Carissimi, vi invio copia della lettera aperta indirizzataci dai superiori
maggiori degli istituti missionari italiani. Credo sia un appello a una
conversione, attenzione e solidarietà che difficilmente possiamo rifiutare di
fare nostre e condividere con le nostre comunità, in primo luogo.
Il
parroco don Guglielmo
Mai
senza l’Altro
Lettera della Commissione Giustizia e Pace della Conferenza Istituti Missionari
(CIMI) alle comunità missionarie in Italia nel contesto del corrente clima
sociale politico culturale in relazione ai migranti
Siamo missionari/e, cioè,
migranti.
Abbiamo passato buona
parte delle nostra vita altrove, da “stranieri”. Come tali ci siamo sentiti
accolti, amati, e abbiamo convissuto esperienze esaltanti di incontro, scambio
ed arricchimento. Nei giorni di guerra e conflitti alcuni/e di noi sono stati
protetti e salvati da coloro che ci “ospitavano”.
Conosciamo per esperienza
la “debolezza” di trovarsi in un Paese “straniero”. Quegli anni e quei volti e
quelle speranze ci hanno resi più attenti e vulnerabili; ci hanno aperto gli
occhi sulla realtà del nostro mondo; ci hanno trasformati!
Come missionari/e siamo
profondamente feriti da quanto sta accadendo nella nostra terra, rispetto ai
migranti.
Ci preoccupa il “virus”
che gradualmente sta infettando non solo parte della nostra società, ma,
purtroppo, anche porzioni delle nostre stesse comunità missionarie! Un “virus”
che spinge a considerare immigrati, Rom, i “senza documenti”, come gente che
ruba, violenta, diventa “il nemico” che minaccia la nostra sicurezza.
Come missionari/e siamo
profondamente indignati perché persuasi che ogni attentato perpetrato alla
dignità della persona si afferma come radicale negazione di un comune progetto
di umanità che insieme abbiamo la responsabilità di costruire.
La “criminalizzazione” dei
migranti e il conseguente tentativo di farne il “capro espiatorio” per una crisi
sociale che ha ben altre radici, ci amareggia e ci spinge a dissentire dallo
“spirito” che sembra prevalere nella società.
Ci sembra di riconoscere
lo stesso “virus” che ha coinvolto, attraverso il crescente ricorso alla
violenza e alla logica della competizione e della manipolazione
mediatico-politica, il nostro tessuto sociale, minandone le difese “civili”.
Come cittadini, ci
preoccupa il rinnegamento dei valori portanti di una Costituzione con la quale
ci identifichiamo e che, seppur faticosamente, ha offerto negli anni spunti e
prospettive di solidarietà e civile convivenza.
Come discepoli di Cristo,
rimaniamo sconcertati nel constatare come episodi di intolleranza, giustizia
sommaria, discriminazione ed esclusione abbiano potuto trovare terreno fertile
anche in varie comunità cristiane. Questi fatti gettano una luce particolarmente
inquietante sul tipo di Vangelo e di “evangelizzazione” che in tutti questi anni
la Chiesa, cui apparteniamo e di cui siamo espressione, ha proclamato e
testimoniato. Siamo infatti persuasi che il “virus” di cui sopra deve essere
combattuto anche attraverso la nostra predicazione, l’accoglienza evangelica e
la testimonianza quotidiana di ospitalità.
Vogliamo esprimere
solidarietà e vicinanza ai nostri fratelli e sorelle migranti assicurando loro
che non saranno mai soli in questo viaggio di speranza comune.
Invitiamo le nostre
comunità missionarie e quanti/e hanno a cuore la dignità della persona e i
valori del Vangelo a contrastare in ogni modo la logica violenta dell’esclusione
e della criminalizzazione dei migranti. Mettiamoci insieme per continuare a
creare spazi di ospitalità e di dialogo, che soli assicureranno il germoglio di
un futuro più umano per tutti.
Il futuro della nostra società è legato ai nostri cuori aperti e ospitali.
Mai senza l’altro!
Commissione Giustizia e Pace
Conferenza Istituti Missionari in Italia