ da titolo a tutto il brano, annuncia il tema portante: la ricerca di Dio. Il termine “cercare Jahweh” nell’esperienza ebraica ha assunto significati sempre più profondi fino a quello di rivolgersi a Dio nella necessità ed è sinonimo di pregare.

Gli esuli che da Babilonia tornano verso Gerusalemme, compiono un cammino che, prima che geografico, è un’esperienza religiosa; il cammino del ritorno è associato alla ricerca di Dio. Ma, per cercare Dio è necessaria la conversione che nasce sia da un cammino interione, sia da un comportamento; infatti, se con pazienza si rimodella il proprio modo di pensare per rompere con comportamenti che sono lontani dal Signore, si arriva alla conversione. Per l’ebreo la conversione nasce da un faticoso lavoro per conoscere se stessi, solo così si potrà conoscere Dio. Questo concetto fondamentale per l’ebreo è bene espresso in un passo del libro di Giuditta: “Se non siete capaci di scorgere il fondo del cuore dell’uomo né di afferrare i pensieri della sua mente, come potete scrutare il Signore, che ha fatto tutte queste cose, e conoscere i suoi pensieri o comprendere i suoi disegni?” (Gdt 8, 14). La conversione è quindi il primo passo nella ricerca di Dio. La strada da seguire sarà allora quella del pensiero di Dio che è l’atteggiamento del bene.

Nei versetti 8 e 9 allora, cogliamo la sostanziale differenza tra i pensieri di Dio e quelli degli uomini.

Queste affermazioni fanno da introduzione alla comprensione della vera essenza della Parola di Dio. Isaia lo fa attraverso un esempio molto suggestivo per il popolo medio-orientale: la pioggia. L’acqua è una benedizione di Dio che mette in moto il ciclo vitale, così la Parola quando raggiunge l’uomo agisce. Già la prima pagina della Bibbia ha messo in luce questo aspetto: la Parola di Dio che si concretizza: “E Dio disse: - sia la luce - e la luce fu”.

In questo tempo di Pasqua non possiamo non attualizzare questo brano del profeta con un evento fondamentale, nel quale la Parola diviene azione: è il Mistero Pasquale stesso che abbiamo celebrato nei riti della settimana santa e che è culminato nella Notte Santa, ma che si ripete in ogni celebrazione Eucaristica.

La Parola che si fa annuncio e pane al tempo stesso per avvicinare l’uomo nel modo più intimo, per poter diventare azione di Dio. Il comando “fate questo in memoria di me” diviene allora qualcosa di molto più profondo e sostanziale di un semplice ricordare: è permettere alla Parola di Dio di farsi carne e di agire per noi oggi.

Gabriella Francescutti




    

2 marzo  2008
Visita Pastorale nel Decanato Giambellino

Domenica 2 marzo con la concelebrazione eucaristica presso la chiesa di San Benedetto, si è conclusa la visita pastorale del nostro Cardinale Arcivescovo Dionigi Tettamanzi presso il nostro Decanato.

La concelebrazione, presieduta dal nostro Arcivescovo, ha visto la partecipazione del Vicario Episcopale mons. De Scalzi, dei parroci del Decanato, presbiteri, religiosi e religiose, ed è stata accompagnata dal canto delle corali del Decanato.

Ai tanti fedeli che gremivano il tempio, il nostro Pastore, pur ricordando le situazioni di degrado del nostro territorio, ha parlato anche delle prospettive e delle risorse che nascono dal pensare e progettare le nostre parrocchie come scuole di comunione aperte all’accoglienza e alla missione.

Al termine l'Arcivescovo si è intrattenuto con i fedeli con la consueta disponibilità e calore umano che mai vengono meno.

Franco Baccigaluppi



LA NOVITÀ VIAGGIA LUNGO I BINARI

 

Secondo un accordo tra Amministrazione comunale e la Rete Ferroviaria Italiana, entro febbraio dell’anno prossimo, saranno presentati i progetti relativi alla realizzazione di parcheggi, giardini, servizi integrati, per la riqualificazione di sette scali ferroviari milanesi. Poi, entro pochi mesi, l’avvio dei cantieri. L’intervento riguarderà spazi per un milione di metri quadri, metà dei quali da destinare a verde attrezzato, e di questi 120.000 riguarderanno lo scalo di S. Cristoforo.

Dopo molta incertezza, ora c’è fretta di agire sulle aree ferroviarie abbandonate, nel contesto di uno sviluppo armonico della città, anche nella prospettiva dell’esperienza milanese dell’Expo 2015.

In particolare per quel che riguarda la tratta ferroviaria Milano-Mortara, che ci interessa da vicino, sono in programma importanti novità. Ad esempio, progetti di edilizia sono previsti sull’area dello scalo di Porta Genova, mentre in quella compresa tra la parte terminale di Via Savona e Via Tolstoi, un tempo occupata dalle fabbriche Osram e Loro & Parisini, è già in fase avanzata la creazione di un nuovo complesso residenziale.

