30 anni di una legge
che ha legalizzato
lo sterminio di 5 milioni di bimbi
5 milioni di condanne a morte eseguite in Italia, di cui 130.033 solo nel 2006:
vittime di una legge dello Stato italiano: la n. 194 del 22 maggio 1978.
Mediante questa “conquista civile” è resa lecita una terribile mattanza a
cui ormai, generalmente assuefatti, pochi fanno caso: da trent’anni a circa
un bambino su cinque viene impedito di nascere.
Dalla 194 un impulso alla cultura della morte
La legge ha provocato un forte aumento di
aborti. I grafici della curva delle nascite qui sopra provano il devastante effetto
culturale della 194 divenuta per molti norma morale (“C’è la legge, quindi
l’aborto è lecito”).
La
194 ha eliminato gli aborti clandestini?
Per effetto della 194, gli aborti sono aumentati a dismisura,
ma c’è un’altra mistificazione diffusa da chi difende la 194.
Il bimbo non nato sotto attacco
La stampa più diffusa, è contro di lui. Dopo ONU, UNICEF,
WWF, Legambiente, ecc., ora anche Amnesty International lo ha
abbandonato: dichiarando che ucciderlo con l’aborto è un diritto della donna..
Le forze politiche quando non sono ostili, sono tiepide. I politici
cattolici sono intimiditi dall’arroganza degli estremisti della “194 non
si tocca”.
La 194: un’offesa alla dignità della famiglia
La sola donna , anche minorenne, è resa padrona assoluta di vita e di morte
del figlio che può eliminare anche per futili motivi, senza il consenso del
marito e se minorenne senza neppure informare i suoi genitori.
La
legge 194, frutto velenoso…
…della menzogna
Nel 1971 il Psi presentò cifre, riprese dai giornali nazionali, affermando che
vi erano in Italia tra i 2 e i 3 milioni di aborti annui (anziché 187.752), e
che circa 25.000 donne all’anno morivano a causa di questi interventi (in realtà
circa una decina).
…della cattiva fede
Gli organi di stampa enfatizzarono i “casi pietosi” (stupri, pericolo di vita
della donna e malformazione del bambino). Emblematico il caso di Seveso: a
seguito della esplosione dell’ICMESA (10/7/1976). Per timore di malformazioni 39
donne decisero di abortire. Mandati in Olanda per essere sottoposti ad esame
nessuno dei 39 corpicini risultò malformato. Ma di questo la stampa
schierata si guardò bene da darne il giusto risalto.
…della censura
All’epoca gran parte dei media era schierato per la legalizzazione dell’aborto.
Furono pubblicati solo interventi a favore della 194.
…della resa dei politici
cattolici
La legge passò a maggio del 1978 (al Senato con appena 12 voti di scarto) tra il
disimpegno di numerosi parlamentari DC.
Con la 194 la donna è sempre più sola
Il rischio di depressione per le donne che hanno effettuato un aborto volontario
si incrementa del 60% mentre il rischio di suicidio del 10%.
L’ipocrisia più grande della 194
La menzogna più grande della 194: “lo Stato tutela la vita fin dal suo
inizio” (art. 1), consentendo l’eliminazione del bimbo fino alla 12ª
settimana e addirittura oltre se si sospettano malformazioni. Si evitano i
termini bambino, embrione o feto, definendolo “prodotto
del concepimento”. La parola “aborto” diventa “interruzione volontaria di
gravidanza”.
Con la prossima introduzione della pillola, la RU486, si elimina il
trauma dell’intervento chirurgico e apparentemente anche i sensi di colpa. Ma
per molti giorni, a volte settimane, la donna dovrà cercare, tra nausea, perdite
di sangue, vomito e contrazioni dolorose, di riconoscere l’embrione per
verificare se è stato espulso. La RU486 è da molti considerata pericolosa.
A cura di Giuseppe Giandomenico
SAPIENZA,
UN'ALTRA VERGOGNA PER L'ITALIA
I Papi hanno potuto parlare ovunque nel mondo (Cuba, Nicaragua,
Turchia, etc). L'unico posto dove il Papa non può parlare è La Sapienza,
un'università fondata, tra l'altro, proprio da un pontefice: Bonifacio VIII.
Questo mette in evidenza due fatti gravissimi:
1. l'incapacità del governo
italiano a garantire la possibilità di espressione sul territorio italiano di un
Capo di Stato estero, nonché Vescovo di Roma e guida spirituale di un miliardo
di persone. Piccoli gruppi trovano, di fatto, protezioni anche autorevoli
nell'impedire ciò che la stragrande maggioranza della gente attende e desidera;
2. la fatiscenza
culturale dell'università italiana, per cui un ateneo come La Sapienza rischia
di trasformarsi in una "discarica" ideologica. Come cittadini e come cattolici
siamo indignati per quanto avvenuto e siamo addolorati per Benedetto XVI, a cui
ci sentiamo ancora più legati, riconoscendo in lui il difensore - in forza
della sua fede - della ragione e della libertà. Firmato: Alcuni parrocchiani
del Murialdo