Sabato 12 maggio a Roma si svolgerà il “Family Day”. Dalle 15 alle 19 in piazza San Giovanni si ritroveranno numerose associazioni familiari e non, appartenenti non solo al mondo cattolico, per riaffermare l’importanza della famiglia. Famiglia intesa come unione stabile di un uomo e di una donna (i “coniugi”, coniunctio) che si fanno reciproco dono di vita e di destino (consorti), aperta alla accoglienza dei figli. Questa tipo di “unione” non potrà mai essere equiparata alle unioni di fatto - manca una promessa di un “per sempre” o “fino a che morte non vi separi”, e si parte dal “finché dura” - nè con unioni omosessuali - manca la naturale differenza capace di originare vita. E questo senza nulla togliere alla libertà di ognuno di scegliere come e con chi spendere la propria esistenza. La famiglia fondata sul matrimonio è qualcosa di più impegnativo e coinvolgente: in essa la persona dell’altro non è scambiabile, ma è anzi insostituibile. Essa costituisce la forma originaria della società umana, addirittura Palmiro Togliatti alla Costituente la definì una “società naturale”.
Personalmente non sto qui a dire che questo sia un impegno facile, che non costi sacrificio e rinunce personali, grande pazienza e un sacco di altri ingredienti; ognuno potrebbe raccontare la propria vita a conferma di ciò. Ciò nonostante dico che vale la pena.
Io sono assolutamente certo del fatto che esiste, nella storia, un lunghissimo filo lungo migliaia di anni che unisce “Adamo ed Eva”, o, se vi dà meno fastidio, il primo essere vivente che potesse essere chiamato uomo, a me e a te che stai leggendo in questo momento. Esso è formato dai miliardi di uomini e donne che nei secoli si sono scambiati, in un certo momento della loro vita, una promessa, che hanno stabilito un patto, hanno stipulato un contratto, che di fronte alle vicende della loro storia, li avrebbe visti combattere insieme, come “un sol uomo”, scambiandosi mutua assistenza e progettando il futuro insieme, realizzando ciò che il loro cuore desiderava. E il cuore di ogni essere umano persegue la felicità; e infatti questi miliardi di incontri tra un uomo e una donna sono avvenuti, perché ciascuno di essi ha pensato che la propria felicità passasse attraverso la costruzione di queste piccole “società”: le famiglie.
Questa “impresa” prevedeva ed era orientata anche alla nascita di nuovi uomini e donne, e costituiva, un tempo non molto lontano, una sicura forma di assicurazione per i genitori sulla propria vecchiaia; era inoltre motivo di soddisfazione poter vedere ciò che nel tempo si era costruito, e i figli e i nipoti che con stupore e sorpresa si vedevano crescere, scegliere, decidere, costruire a loro volta; in una parola, vivere.
Stupore e sorpresa perché ogni figlio, generato o accolto, si è sempre sviluppato secondo una dinamica che nessun genitore ha mai potuto prevedere o pilotare (forse solo indirizzare), diventando giorno dopo giorno un “tu” con cui interloquire, confrontarsi, magari anche litigare, ma comunque mai una copia di se stessi: un altro/a. E l’uomo, qualunque uomo, è questa sete di rapporto, desiderio e ricerca di un altro con cui rapportarsi - ricordate la Creazione: non è bene che l’uomo sia da solo.
Per chi ha ricevuto il dono della fede l’altro è segno del TU più grande che è proposta al nostro essere di una compagnia non solo nelle vicende della nostra vita, ma per l’eternità.
Quella che ho descritto è stata la realtà evidente a chiunque persino quando è nata la costituzione italiana, che all’articolo 29 afferma che “La Repubblica riconosce i diritti della famiglia come società naturale fondata sul matrimonio”, senza ritenere necessario esplicitare la differenza sessuale, percepita come ovvia e naturale.
E nel termine “matrimonio” ci sono le parole latine “matris” e “munus”, cioè “compito della madre” come a indicare che senza madre non c’è famiglia.
Sempre nella Costituzione italiana l’articolo 31 assegna allo Stato il compito di agevolare ”con misure economiche e altre provvidenze la formazione della famiglia e l’adempimento dei compiti relativi, con particolare riguardo alle famiglie numerose”.
Poi scopri, per esempio, che le detrazioni per i figli a carico non competono per la semplice presenza dei figli, ma sono attribuite in relazione al reddito, cosicché il vantaggio si riduce di molto; inoltre da quest’anno i coniugi non potranno più ripartire le detrazioni spettanti per i figli in proporzione al beneficio economico maggiore, ma dovranno dividerle al 50%, con ulteriore perdita di beneficio economico. Non sto a raccontare anche del problema che rappresenta lo stato matrimoniale nei riguardi delle graduatorie per asili, case e altro ancora. Persino l’assegno periodico di mantenimento per i figli dà luogo ad una riduzione del reddito imponibile di chi lo versa, sicché si potrebbe ipotizzare che ad una coppia di coniugi potrebbe essere conveniente “apparire separati” per recuperare una parte di ciò che “s’investe” nei figli. L’Italia ha investito negli ultimi 25 anni in tema di politiche familiari l’1,1% del Pil, contro il 3,4% della Germania ed il 2,4% del resto d’Europa. Pertanto non si capisce la resistenza del mondo politico ad adottare, per esempio, il “quoziente familiare”, meccanismo fiscale che suddivide il reddito familiare per i suoi componenti; per esempio una famiglia composta da due coniugi e due figli, con reddito di 50.000 euro, in Italia paga un’imposta di 13.225 euro, in Francia di 2.518; stessa famiglia con reddito di 25.000 euro in Italia paga 2.500 euro, in Francia solo 5 euro!
Per questo si è giunti alla necessità di richiamare l’attenzione del mondo politico su una realtà così importante e diffusa nella nostra società, che ha costruito la “Storia“ fino a noi, ma che da tempo è stata lasciata da parte, lasciata sola di fronte alle scelte che il mondo sociale e politico è andato prendendo negli ultimi decenni; in Italia più che nelle altre nazioni d’Europa, tanto che il nostro tasso di natalità è uno dei più bassi d’Europa.
Molto altro si potrebbe dire, ma lo spazio concessomi è terminato e non vorrei tediarvi ulteriormente, quindi passo ad alcune informazioni tecniche per partecipare alla manifestazione del 12 maggio.
Il treno speciale con cuccette per Roma parte alle 23 circa di venerdì 11 maggio, e arriva alle 7 circa; riparte da Roma alle 23 di sabato 12 maggio e arriva a Milano alle 7 circa. Costo: 50 euro una persona, + 30 euro la seconda, + 20 euro un figlio, + 10 euro ogni altro figlio.
Prenotazioni: al Forum delle Famiglie dal lunedì al venerdì 9,30-12,30, tel. 0245490386.
Altre informazioni sul sito www.forumfamiglie.org
Vivian Pacileo