Per quanto riguarda la nostra Stazione di San Cristoforo, le idee non sono ancora ben definite, anche se pare ormai decisa la realizzazione di aree a verde, di parcheggi d’interscambio e di un polo logistico per le merci a servizio dello scalo.

È travagliata la vita della nostra stazione di Piazza Tirana; da anni si parla del suo potenziamento come terminal, progetto che ha avuto alterne fortune e la cui traccia tangibile è la struttura, chiamata “il cementone”, visibile al confine del comune di Corsico. Incompiuta e abbandonata da tempo, crea soltanto problemi, oggetto com’è di insediamenti abusivi, che hanno imposto ripetuti interventi di sgombero. Già nei mesi scorsi, oltre 300 rom erano stati allontanati dalle baracche precarie che avevano eretto, ed altri allontanamenti erano avvenuti lungo la linea ferroviaria e, in altra parte ma con lo stesso obiettivo, nel seminterrato adibito a dormitorio abusivo dell’ex centrale per l’acqua potabile, in Via Inganni 67/Via del Lucarino.

Tuttavia le baracche risorgono come funghi e gli interventi di sgombero - l’ultimo il 12 del mese scorso - viaggiano a corrente alternata, tanto da costringere Sergio Graffeo, sindaco del confinate comune di Corsico, a richiedere più volte al Sindaco Letizia Moratti, e alle ferrovie, la messa in sicurezza delle aree.

Problema difficile, anche di pubblica sicurezza, che deve essere considerato in un contesto più vasto, vedasi ad esempio la situazione nei campi nomadi alla Bovisa o, per altri aspetti, in Via Barzaghi

Ma altri insediamenti abusivi sono rilevabili lungo la linea ferroviaria, anche sotto il ponte di via Giordani oggetto, una quindicina di giorni fa, di un incendio che ha coinvolto quattro o cinque baracche.

Ultima questione, in ordine di tempo, le opere di raddoppio della linea ferroviaria sino a Vigevano ed oltre, per consentire il passaggio di ben 220 treni giornalieri, uno ogni cinque-sei minuti, dalle sei di mattina alle 22 di sera, per portare migliaia di pendolari in città con il treno, anziché con l’auto. Sulla questione si sono mobilitati i residenti lungo la tratta dei binari che richiedono barriere anti rumore come, peraltro, occorrerebbe in Via Gonin per la linea tranviaria 14.

C’è n’è abbastanza per tenerci occupati, e in allerta, per i prossimi tempi.

Gianni Ragazzi
gianni.ragazzi@iol.it



30 marzo 1900:
muore San Leonardo Murialdo


“Non siete voi che avete scelto me, ma io ho scelto voi”.

E il Signore il 26 ottobre 1828, quando nacque “Nadino” nella sua casa di Torino, scelse quel bimbo, lo volle per sé.

Lo “seguì” nella sua crescita, infondendo nel suo cuore di ragazzo il desiderio di offrire la sua vita e tutto il suo impegno per portare amore a chi ne aveva bisogno, per far conoscere la Parola di Dio ai ragazzi soli e abbandonati. In mezzo a loro Leonardo Murialdo seppe essere veramente “amico, fratello e padre”. In mezzo a tante povertà, seppe agire con una fede incrollabile e tanto coraggio, tutta la sua esistenza fu un servizio al Signore vissuto nel servizio agli ultimi. Iniziative sociali, case di accoglienza, scuole, oratori, ma soprattutto affetto, collaborazione, condivisione, comprensione. E tutta questa forza di azione, lo portava a superare i momenti duri e difficili della Torino di allora. Non era facile riuscire a tutto, ma il Murialdo lo ha fatto prendendo energia dalla sua grande fede, dalla preghiera e dalla grande devozione alla Madonna. Morì il 30 marzo 1900 a 72 anni.

Dire chi era il Murialdo? Un dono di Dio, un carico d’amore che non è svanito nel tempo, perché il Murialdo è un Santo attuale, vive con la sua Congregazione, vive con noi e continua, attraverso il ricordo delle sue opere a seminare il bene e la Parola di Dio per chi sa aprire il suo cuore a tutto ciò che Egli ha saputo insegnare.

Ricordo le sue parole: “taciamo e facciamo”, “chi si umilia sarà esaltato”. Ripetiamocele ogni tanto!

Fulvia Briasco



LETTERA APERTA A DON MODESTO

Caro don Modesto,
non siamo arrivati primi. Altri - lo abbiamo potuto vedere su Camminare Insieme - ti hanno espresso i loro auguri per il traguardo che hai raggiunto in questi giorni: 50 anni di vita consacrata al servizio di Gesù, della Chiesa, dell'ordine religioso dei Giuseppini del Murialdo.

