Giornata della Pace
“Nella verità, la Pace”
Riportiamo il messaggio per la Giornata Mondiale della Pace di Benedetto XVI.
Dice il Papa: “Desidero ancora una volta confermare la ferma volontà della Santa Sede di continuare a servire la causa della pace.
Il nome stesso di Benedetto, che ho scelto il giorno dell’elezione alla Cattedra di Pietro, sta ad indicare il mio convinto impegno in favore della pace.
Infatti, ho inteso, riferirmi sia al Santo Patrono d’Europa, ispiratore di una civilizzazione pacificante nell’intero continente, sia al Papa Benedetto XV, che condannò la prima guerra mondiale come “inutile strage” e si adoperò perché da tutti venissero riconosciute le superiori ragioni della pace”.
Messaggio per la celebrazione della 39a
Giornata Mondiale della pace
- 1° gennaio 2006 -
«Nella verità, la pace»
Il tema di riflessione di quest'anno — «Nella verità, la pace» — esprime la convinzione che, dove e quando l'uomo si lascia illuminare dallo splendore della verità, intraprende quasi naturalmente il cammino della pace.
Delineata in questo modo, la pace si configura come dono celeste e grazia divina, che richiede, a tutti i livelli, l'esercizio della responsabilità più grande, quella di conformare la storia umana all’ordine divino.
Chi e che cosa può impedire la realizzazione della pace? La Sacra Scrittura mette in evidenza nel suo primo Libro, la Genesi, la menzogna, pronunciata all'inizio della storia dall'essere dalla lingua biforcuta, qualificato dall'evangelista Giovanni come « padre della menzogna» (Gv 8,44).
La pace è anelito insopprimibile presente nel cuore di ogni persona, al di là delle specifiche identità culturali. Tutti gli uomini appartengono ad un'unica e medesima famiglia. L'esaltazione esasperata delle proprie differenze contrasta con questa verità di fondo.
La pace appare allora in modo nuovo: non come semplice assenza di guerra, ma come convivenza dei singoli cittadini in una società governata dalla giustizia. La verità della pace chiama tutti a coltivare relazioni feconde e sincere, stimola a ricercare ed a percorrere le strade del perdono e della riconciliazione, ad essere trasparenti nelle trattazioni e fedeli alla parola data.
La verità della pace deve valere e far valere il suo benefico riverbero di luce anche quando ci si trovi nella tragica situazione della guerra. I Padri del Concilio Ecumenico Vaticano II, sottolineano che non diventa «tutto lecito tra le parti in conflitto quando la guerra è ormai disgraziatamente scoppiata». La Comunità Internazionale si è dotata di un diritto internazionale umanitario per limitare al massimo, soprattutto per le popolazioni civili, le conseguenze devastanti della guerra.
Il mio grato pensiero va alle Organizzazioni Internazionali e a quanti con diuturno sforzo operano per l'applicazione del diritto internazionale umanitario. Come potrei qui dimenticare i tanti soldati impegnati in delicate operazioni di composizione dei conflitti e di ripristino delle condizioni necessarie alla realizzazione della pace?
Al giorno d'oggi, la verità della pace continua ad essere compromessa e negata, in modo drammatico, dal terrorismo che, con le sue minacce ed i suoi atti criminali, è in grado di tenere il mondo in stato di ansia e di insicurezza. Tali disegni, risultano ispirati da un nichilismo tragico e sconvolgente.
Il nichilismo e il fondamentalismo fanatico si rapportano in modo errato alla verità: i nichilisti negano l'esistenza di qualsiasi verità, i fondamentalisti accampano la pretesa di poterla imporre con la forza e si trovano accomunati da un pericoloso disprezzo per l'uomo e per la sua vita e, in ultima analisi, per Dio stesso.
Dinanzi ai rischi che l'umanità vive in questa nostra epoca, è compito di tutti i cattolici intensificare, in ogni parte del mondo, l'annuncio e la testimonianza del «Vangelo della pace». Dio è Amore che salva, Padre amorevole che desidera vedere i suoi figli riconoscersi tra loro come fratelli, responsabilmente protesi a mettere i differenti talenti a servizio del bene comune della famiglia umana. Dio è inesauribile sorgente della speranza che dà senso alla vita personale e collettiva. Dio, solo Dio, rende efficace ogni opera di bene e di pace.
Guardando all'attuale contesto mondiale, possiamo registrare con piacere alcuni promettenti segnali nel cammino della costruzione della pace. Si tratta di passi certamente ancora assai timidi sul sentiero della pace, ma già in grado di prospettare un futuro di maggiore serenità, in particolare per le popolazioni martoriate della Palestina, la Terra di Gesù, e per gli abitanti di talune regioni dell'Africa e dell'Asia.
Tutto ciò non deve indurre però ad un ingenuo ottimismo. Non si può infatti dimenticare che, purtroppo, proseguono ancora sanguinosi conflitti fratricidi e guerre devastanti che seminano in vaste zone della terra lacrime e morte. Che dire poi dei governi che contano sulle armi nucleari per garantire la sicurezza dei loro Paesi?
A questo proposito, non si possono non registrare con rammarico i dati di un aumento preoccupante delle spese militari e del sempre prospero commercio delle armi.
I primi a trarre vantaggio da una decisa scelta per il disarmo saranno i Paesi poveri, che reclamano giustamente, dopo tante promesse, l'attuazione concreta del diritto allo sviluppo.
A conclusione di questo messaggio, vorrei ora rivolgermi particolarmente ai credenti in Cristo, per rinnovare loro l'invito a farsi attenti e disponibili discepoli del Signore. Ascoltando il Vangelo, cari fratelli e sorelle, impariamo a fondare la pace sulla verità di un'esistenza quotidiana ispirata al comandamento dell'amore. Volgiamo con fiducia e filiale abbandono lo sguardo verso Maria, la Madre del Principe della Pace. Le chiediamo di aiutare l'intero Popolo di Dio ad essere in ogni situazione operatore di pace, lasciandosi illuminare dalla Verità che rende liberi (cfr Gv 8,32).
|