Noi ci collochiamo buoni ultimi, con la speranza che gli ultimi saranno i primi nel tuo cuore.
Pretendiamo troppo?

Durante la tua permanenza nella nostra amata parrocchia milanese del Murialdo, sei stato per anni anche Assistente del gruppo caritativo S. Vincenzo e hai lasciato fra le persone che lo compongono un ricordo difficilmente cancellabile.

Ci hai seguiti spiritualmente con interventi formativi che hanno lasciato il loro segno; la tua concretezza organizzativa ci ha accompagnato per mano, rendendo più leggeri e più facili i molti compiti a cui si é chiamati quando si lavora nel campo della carità.

Tutto ciò ha fatto nascere in noi per te una stima incondizionata ed un affetto che ancora non si spengono. Nel tuo modo d'essere abbiamo potuto apprezzare il Sacerdote convinto e coerente con il suo mandato; l'uomo che sa essere amico nell'ascolto e nel consiglio.

Fortunatamente sei ancora operante in questa parrocchia e possiamo trasmetterti da vicino, con compostezza e a bassa voce, com'é nello stile vincenziano, i sentimenti che hai suscitato in noi.

Auguri, caro don Modesto. Una tappa si é chiusa; ora se ne apre una seconda che ti auguriamo feconda, sempre nella fedeltà al tuo ministero sacerdotale. Buona salute e buona camminata, senza perdere di vista il traguardo a cui sei stato chiamato. E' il nostro augurio sincero,

Tutti noi della S. Vincenzo

(Bruna - Carla - Pino - Achille - Giuseppe - Lina - Franco - Anna - Fernanda V. - Fernanda B. - Gianna - Angela - Angelo - Milena - Maria F. - Maria Liana - Elena - Francesca - Cesarina - Enrico - Erica - Jole, assieme al nostro Assistente don Silvio, che ti ha degnamente sostituito).





Q u a r e s i m a      2 0 0 8



Quest’anno in ogni via della nostra parrocchia è avvenuto qualcosa che ha reso speciale la Quaresima appena conclusa.

Elena Fiori, di via delle Rose, diventa monaca di Clausura nel Monastero Benedettino di Milano. Tommaso, di via Gonin, inizia il cammino per diventare monaco nel silenzio della clausura dei monaci benedettini in Francia. Suor Marina Fusi di via Inganni, francescana ad Assisi, è stata a Milano per la missione popolare voluta dal Cardinale e in parrocchia ha incontrato la signora Peroni di via Lorenteggio, madrina spirituale del “nostro” martire Antonio Bargiggia che abitava in via Genziane, che prega per noi e con noi per sempre nella luce del Paradiso, cantando a braccetto con Ettore Cunial, Giuseppino martire in Albania.

Quest’anno la Parrocchia e il gruppo missionario hanno proposto l’iniziativa quaresimale “un Vangelo per Amico”.

L’iniziativa è consistita nel raccogliere fondi per regalare una copia del Nuovo Testamento, tradotto per la prima volta in lingua criola, ad ognuno dei 4500 ragazzi e adulti che riceveranno il Battesimo, Prima Comunione e Cresima in Guinea Bissau.

Coordina tutto don Mariolino Parati, nato in via Val Bavona, che ha celebrato con noi la Domenica delle Palme e la settimana Santa.

Abbiamo raccolto offerte per un totale di 5.468 euro pari a 2.734 Vangeli. Grazie ai bambini/e del catechismo, al gruppo Ex Oratoriani e i tanti parrocchiani che con amore hanno sostenuto l’iniziativa.

Pace, forza e gioia nella luce della Risurrezione,

Edgardo e Daniela Fusi


AUGURI, DON MODESTO

Quando si dice le coincidenze! e che coincidenze!


Quest'anno, come sappiamo ormai dai vari articoli apparsi su Camminare Insieme, ricorre il 50° di ordinazione sacerdotale di Don Modesto Sibona.

La coincidenza ha voluto che questa data fosse molto prossima al Giovedì Santo, giorno in cui ricordiamo l'istituzione da parte di Gesù del sacerdozio.

Credo quindi che, per Don Modesto, aver potuto presiedere la celebrazione di questa funzione sia stato particolarmente significativo e così pure per tutti noi suoi amici e parrocchiani.

Spesso ringrazio il Signore per il dono del sacerdozio, ma soprattutto quando penso a figure preparate e motivate quali Don Modesto. In questi 50 anni ha saputo essere guida, sostegno, e maestroz di tanti (giovani e meno giovani), in cammino verso la meta che lui non si stanca mai di ricordarci essere lo scopo e il fine di ognuno di noi: la Vita Eterna in Dio per mezzo del suo figlio Gesù.

Annamaria Cereda


A r r i v e d e r c i      a     O t t o b r e

In quest’anno pastorale per 20 serate, da ottobre a marzo, un gruppo di persone dai 29 agli “anta” si sono ritrovate tutti i martedì dalle ore 21,00 alle 22,30 per la Lectio Divina con il libro del Profeta Isaia. Presenza media: oltre 30 persone con un massimo di 41 e un minimo di 23.

La Lectio Divina, nata in parrocchia nel 1994 è guidata da don Alberto con la collaborazione di alcuni laici, quest’anno sono stati: Gabriella Francescutti, Anna Corlianò, Giuseppe Bianca e Carlo Brenna che si sono alternati nell’annuncio della Parola di Dio.

Oltre la competenza e l’impegno di queste persone mi ha colpito la loro semplicità e umiltà, e la costante presenza anche quando non erano loro ad animare la serata, in ascolto con e insieme agli altri partecipanti.

In questo periodo si parla di corresponsabilità dei laici nella Chiesa e penso che l’esperienza di questi nostri amici e di tanti altri collaboratori, che operano generosamente nel silenzio, sia un segno di maturità ecclesiale della nostra comunità, che da sempre è ricca di laici preparati, responsabili e attenti ai segni dei tempi.

Il cammino di quest’anno è stato impegnativo, perché il libro del Profeta Isaia, oltre ad essere il più lungo della Bibbia, è abbastanza difficile, anche per il tribolato contesto storico in cui lui e i suoi discepoli hanno operato.

Isaia ci insegna che solo Dio è Padre e guida la storia. Noi suoi servi fedeli, siamo chiamati a testimoniare la sua Parola con coerenza, umiltà e con le opere.

Questa è una bella opportunità che la nostra Parrocchia ci offre e sarebbe auspicabile che tanti accogliessero l’invito a condividere un momento di preghiera, annuncio della Parola di Dio, meditazione e scambio in un clima di amicizia e familiarità che può aiutarci a rafforzare le radici della nostra fede.

Arrivederci al prossimo ottobre con il Profeta Geremia.

Concetta Ruta
Conci.ruta@tiscali.it


Cosa fa e chi è il
“Gruppo Teatro Murialdo Milano”?


Sono tanti gli spettacoli presentati finora dal lontano 1991. Gruppo pensato e voluto come centro d’espressione musicale e artistica che unisce persone di tutte le età, le quali hanno il piacere di stare assieme e amano tutto ciò che si può offrire e ricevere facendo teatro. Dal 2006 si è arricchito notevolmente con la presenza di tanti giovani dai 16 ai 20 anni.

Sono tante le strutture ricreative - oratori e teatri - che in questi anni ci hanno chiesto di presentare i nostri spettacoli e tutte sanno che operiamo sempre per beneficenza senza chiedere nulla.

Oltre che nella nostra Parrocchia, siamo stati anche nelle parrocchie di Bollate, Monza, Paderno Dugnano, Cesano Boscone, Valbrembo ed anche presso i teatri di: Bornasco, al Villoresi, allo Splendor, due volte al Rosetum e al teatro della Creta.

Gli ultimi lavori realizzati sono “Aggiungi un posto a tavola”, “Forza venite gente” e “Jesus … vuoi ricominciare”, una libera interpretazione di “Jesus Christ Superstar”. Sono spettacoli presentati in maniera veramente “professio-nale” dai nostri ragazzi e non, impegnati in canti, danze e recitazione.

Nella stagione 2007/08 abbiamo presentato il recital “Forza venite gente” presso il teatro della Creta in occasione della presenza della Croce di San Damiano nel nostro Decanato.

Abbiamo presentato “Jesus … Vuoi ricominciare” presso la parrocchia dei SS. Nabore e Felice e Sant’Antonio a Corsico su richiesta dei rispettivi parroci. Ne abbiamo in programma altre tre, dopodiché ci fermeremo per le vacanze estive.

Non tutto, però, è così lineare e tranquillo. Esistono difficoltà, alcune già superate e altre da superare anche con l’ausilio della “Commissio-ne Oratorio” del “Consiglio Pastorale Parrocchiale”.

La più grande è, ovviamente, la mancanza di una struttura adeguata, ma, grazie alla voglia di fare del gruppo, viene messa in secondo piano. Un’altra difficoltà è data dalla mancanza di uno spazio nel quale depositare tutta l’attrezzatura, che è veramente tanta, ma, ultimamente, grazie al nostro Parroco, siamo riusciti a superarla.

Ce ne sarebbero anche altre, ma, confidando nell’opera della “Commissione Oratorio” e della Provvidenza, riusciremo a superarle.

Gruppo Teatro Murialdo


Riflessioni su un incontro  che cambia la vita

Domenica 9 marzo, la giornata di ritiro dei ragazzi dell’Anno dei Discepoli, comincia con una preghiera di fronte a un pezzo di pane e a un calice di vino, che per 84 ragazzi della catechesi tra pochi giorni diventeranno il corpo e il sangue di Gesù. Pensa che miracolo di incontro sta per cambiare la vita di questi bambini!

Il 18 e il 25 aprile stringeranno infatti il patto di amicizia indissolubile con il loro amico Gesù. Già, un amico un po’ strano questo Gesù, che non entra nella nostra vita bussando alla porta, perché lui è sempre già lì ad aspettarci prima che noi arriviamo a cercarlo. E se lo mettiamo al centro dell’attenzione e concentriamo su di Lui la nostra attenzione, ci parla al cuore e alla mente, sussurrando sempre le risposte che alle volte facciamo finta di non sentire.

Ho l’impressione che questi bambini siano davvero consapevoli dell’importanza dell’incontro che stanno per fare, alle volte più degli adulti che li accompagnano in questo passo.

Via allora al canto che sancisce l’inizio dell’incontro. Un canto nel cuore e sulle labbra scandito con gioia e impegno come si fa per accogliere le persone importanti.

E poi, tra il racconto appassionato di uno dei primi giovani martiri dell’Eucaristia, Tarcisio, e i loro pensieri sull’impegno che stanno per assumere, questi bambini paiono acquisire la consapevolezza che ci sono incontri nella vita che cambiano il corso degli eventi. E quello con Gesù non ti fa più essere quello di prima. A guardare i loro sguardi paiono davvero averlo già capito, sarà per questo che si sentono così emozionati? Che possano sempre avere al loro fianco adulti in grado di accompagnarli con la stessa sensibilità, e che “nessuno dei grandi” possa urtare con frasi o parole superficiali la sacralità di queste loro emozioni.



 

Veronica Di Lisio


Cristo nostra speranza
è RISORTO!
ALLELUJA!





Cristo Signore, Risorto da morte
è vivo nella chiesa e nella storia.
È Risorto in ogni cuore cristiano
che con cuore lo cerca.
La gioia Pasquale è gioia capace
di fare memoria della croce di Cristo;
così da farci trovare le strade
lungo le quali annunciare ai fratelli
la gioia di una grande speranza,
condividendo il suo grande amore
manifestato al mondo intero sulla croce!

Luigi Corlianò









L'OPINIONE   -   Il “mammo incinto”


Nella prima settimana dopo Pasqua, quasi tutte le testate giornalistiche, pubblicano la notizia, correlata di fotografia, di un transessuale al quinto mese di gravidanza. Il soggetto in questione, nato femmina, diversi anni fa si sottopose ad intervento per ottenere il cambiamento di sesso, mantenendo tuttavia gli organi interni femminili tale pratica è concessa in America, mentre in Italia è prevista l'isterectomia (asportazione dell’utero).

Thomas, questo è il suo nome, è dunque somaticamente e anagraficamente maschio e convive da 10 anni con una compagna impossibilitata ad avere figli per un precedente intervento per endometriosi. Thomas decide quindi di sacrificarsi e dopo accurata sospensione della terapia ormonale mascolinizzante a cui deve continuamente sottoporsi per mantenere il suo essere maschio, procede ad una inseminazione artificiale con seme acquistato alla Banca del Seme. Ora è gravido al quinto mese e a luglio nascerà una bimba con taglio cesareo.

In un mondo dove si considera importante l'ultimo modello di cellulare, dove gli anziani sono un peso ingombrante, dove i disabili sono tenuti nascosti perché goffi e sgraziati, considerati poco attraenti per il moderno concetto di bellezza abbiamo finito col dimenticare quale meraviglioso dono è la vita che ci è stata data.


Mercoledì 26 Marzo, ore 7.30: tutti pronti ad affrontare un'altra giornata priva di orari canonici ma senz'altro ricca di incontri. No, non si tratta di un ufficio di P.R., è un blocco operatorio, fatto di tante sale simili a fucine. Ogni sala, una storia. Storie di trepidazione, di speranza; storie di sofferenza, di solitudine. Storie "umane" con tutto ciò che questo termine così vasto contempla.

E il nostro alter ego perennemente provocato: oggi a te, domani a me; forse in questo luogo la coscienza personale del proprio limite è più facilitata che altrove. Stamane qualcuno ha comprato il giornale e prima di infilarci ciascuno nella propria sala si fa in tempo a scambiare qualche battuta. Anzi, oggi le battute si sprecano: "Carlo, mi sembri un po' rotondetto oggi, non sarai mica incinto anche tu?"; "Giorgio, potevi dircelo, hai aspettato 5 mesi a darci la bella notizia?". Battute sarcastiche, amare, su visi dall'espressione nauseabonda dopo aver visto la foto del "mammo incinto" pubblicata sul Corriere. Ci si potrebbe fermare qui, perché tanto i commenti viaggiano tutti sullo stesso tono.

Ma a me vien voglia di andare oltre. Mi vien voglia di capire. Qual è la vera identità di questa persona? Certo, in ciascuno di noi vi è una componente maschile e una femminile, e allora che si fa, si gioca un po' di qui e un po' di là? Non mi scandalizza il fatto che il Thomas in questione, nato femmina, abbia richiesto un cambiamento di sesso, perché ciò significa che la sua natura era psicologicamente maschile. E allora, perché tornare indietro? Come conciliare una psicologia da maschio con una gravidanza? Ciò che mi preoccupa è che tutto questo possa creare un precedente non tanto nell'applicazione pratica - perché dubito fortemente che i trans si mettano da ora in poi a fare a pugni per ingravidarsi - quanto nella forma mentis comune, dando per scontato che in fondo tutto può essere lecito e fattibile. Ho sentito proprio ieri una battuta tremenda e cioè che il mammo americano è come Dio, il quale è nel contempo padre e madre. Personalmente spero non mi vengano a dire che anche l'anima può essere femmina, maschio o trans.

Laura Seccia Bianchi





Tutti  in  Uno

Il 14 marzo è morta Chiara Lubich, fondatrice del movimento dei Focolarini. Per ricordare una persona che ha lasciato un “segno” visibile nella Chiesa ci sembra bello riportare le parole di don Sandro Girodo che l’ha conosciuta “più da vicino”.

Buona giornata, sto andando a portare il mio saluto sincero e riconoscente a Chiara Lubich, nella sua casa nel centro Mariapoli a Rocca di Papa.

In molte situazioni, da quando avevo 17 anni, una sua interpretazione del Vangelo, un suo modo di esprimerlo, il suo colore di viverlo sono stati per me concreti esempi e stimoli per incarnare ancora adesso Gesù nel quotidiano, per farlo “tornare a vivere”.

Un primo incontro fu un concerto del Gen Rosso dove mi sembrò che la bellezza di Dio si poteva cantare, poteva diventare di moda Dio, dirlo, annunciarlo con il canto, il ballo, il colore, l’arte, ”perchè Dio non è solo verità e bontà, ma è bellezza”, come ricordava Chiara, e nel 2000 Giovanni Paolo riprendeva nella spianata di Tor Vergata: “è Gesù la bellezza che tanto vi attrae”.

Ricordo in una cappella ad Andalo negli anni ‘80, durante gli esercizi spirituali quando ho riletto il Testamento di Gesù in Gv. 17: “Padre, che tutti siano una cosa sola, come io e Te, perché il mondo creda” e avere l’impressione stampata dentro che queste parole erano davvero la fonte della testimonianza e il motivo della mia chiamata. O durante un’estate a Santa Marinella, quando ho imparato il canto “Dove due o tre sono uniti nel mio nome, io sarò con loro” intuire la verità di queste parole, aiutato gentilmente e sapientemente dalle spiegazioni semplici e vere di questa donna, Chiara, piccola e grande, tenera e forte, che spiegava con vita vissuta il mistero dell’Unità e dell’inse-parabile mistero del Dolore, chiamato da lei con un nome e un volto: “Gesù Abbandonato”, suo “unico sposo”. E poi nel fare il recital del ’92 per i sacerdoti novelli a Viterbo, Luciano Agnella, Paolo Novero, Luca Murador, Gino Rossi, Marco Rota, “Stagioni di vita”: la fonte dell’ispirazione sono state altre parole di questa donna: “Gesù è l’amore fra di noi”.

Così negli incontri con famiglie musulmane negli anni ’90 che chiesero ospitalità presso di noi quando ero a Valbrembo, fonte di ispirazione per vivere l’attenzione reciproca e il dialogo sincero interreligioso, sono stati ancora gli esempi di questa donna che per prima parlò nelle moschee di Dio Amore.

E l’esperienza davvero forte di vivere a Loppiano per tre mesi, dove davvero tutto tramonta davanti a Dio, dove Gesù resta l’unico Maestro, l’unica guida e tutto il resto scolora, è stato motivo di maturazione ed impegno.

E non finirei nel descrivere i tanti stimoli ricevuti da questa donna, testimone di unità e amore a Gesù Abbandonato.

Nella nostra famiglia del Murialdo, lei conosceva molti di noi tra Giuseppini e giovani. Ad alcuni di noi ha risposto e scritto, ha donato anche una parola di Vangelo da incarnare, le siamo riconoscenti per averci portati vicini a Gesù e a Maria, come il Murialdo desiderava per noi.

Ha detto in un suo intervento:
“Nel tuo giorno mio Dio, io verrò verso di te, e con il mio sogno più folle: portarti il mondo tra le braccia!”.

Ogni bene dal Cielo per voi,

Don Sandro Girodo





SE IL CHICCO DI GRANO...

Il 28 marzo si è tenuta, nella nostra parrocchia, la Veglia decanale per i Martiri Missionari.

Durante l’incontro di preghiera, alla luce del candelabro pasquale, sono stati nominati uno ad uno tutti quei 21 religiosi e laici che hanno perso la vita durante il 2007 per aver voluto testimoniare la propria fede in situazioni difficili. Sono poi state lette le testimonianze di don Andrea Santoro, fra Angelo Redaelli, Suor MariaLaura Mainetti, Antonio Bargiggia laico, suor Leonella Sgorbati, morti in anni precedenti, ma che si sono voluti ricordare in modo particolare o perché avevano vissuto tra noi come Antonio e Suor Leonella o perché sono morti in luoghi vicini o come Suor Maria Laura perché la loro vita e il loro sacrificio sono stati particolarmente emblematici.

Gli interventi di Gerolamo Fazzini, direttore di “Mondo e Missione” del PIME e di Taisa Venturi, amica di don Santoro, ci hanno poi aiutato a riflettere il primo con un discorso generale sul significato di missionarietà nel mondo d’oggi, la seconda raccontandoci particolari della vita di don Andrea, sin dai tempi in cui era nella parrocchia di Gesù di Nazareth a Roma.

E’ proprio nella vita di comunità parrocchiale e nel suo interesse e amore per il Medio Oriente che nasce la decisione di don Santoro di andare in Turchia, dove ha vissuto ben cinque anni prima della sua tragica fine. Era ben conscio dell’ambiente ostile in cui si trovava ad agire e, spesso, il non poter manifestare apertamente la sua fede cristiana gli poneva dei drammatici dubbi esistenziali e di fede. Gli erano di sostegno le parole del Deuteronomio “siate seminatori di bene dappertutto, con tutti e nonostante tutto”.

Il discorso di Fazzini ha abbracciato i gesti eroici di religiosi ma anche di molti laici, come il Dr. Carlo Urbani, morto di SARS a Hong Kong, testimonianze di gratuità e d’amore senza calcoli. La morte di tutte queste persone è spesso avvenuta per circostanze assolutamente casuali ma era la consapevolezza che questo poteva accadere e la sua accettazione a dare un senso al martirio, che può definirsi tale solo se presuppone una vita di “vocazione”. In questo senso il “martire” cristiano non è chi compie un gesto “eroico” mettendosi al centro della scena, ma chi, pur amando la vita, accetta il rischio di perdere la propria per la vita degli altri.

Certamente non tutti sono chiamati ad una forma così alta di testimonianza, ma forse molti oggi si interrogano sul dover essere testimoni di fronte all’indif-ferenza o, peggio, alla derisione verso chi pratica una qualsiasi fede religiosa che a volte si sente qua e là serpeggiare nelle moderne società occidentali.

Marinella Giannetti






Carissimi amici,
come da programma presentato nei precedenti articoli su “Camminare Insieme”, abbiamo assolto ai nostri impegni versando i nostri contributi alle varie iniziative quaresimali, così suddivisi:

€ 500,00 per l’acquisto di 250 Vangeli per i bambini della Guinea Bissau che quest’anno riceveranno i Sacramenti.
€ 1.000,00 a favore del Centro Educativo Diurno per i ragazzi nella missione di Roman in Romania, iniziativa promossa dall’Asso-ciazione Ex Allievi.
€ 1.000,00 a favore della missione Giuseppina dove opera il nostro don Gabriele Prandi in Ecuador.

A proposito della “Quaresima” così ci scrive il nostro parroco: “vi ringrazio di vero cuore per la generosa offerta per la “Quaresima di Fraternità”, frutto delle vostre rinunce. Il generoso gesto di solidarietà è un segno del vostro amore alle missioni Giuseppine. Con questo, dimostrate ancora una volta che essere cristiani vuol dire essere missionari. L’augurio che questa Pasqua vi dia la gioia di essere testimoni di speranza perché Cristo è Risorto”. Dobbiamo sentirci orgogliosi di appartenere a questa nostra Associazione per la sensibilità dimostrata in tante occasioni che si sono presentate e che si presenteranno in futuro.
Un abbraccio a tutti,


Remo Chiavon






ANSPI Murialdo - Ex Oratoriani, organizzano per

sabato 24 maggio 2008 una gita a Caluso nel Canavese con il

seguente programma: 7,45: ritrovo - 8,00: partenza

10,00: arrivo a Caluso, visita all’azienda agricola “Le Baccanti”

Santa Messa in luogo - pranzo al Ristorante il “MAGO” con buffet

antipasti - menù piemontese - musica con orchestra e ballo

16,00 partenza per visita al Castello di Mazzè - 19,30 arrivo a Milano

Costo tutto compreso 37 - per prenotarsi telefonare a:

Remo Chiavon: 02-4524314 - cell. 338-3146166

Gino Fraioli: 02-9688805 - Parrocchia: 02-410938

 









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a tu per tu
… con altre religioni

La Pasqua per ogni cristiano è la festa più importante di tutto l’anno, perché racchiude in sé il mistero più grande e paradossale che l’amore di Dio ha potuto inventare per noi. Lui, onnipotente, onnisciente, onnipresente, principio di tutto e di tutti, perfezione assoluta si è reso piccolo come noi e ha dato tutto quello che era come uomo e come Dio per la nostra salvezza. Questo Gesù, “uomo dei dolori” è morto per noi sulla croce, compiendo la volontà di Suo Padre.

Questo è il volto di Cristo per i cristiani; ma chi è Gesù per i musulmani? Nel Corano, il Profeta parla di Gesù attingendo alle fonti dei Vangeli Apocrifi, non quindi quelli Canonici, per questo motivo, nel Corano, si parla di miracoli operati da Gesù fin dalla più tenera età. Egli viene descritto come il profeta che, ad eccezione di Maometto, ha compiuto più miracoli, ma sempre, come ben evidenziato nel testo Sacro dell’Islam, “col permesso di Dio”. “Gesù viene presentato come un uomo inviato ai figli d’Israele per ricordare loro il messaggio di Dio” [cfr. Cento domande sull’Islam]. Nel Corano si narra che egli fosse seguito, come Maometto a Medina, da Anşār o ausiliari e che, identicamente al Profeta e a Mosé, non venne ascoltato dai suoi concittadini che lo accusarono di magia. Infine, il Corano nega la crocifissione di Gesù da parte degli ebrei e narra l’accaduto nella Sura delle Donne (IV), così come segue: “né lo uccisero, né lo crocifissero, bensì qualcuno fu reso ai loro occhi simile a lui”. Questo ci fa comprendere che per l’Islam Gesù non sarebbe morto, ma sarebbe stato innalzato fino a Dio per poi ritornare nel giorno della Risurrezione. Quindi, per l’Islam, Egli è il più grande e il più santo dei profeti inviati da Dio prima di Maometto, ma è soltanto un profeta. Tutti gli appellativi con cui viene descritto nel Corano non fanno mai riferimento alla filiazione divina di Cristo. Trovo interessanti soprattutto due modi di presentare Gesù presenti nel Corano: il primo modifica sostanzialmente il senso con cui un cristiano dice che Gesù è il Verbo di Dio. Tale senso è quello della coesistenza di Gesù con Dio. Invece, per un musulmano, questa espressione indica che Gesù è il frutto concreto della parola di Dio, ossia che Gesù è un uomo creato per comando (verbale) di Dio. Il secondo, riguarda il fatto che Gesù è presentato come un autentico buon musulmano che insegna il monoteismo, la sottomissione a Dio, ovvero l’islam e i suoi precetti.

Valentina Caleca





ANGOLO DELLA POESIA






Dopo aver aperto il libro



Dopo aver aperto il libro
le parole sono mille miagolii,
tanti dolci folletti guidati dalla mia voce.

Lei ti culla nella tua soffice ninna nanna.
Mentre sento i tuoi occhi
e il tuo saluto mi abbraccia.

Vedo le tue zampine che chiedono affetto
un dolce batuffolo è ai piedi del mio letto
sonnecchia, sospira, respira.

Vive e sogna le gioie di una nuova vita
Ascoltami parliamo e incontriamo la verità.

Com'è rincuorante il calore del tuo amore!
Il tuo sorriso bacia il mio siamo un'unica realtà.

Mi addormento sul tuo cuore
le mie orecchie sono
accarezzate dalle tue oniriche fusa
riposa piccolo amore mio, sogna.

Io sono qui e non ti lascio sola
ascolti il greco e il latino
mentre la mia mano sfoglia le pagine.

La stessa mano con cui giochi
quella che accarezzi e che affronti
ma ora hai vinto l'hai lasciata

Sei libera e corri tra giubilanti prati in festa
giochi e vivi quello che non hai assaporato
ma non mi hai lasciato solo

Ecco il tuo florido volto mentre gusti la felicità
sento la tua zampa nella mia.
Ti amo, ora sei l’abbagliante miagolio che colora il mio cuore.


Tiziano Bertrand


Nevicata





La neve è arrivata e nel cortile,
l’albero fu ricoperto e greve
ogni ramo parea un merletto.
Poi una pioggerella insistente
sciolse quel biancore,
lasciando sui rami, gocce di perla


Giusy Cabrini



Fotografie


















Visita Pastorale nel Decanato Giambellino




Via Crucis per le vie del quartiere




Processione delle Palme







Veglia Pasquale


Darsena è diventato cristiano col nome di Marco

Darsena, un giovane di 29 anni dello Sri Lanka, dopo un cammino di fede seguito da don Silvio è diventato cristiano con il nuovo nome di Marco.
La notte di Pasqua, ha ricevuto i Sacramenti del Battesimo, Cresima e Prima Comunione.
Auguri Marco e ogni bene da tutti noi del Murialdo!


Domenica delle Palme: ritiro dell'Anno della Fede